Lenguajes del arte cinetico italiano, anos 50-70. In esposizione una selezione di opere di artisti dell'arte cinetica italiana, insieme a una serie di 10 vestiti della Maison Sarli.
La Corporación Cultural de Las Condes y Fundación Itaú portano per la prima volta in Cile una selezione di opere dei maggiori autori del mitico movimento d'arte cinetica italiana, compreso tra gli anni 1950 e 1970, partendo da Bruno Munari fino ad artisti ancora in vita. Il progetto realizzato a Roma da Glocal Project Consulting in collaborazione con Altaroma e 10 A.M. Art.
L'esposizione - presenterà parallelamente nel Centro Cultural Las Condes (Apoquindo 6570) y en Espacio ArteAbierto de Fundación Itaú (Apoquindo 3457) - anche l'esposizione di 10 vestiti dell'epoca del famoso stilista Fausto Sarli.
Una selezione di opere degli artisti di spicco dell'arte cinetica italiana, insieme ad una selezioni di 10 vestiti della Maison Sarli, arrivano in Cile grazie allo sforzo congiunto della Fondación Itaú e la Corporación Cultural de Las Condes, Altaroma e Maison Sarli.
L'esposizione OCCHIO MOBILE. Linguaggi dell'arte cinetica italiana, anni 50-70 si inaugura il 4 di giugno e resterà fino al 27 Luglio, nelle sale del Centro Cultural de Las Condes, anche grazie al sostegno dell'Ambasciata Italiana a Santiago, dell'Istituto Italiano di Cultura, al Gruppo Enel, attraverso le sue società che operano in Cile: Enel Green Power ed Enersis.
La grande alleanza culturale tra Fondazione Itaú e la Corporación Cultural de Las Condes ha permesso fino ad oggi di poter ammirare esposizioni internazionali tanto importanti come "La punta dell'iceberg", con disegni di Francis Bacon (2011), "Rembrandt, impressioni di un genio" (2012); "Di Rubens a Van Dyck", 2013, e recentemente "Dürer. Maestro del Rinascimento in Cile."
OCCHIO MOBILE, mostrera al pubblico attraverso 50 opere, composte da pittura, collage, video, sculture ed altri oggetti realizzati dagli artisti chiave dell'arte ottico e cinetico italiano, partendo da Bruno Munari, precursore delle investigazioni sulla percezione ed precursore indiscusso del design e della didattica, fino ad artisti che condivisero la scena locale attraverso raggruppamenti o in forma individuale come Getulio Alviani, Gianni Colombo ed altri membri del Gruppo T (Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gabriele De Vecchi, Grazia Varisco).
Boris Buvinic, vicepresidente della Fondazione Itaú, afferma che "si esporranno importanti opere che permetteranno la comprensione del movimento che oggi vive un'interessante rinascita anche grazie alle nuove generazioni di artisti."
A sua volta, Francisco Javier Court, direttore della Corporación Cultural de Las Condes aggiunge che "questa mostra rende omaggio a questo movimento, uno dei più importanti e seri della storia, e come oggi sia stato rivalutato. Attualmente, i giovani lo sentono vicino e molto vigente, dimostrando che questo fu un movimento ha preceduto i tempi contemporanei."
Un'altra delle novità di OCCHIO MOBILE è l'esposizione di una selezione di dieci vestiti del Maestro Fausto Sarli che mostra al pubblico le connessioni tra arte e moda, con creazioni che mostrano le sperimentazioni di quegli anni.
Nella stessa cornice dell'esposizione e con la collaborazione dell'Istituto Italiano di Cultura, si realizzerà nel Corporación Cultural de Las Condes un ciclo di cinema italiano dagli anni '50 agli anni '70, con emblematici film di Federico Fellini, Ettore Scola, Luchino Visconti e Pier Paolo Pasolini. Parallelamente ci sarà una attività didattica per bambini, che sarà realizzata dall'insegnante Paula Salas, e visite guidate tutti i sabati e domeniche.
Arte in movimento
Originato in Europa negli anni '30 del secolo scorso, l'arte cinetica esce alla ribalta nel 1955 con l'esposizione Le mouvement a Parigi, dove parteciperanno Alexander Calder, Marcel Duchamp, Jesús Soto e Víctor Vasarely. Più avanti, si crea in Italia l'arte programmata che aggiunge alla poetica del cinetismo un programma di calcolo che permette la variazione formale e cromatica delle sequenze rappresentate. Questo sarà un passo definitivo per il consolidamento del genere e la sua irradiazione in tutto il mondo occidentale.
Gli artisti italiani di allora producono oggetti cinetici che per la prima volta possono essere manipolati, con intervento manuale o meccanico, oppure opere che danno l'impressione di movimento secondo il punto di vista di chi li osserva. L'arte cinetica oltrepassa le arti plastiche ed irrompe nel cinema, la moda, l'arredamento e tutto quello che ha a che vedere con la visione. Arriva all' auge tra gli anni '50 e gli anni '70, ciononostante oggi vive un re apogeo e si rivaluta a livello formale e commerciale.
Per la curatrice Micol Di Veroli, l'arte programmato e cinetico italiano "nasce con l'obiettivo da opporsi alle composizioni fisse e definitive, ottenendo, in questo modo, un insieme mutabile tanto fisica come concettualmente. Questo produce opere aperte e programmate, dove gli elementi si organizzano in accordo ad un'ipotesi predestinata. Questa programmazione è a sua volta libera, dato che prevede una trasformazione ed un spostamento che possono realizzarsi più o meno dentro un quadro temporaneo imprevedibile con varianti parzialmente controllate dall'autore. L'arte cinetica e programmata considera allora la realtà come continuo divenire di fenomeni che l'essere umano percepisce nella sua variazione."
La mostra è coordinata da Bernadette Bretfeld e Massimo Scaringella
Altre sedi:
Espacio ArteAbierto
Fundación Itaú
Apoquindo 3457
Inaugurazione 4 giugno
Centro Cultural Las Condes
Apoquindo, 6570 Santiago