La mostra raccoglie una selezione di dipinti, sculture e incisioni legate a tematiche mitologiche realizzate dal sessantunenne artista estense nel corso degli ultimi anni. Il 'mondo di mezzo' e' per Bonora il mondo dell'arte, e le sue opere rappresentano il tentativo di oltrepassare attraverso l'esperienza estetica il mondo reale per tentare una scalata verso cio' che non e' rappresentabile.
"Rappresentazioni del mondo di mezzo"
presentazione di Maria Livia Brunelli
Inaugurazione 17 gennaio ore 18
La mostra raccoglie un'interessante selezione di dipinti, sculture e
incisioni legate a tematiche mitologiche realizzate dal sessantunenne artista
estense nel corso degli ultimi anni. Il "mondo di mezzo" è per Bonora il mondo
dell'arte, e le sue opere rappresentano il tentativo di oltrepassare attraverso
l'esperienza estetica il mondo reale per tentare una scalata verso ciò che non è
rappresentabile. Opere in bilico dunque tra due confini, tra realtà e
immaginazione, spazio fisico e spazio metafisico. Nate dalla mente di un saggio
filosofo dell'arte. Infatti tutto ciò che Maurizio Bonora crea, è frutto di una
meditata, elaborata, profonda riflessione.
Appartata e defilata dalla caotica vita cittadina, la casa-atelier di Maurizio è
lo specchio puntuale della sua concezione della vita e dell'arte. Celibe per
scelta, questa singolare figura di artista ama stare per interi giorni solo con
se stesso, leggere e riflettere. Ama soprattutto la fatica e il piacere di
pensare, nella ricercata pace della sua silenziosa dimora autocostruita. L'ampio
giardino che circonda la sua fucina artistica è costellato di altere e granulose
figure di Penati, di numi tutelari che paiono essersi dati appuntamento lì da
epoche lontane: sono le arcaiche creature che hanno preso forma dalla sua anima
e dalla sua mente, dotte elucubrazioni a soggetto mitologico rivestite di marmo
cementizio.
Come simbolico benvenuto al visitatore, Maurizio ha posto proprio davanti
all'antro della sua fucina il guardiano Apollo, pronto a scoccare l'ultimo dardo
che condurrà l'umanità verso il pensiero razionale, verso la democrazia e la
scienza moderna. Ma ecco poco più in là , in un recinto di pietra che ne accoglie
le frantumate spoglie, Apollo incatenato e caduto: é il proliferarsi, attraverso
la rottura delle sue membra, del disordine, del caos dionisiaco. Un poco
sopraelevata, in un angolo nascosto del popoloso giardino, l'effige di Diana,
l'archetipo lunare, enigmatica nella sua ieraticità come la fascinosa testa di
Hera, monumentale scultura peloponnesiaca di epoca arcaica.
Infine, superate le quattro muse delle arti, simboleggiate da altrettante mani
tese verso il cielo, nel retro della casa, un altissimo totem innalzato in onore
delle divinità acquatiche e della musica, Il canto delle Ninfe. Realizzata in
occasione di una mostra allestita a Palazzo Bellini di Comacchio, in seguito al
rinvenimento di una nave romana, l'opera era stata per l'evento collocata su un
basamento in mezzo all'acqua, e dal suo interno provenivano canti femminili di
epoca medioevale. Una soluzione scenografica davvero indovinata, che permetteva
di cogliere tutta la suggestione delle evanescenti e delicate cromie di questa
scultura.
Mitologia e arcaismo hanno contraddistinto la ricerca di Bonora fin dagli
esordi. Dopo l'Accademia di Belle Arti di Bologna, alla fine degli anni Sessanta
l'artista dà vita a sinuose forme ermafrodite o femminili in terracotta; e poi,
negli anni Settanta, ecco nuove superfici lunari, solari, marine e montane erose
da grumosità telluriche e materiche, in una suggestiva sintesi di surrealismo e
organicismo. Sono nati allora i pastelli su carta delle scatole surreali, poi,
all'inizio degli Ottanta, alcune tecniche miste sempre su carta legate al tema
della nascita degli elementi, della genesi, dell'apocalisse, delle
costellazioni: galassie cromatiche in continua metamorfosi, scontri energetici,
fucine di stelle. In seguito la sua ricerca si è rivolta alla fascia astrologica
del rinascimentale ciclo dei Mesi di Schifanoia, a Ferrara: ha avuto origine
così lo Zodiaco del Principe, un'attendibile e affascinante ipotesi
ricostruttiva dei segni zodiacali e dei decani ormai scomparsi dalle pareti del
palazzo.
Successivamente l'artista ha indagato il tema della musica attraverso i
Tarocchi, che hanno da sempre costituito un linguaggio popolare della
comunicazione. Tra le opere più recenti di Bonora ci sono poi diverse opere nate
per essere collocate in parchi e giardini. "Mi piace l'idea di modellare
qualcosa che modelli uno spazio - spiega l'artista -. Trovo che abbia, oltre che
un significato estetico, anche un significato etico. Bisogna riappropriarsi
della bellezza".
Galleria del Carbone, Via del Carbone, Ferrara