Palazzo Reale
Milano
piazza Duomo, 12
02 0202, 02 88451 FAX 02 88450104
WEB
Ukiyoe
dal 6/2/2004 al 30/5/2004
02 88450292 FAX 02 88450104
WEB
Segnalato da

Ilaria Maggi



approfondimenti

Gian Carlo Calza



 
calendario eventi  :: 




6/2/2004

Ukiyoe

Palazzo Reale, Milano

La mostra ripercorre in sei sezioni tematiche le immagini e le rappresentazioni del mondo fluttuante, ukiyo. Piu' di 500 opere, esposte in due tempi a causa della delicatezza e della fragilita' dei materiali e dei supporti, tra dipinti, libri illustrati, stampe ecc. illustreranno la trasformazione, tra XVII e XIX secolo, della societa' e della cultura giapponese che si formo' intorno alla citta' di Edo, divenuta poi Tokyo.


comunicato stampa

Il mondo fluttuante

“… [prestare] piena attenzione ai piaceri della luna, della neve, dei fiori di ciliegio e delle foglie di acero, cantare canzoni, bere vino e provare piacer soltanto nel fluttuare, fluttuare senza curarsi minimamente della povertà che grida in faccia …. fluttuare lungo la corrente del fiume come un secco guscio di zucca…” Asai Ryoi nel suo Racconti del mondo fluttuante descriveva così il significato della parola ukiyo.

A Milano, a Palazzo Reale, dal 7 febbraio 2004 si potrà scoprire un nuovo angolo del misterioso Sol Levante raccontato dalle immagini del mondo fluttuante.

Dopo il grande successo nel 1999 della mostra dedicata a Hokusai, un nuovo importante evento espositivo. Curato da Gian Carlo Calza con l’apporto di un comitato scientifico che comprende i maggiori conoscitori ed esperti d’arte giapponese, la mostra ripercorrerà in sei diverse sezioni tematiche le immagini e le rappresentazioni del mondo fluttuante, ukiyo. Più di 500 opere, esposte in due tempi a causa della delicatezza e della fragilità dei materiali e dei supporti, tra dipinti, libri illustrati, stampe provenienti dalle principali collezioni pubbliche europee e mondiali, che illustreranno la trasformazione, tra il XVII e la metà del XIX secolo, della società e della cultura giapponese che si formò intorno alla città di Edo, divenuta poi Tokyo.
Promossa dal Comune di Milano, dalla Provincia di Milano e dalla Regione Lombardia e, prodotta da Arthemisia con il coordinamento scientifico dell’International Hokusai Research Centre e accompagnata da catalogo Electa, la mostra Ukiyoe. Il mondo fluttuante non illustrerà solo un uno stile artistico o un periodo storico ma definirà attraverso le sue immagini quella profonda trasformazione culturale che la società giapponese interpretò dalla crisi dell’aristocrazia feudale e i nuovi stimoli portati dalle nuove classi borghesi.

Di derivazione buddhista, il termine ukiyo indicava un senso di fugacità provocato dall’attaccamento ai beni terreni e quotidiani a cui il saggio doveva e voleva rifuggire, un significato completamente trasformato poi nel Seicento per valorizzare e desiderare proprio quei piaceri effimeri e fuggevoli, in poche parole “fluttuanti”, in cui la nuova società amava perdersi e rinnovarsi.
Le feste, la moda, il mondo dello spettacolo, dell’amore mercenario, la passione clandestina si sviluppavano ruotando intorno al teatro popolare kabuki e alle “città senza notte”. Sono i quartieri di piacere come il famoso Yoshiwara, dove le grandi cortigiane creavano nuovi gesti e comportamenti e un’eleganza vistosa e opulenta, basata sull’intrattenimento, sull’essere alla moda, sull’attrarre e respingere al tempo stesso. Queste case di piacere oltre a essere ritrovo di gaudenti in cerca di divertimenti e amori fugaci, erano veri e propri salotti dove si incontravano ricchi mercanti, attori, letterati, artisti, editori e aristocratici che in segreto cercavano di liberarsi da quel rigore formale che l’esistenza quotidiana imponeva loro.
Fluttuare, fluttuare e perdersi nel piacere, allontanare la malinconia della realtà e del dolore. Un credo testimoniato dalla ricchezza di immagini (ukiyoe, immagini del mondo fluttuante) realizzate dai tanti artisti, grandi pittori, grafici e incisori che hanno descritto e raccontato con le loro opere questa nuova visione estetica sopravvissuta per oltre due secoli.
E ancora oggi l’arte di importanti artisti come Moronobu, Harunobu, Utamaro, Hokusai, Hiroshige, Kuniyoshi e molti altri, coinvolgeranno il visitatore in quel mondo di piacere e beltà e lo accompagneranno attraverso i diversi temi, il teatro, la tradizione, la natura, il paesaggio, i piaceri della vita di città, le beltà femminili, in un unico e trascinante mondo fluttuante che questa mostra vuole far rivivere.
Introdurrà l’esposizione un doppio paravento a otto ante, proveniente dalla Honolulu Academy of Arts, per la prima volta esposto in Europa, in cui sono descritti quasi tutti i più importanti temi della cultura dell’ukiyo.

La prima sezione è dedicata al Teatro, proprio per l’importanza che ebbe nell’opera di diffusione della cultura del mondo fluttuante. Tanti dipinti e stampe erano dedicate al nuovo e popolare teatro kabuki, un genere più vicino ai nuovi ceti sociali, coinvolgente perché rifletteva i sentimenti e le passioni del nuovo pubblico. Fiorirono stampe e dipinti che raccontavano le scene teatrali, il mondo che vi ruotava intorno ma soprattutto riscuotevano grande successo le rappresentazioni grafiche dedicate agli attori più famosi, che dalla metà del Seicento divennero delle vere e proprie star riconosciute e ricercate. L’arte più diffusa era quella della cartellonistica e dei rotocalchi che raccontavano le gesta dei nuovi eroi. La scuola degli artisti Torii acquisì proprio da questo genere, dalla produzione dei manifesti e dei cartelloni per passare poi alle immagini descrittive, il proprio potere e un successo indiscusso.

Il Giappone e i suoi abitanti non abbandonavano e convivevano comunque con la propria Tradizione e gli antichi miti, gelosamente conservati, venivano reinterpretati e adattati alle nuove esigenze culturali. Questa sezione raccoglie i melodrammi, i romanzi, le stampe e dipinti in cui eroi della letteratura, della religione, personaggi leggendari, poeti della tradizione classica, mostri e spiriti dei fiumi e delle montagne, divengono i protagonisti del mondo fluttuante.

La terza sezione ha per tema il rapporto con la Natura, da sempre elemento fondamentale nella cultura giapponese. Fiori e animali, rocce e fiumi, così come le baie e le isole posseggono un’anima e una natura divina. Gli artisti dell’ukiyo li raffiguravano come fossero esseri viventi, soggetti degni di veri e propri ritratti e non solo descritti come puro elemento decorativo. La natura diventa poesia ed è raccontata con tutta la sua grazie negli album naturalistici e nei libri illustrati di Utamaro, mentre con Hokusai i singoli elementi, dalle rocce ai fiori così come gli animali, prendono vita rispecchiando i sentimenti e le passioni dell’uomo.

Parte della natura ma con una sua propria vita è anche il Paesaggio. In questa sezione, non solo si trovano stampe sciolte e libri che descrivono gli ambienti naturali che circondano una cascata o un bosco con i suoi alberi pieni di vita e di storia, ma sono numerosissime le rappresentazioni dei percorsi frequentati dai giapponesi, viaggiatori instancabili. Presenti in mostra le tante produzioni artistiche che riguardavano i luoghi e gli scorci più affascinanti del Giappone, come ad esempio quelli lungo le due arterie principali che attraversavano il Paese (Tōkaidō e Kisokaidō) dove si potevano apprezzare anche mondanità locali.

La città e la vita quotidiana dei suoi abitanti sono invece inserite nella sezione Vita di città. Qui si possono ammirare i dipinti e le stampe che raccontano le tante attività dei cittadini di Edo, mercanti, artigiani, venditori ambulanti che rappresentano il simbolo della società in evoluzione. Uno dei temi che maggiormente cattura l’attenzione degli artisti dell’ukiyoe è la vita dei quartieri di piacere come Yoshiwara, epicentro del divertimento e dello svago. Tutti i luoghi più frequentati della città sono al centro dell’interesse degli illustratori: dalle barche di piacere sul fiume Sumida ai ristoranti alla moda come lo Shikian; ma anche le folle che si radunano per ammirare i fuochi di artificio sul ponte Ryōgoku, le cortigiane in parata per la festività di capodanno o le geisha di ritorno dal bagno pubblico. E poi ancora giochi di carte, gare di ikebana e incontri di poesia notturni. Le scene di vita del mondo fluttuante appartengono al puro godimento che si manifesta anche nella contemplazione dei ciliegi in fiore in primavera o delle foglie d’acero in autunno ed è proprio in questo ambito che si diffondono le famosissime, benché vietate, immagini di tema erotico, le “immagini della primavera” come la celebre “Poesia del guanciale” di Utamaro.

L’ultima sezione testimonia il grande interesse che gli artisti dedicarono alla Beltà femminile e come si è modificata e trasformata la sua rappresentazione estetica. Trascurata per secoli, dal Seicento all’Ottocento l’arte figurativa giapponese interpreta attraverso i diversi artisti la bellezza femminile, l’eleganza e la raffinatezza espressa dalle cortigiane quali simbolo supremo del piacere. Dalla donna carnale e fortemente sensuale descritta verso la fine del Seicento da Moronobu, alle beltà monumentali delle scuole Kaigetsudō prima e Torii dei primi del Settecento. Dalle donne seducenti e flessuose di Masanobu alle dee terrene ritratte da Harunobu, dall’aria dolce e incantata. Verso la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento un nuovo canone estetico si afferma nelle opere di Kiyonaga e soprattutto nei dipinti di Utamaro, uno tra i più grandi se non il più grande artista dell’Asia della bellezza femminile, a cui la mostra dedica una sezione a parte. La figura femminile riacquista con questi artisti una sua presenza materiale e fisica che si evidenzia con la riscoperta del corpo e una più attenta partecipazione alla vita terrena. Non più una dea eterea ma una bellezza reale, superiore e spiritualizzante. Con i suoi grandi busti e le figure slanciate e seducenti, la pittura e la grafica di Utamaro si distingue per la straordinaria qualità e raffinatezza grafica e pittorica nonché per una costante profonda ricerca sulla psicologia femminile e sui misteriosi piaceri che soggiogavano e trascinavano l’uomo nuovo di Edo, precursore del giapponese di oggi.

Ufficio Stampa:
Ufficio Stampa Assessorato Cultura e Musei Comune di Milano
Maria Grazia Vernuccio - Sara Bosco - Cristiana Tiepo tel. 02.88450292/3 - tel. +39 02 88450293/2
Flavia Fossa Margutti
Electa – Ilaria Maggi tel. +39 02 21563250
Arthemisia - Cinzia Manfredini


Milano, Palazzo Reale

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