Parole. Sancendo il passaggio da una ricerca partecipativa con la comunita' ad una ricerca piu' analitica, Boccalini propone di tradure visivamente e linguisticamente quegli inflessi economici, finanziari e sociali che hanno caratterizzato la recente crisi e i suoi conflitti.
a cura di Simone Frangi
Con la sua seconda personale presso lo Studio Dabbeni, Stefano Boccalini (Milano, 1963. Vive e lavora a Milano) cerca di fare il punto sulla sua iperbole produttiva degli ultimi anni, frutto di un lavoro fiorito negli anni Novanta e giunto oggi ad un grado di maturazione e di sintesi inedite. Sancendo il passaggio da una ricerca partecipativa con la comunità al una ricerca più analitica consacrata alla comprensione dei meccanismi di costruzione comunitaria, Boccalini propone di tradure visivamente e linguisticamente quegli inflessi economici, finanziari e sociali che hanno caratterizzato la recente crisi e i suoi conflitti.
Il corpo di opere presentata in occasione di “Parole” riflette in particolare sulle soglie terminologiche dei processi economici e societari, pensando agli aspetti grammaticali e linguistici dell’economia come la punta di emersione di una massa coesa di dinamiche e decorsi che resterebbero altrimenti opachi e criptati. Costruita come un insieme secco e articolato di legende e di apparati critici, la mostra monografica di Boccalini insiste su quella dialettica tra la freddezza del “sistema” e il sostrato che la sostiene e la abita: l’umano, nella sua densità psicologica, emotiva e affettiva.
Il percorso espositivo si snoda in due sale, concepite come due traduzioni possibili della medesima relazione controversa. La mostra si apre con gli stampi in acciaio di Schuldcredit, istallazione composita che mira ad isolare quelle parole che in periodo di crisi abbiamo sentito con ridondanza e che hanno ingrossato un vero e proprio “glossario dell’inutile”. Potenzialmente moltiplicabili come pagnotte, i termini Schuld e Credit svelano la loro fittizia aura di austerità e rigore, funzionali a proteggere il capitalismo finanziario, incentivando attitudini e comportamenti economici moralizzanti.
La fusione in oro Economia, nata da un dialogo con l’economista svizzero Christian Marazzi, che reca a effige la parola “affetti”, fornisce una nuova lente attraverso cui guardare i meccanismi del capitalismo finanziario ed apre ad una nuova semantica per la ricomprensione della crisi, riconvertendo i suoi tecnicismi in elementi accessibili e universalizzabili.
Chiuso a mo’ di corollario dall’installazione di pietre litografiche Europa2014, il progetto monografico di Boccalini argomenta una resistenza possibile alla disumanizzazione del sistema economico e contravviene all’impossibilità di misurare nell’immediato l’impatto sociale delle scelte finanziarie.
Inaugurazione: giovedì 8 maggio, ore 18.00
Studio Dabbeni
Corso Pestalozzi 1 - Lugano
Orari:
martedì - venerdì
09.30 - 12.00 14.30 - 18.30
sabato
09.30 - 12.00 14.30 - 17.00
domenica e lunedì chiuso
Ingresso libero