Artra
Genova
Piazza Matteotti 28 (Palazzo Ducale)
010 5955822

Jemima Stehli/John Hilliard
dal 13/2/2004 al 18/4/2004
010 5955822

Segnalato da

Artra




 
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13/2/2004

Jemima Stehli/John Hilliard

Artra, Genova

Vero e proprio gioco di specchi, in senso metaforico e letterale, la mostra non mette in scena una doppia personale ma un sottile e raffinato unico evento. La specularita' dell'immagine della Stehli non e' solo legata all'autoscatto o alla copia, ma anche alla citazione, al remake con cui lei stessa si e' insinuata nelle opere di Allen Jones, di Francis Bacon o di Helmut Newton. Nel suo archivio di 'fotografia e sesso' la Stehli non poteva non incontrare un altro grande della scena britannica come Hilliard, l'autore della fotografia concettuale e in particolare di Camera Recording Its Own Condition (1971) in cui viene registrato l'atto stesso del fotografare: dunque un vero e proprio referente speculare. In mostra foto a quattro mani e opere individuali di ciascuno degli autori


comunicato stampa

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Dopo la prima personale italiana di tre anni fa, Jemima Stehli ritorna negli spazi della Galleria Artra di Milano e di Genova, in coppia con un protagonista d'eccezione della Brit Wave anni '60 come John Hilliard.

Vero e proprio gioco di specchi, in senso metaforico e letterale, la mostra non mette in scena una doppia personale ma un sottile e raffinato unico evento. Da sempre soggetto ed oggetto delle proprie opere, l'artista londinese Jemima Stehli (classe 1961) e' giunta a notorieta' con lavori fotografici come Streptease, in cui eseguiva uno spogliarello di fronte ad uno spettatore (critico, collezionista o curatore), per poi approdare ad ambigui autoritratti in cui il proprio corpo nudo posa di fronte allo specchio: a volte fissato con sguardo da voyeur, altre con lucido distacco, altre ancora ripreso accovacciato, in preda a contrazioni e piegato su se stesso.
La specularita' dell'immagine della Stehli non e' pero' solo legata all'autoscatto o alla copia, ma anche alla citazione, al remake con cui lei stessa si e' insinuata nelle opere di Allen Jones, di Francis Bacon o di Helmut Newton. Con guanti e stivali in pelle nera, cinghie e tacchi a spillo da abbigliamento sadomaso, Jemima Stehli ripropone la versione live di ''Chair'' e ''Table'' di Allen Jones del '69, oppure il calco perfetto - nudo e vestito - della quarta figura a destra di ''Sie Kommen'' di Helmut Netwon dell'81. In questo archivio di 'fotografia e sesso' la Stehli non poteva non incontrare un altro grande della scena britannica come John Hilliard, l'autore della fotografia concettuale e in particolare di Camera Recording Its Own Condition (1971) in cui viene registrato l'atto stesso del fotografare: dunque un vero e proprio referente speculare del lavoro della Stehli.
Dopo la precedente esposizione italiana di ''Mirror 1, 2, 3'', la mostra attuale presso la Galleria Artra presenta foto a quattro mani di John Hilliard e Jemima Stehli a partire da ''Triple Exposure'' del 2001 fino al 2003, assieme ad opere individuali di ciascuno degli autori che, pur nell'indipendenza, sono tra loro molto vicine fino al punto di diventare antecedenti generali della reciproca collaborazione. In opere recenti come ''Self-Portrait'' (2002) il gioco di sguardi incrociati e rimandi simbolici che fissa l'autoritratto di entrambi con duplice autoscatto - con polaroid bianco/nero incorniciata da colore - si fa talmente complesso da diventare una vera e propria ''macchina della rappresentazione'': il richiamo letterale pero' non va tanto a Las Meninas di Velazquez quanto alla lettura da trappola percettiva che di quell'immagine-per-eccellenza ha fatto Foucault.
Controllo, potere e desiderio sono il soggetto di queste immagini dall'ambiguita' calcolata, in cui sguardo maschile e femminile, presentazione e sottrazione, soggetto ed oggetto, corpo nudo e vestito, sono sempre indissociabilmente presenti (Marco Scotini)

ARTRA Via Settala 6 20124 Milano tel 02 29402478
Inaugurazione: 17/02/04 ore 18,00

ARTRA Palazzo Ducale Piazza Matteotti 28 16123 Genova tel 010 5955822
Inaugurazione: 14/02/04 ore 18,00

Aperto dal martedi' al sabato dalle 15,00 alle 19,30

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Galleria Artra Milan and Genoa

After her first Italian solo show three years ago, Jemima Stehli returns to Galleria Artra's Milan and Genoa spaces, paired with an exceptional protagonist of the Brit Wave of the '60s - John Hilliard.
A mirror game, both metaphorically and literally, the exhibition is not a double solo show but rather a subtle and refined unique event. Subject and object of her own works, London artist Jemima Stehli has achieved notoriety with photographic works such as Striptease, in which she performed a striptease in front of a spectator (critic, collector, or curator), in order to then land on ambiguous self-portraits in which her naked body poses in front of a mirror: sometimes watched with the gaze of the voyeur, at other times with cool detachment, and in still others, it is crouched, victim of contractions, folded in on itself. The specularity of Stehli's image is not only linked to the self-timer or to the copy, but also to the quotation, the remake with which she has insinuated herself in the works of Allen Jones, Francis Bacon, or Helmut Newton.
Wearing black leather gloves and boots, the belts and high heels of sadomasochistic apparel, Stehli represents a live version of Chair and Table by Allen Jones (1969) or the perfect cast - naked and dressed ó of the fourth figure on the right in Sie Kommen by Helmut Newton (1981). In this archive of 'photography and sex' Stehli couldn't help but encounter another star of the British scene: John Hilliard, creator of conceptual photography and in particular, of Camera Recording Its Own Condition (1971), in which the actual act of photographing is recorded ó a true specular referent for Stehli's work.
After the previous Italian exhibition of 'Mirror 1, 2, 3,' the exhibition at Galleria Artra presents photographs realized together by John Hilliard and Jemima Stehli, from Triple Exposure (2001-2003) to individual works by each of the artists, that, despite their independent creation, are very close to each other to the point of becoming general antecedents of the artists' collaboration. In recent works such as Self Portrait (2002), the game of intercrossing looks and symbolic resemblances that freeze the self-portrait of the two artists with a double self-timed shot - made with a black and white Polaroid and framed in color - is so complex that it becomes a veritable 'machine of representation.' The literal reference is not Las Meninas by Velasquez but the reading that Foucault made of that famous image as a perceptive trap.
Control, power, and desire are the subject of these images, characterized by a calculated ambiguity in which the male and female gaze, presentation and subtraction, subject and object, naked and dressed body, are always inseparably present.
(Marco Scotini)

ARTRA Palazzo Ducale P.zza Matteotti 28 16123 Genoa t. +39 010 5955822 artragenova@virgilio.it
OPENING: February 14 at 6 PM (the exhibition is on view until April 18 and will be closed April 9-13).
Gallery hours: Tuesday - Saturday 3-7.30 PM

ARTRA Via Ludovico Settala 6 20124 Milan t./f. +39 02 29402478 artragalleria@tin.it
OPENING: February 17 at 6 PM (the exhibition is on view until April 18 and will be closed April 9-13).
Gallery hours: Tuesday-Saturday 3-7.30 PM

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