Arte e vita nella Cina del II secolo a.c. Le sete, i manoscritti e gli oggetti piu' rari; le leggendarie tombe di Mawangdui mostrano l'alto livello di progresso che caratterizzava duemila anni fa la civilta' di epoca Han.
Dal
3
luglio
2014
al
16
febbraio
2015
sarà
presentata,
per
la
prima
volta
in
Italia
nelle
sale
del
Refettorio
Quattrocentesco
di
Palazzo
Venezia,
una
mostra
che
racconta
l’epoca
della
dinastia
Han
(206
a.C.
–
220
d.C.)
attraverso
i
tesori
provenienti
dalle
tombe
rinvenute
a
Mawangdui
e
custoditi
dal
Museo
provinciale
dello
Hunan,
una
delle
istituzioni
più
importanti
del
sistema
museale
cinese.
In
mostra
saranno
esposti
76
pezzi
di
inestimabile
valore,
tra
cui
lacche,
manufatti
tessili,
manoscritti
e
dipinti
su
seta.
L’esposizione
consente
di
far
riemergere
un’antica
civiltà
attraverso
una
grande
scoperta
archeologica,
riflettendo
l’essenza
stessa
di
un
popolo
che
già
all’epoca
veniva
riconosciuto
come
“il
Paese
della
seta
e
delle
porcellane”.
L’esposizione
curata
dalla
professoressa
Zhen
Shubin,
ha
il
patrocinio
del
Ministero
della
Cultura
della
Repubblica
Popolare
Cinese,
l’Ambasciata
della
Repubblica
Popolare
Cinese
in
Italia
insieme
al
Ministero
dei
Beni
e
delle
Attività
Culturali
e
del
Turismo
della
Repubblica
Italiana
(MiBACT),
ed
è
organizzata
dalla
State
Administration
of
Cultural
Heritage
della
Repubblica
Popolare
Cinese
(SACH),
la
Direzione
Generale
per
la
valorizzazione
del
patrimonio
culturale
del
MiBACT,
la
Soprintendenza
Speciale
per
il
Patrimonio
Artistico
ed
Etnoantropologico
e
per
il
Polo
Museale
della
Città
di
Roma,
in
collaborazione
con
l’Amministrazione
provinciale
dello
Hunan.
La mostra si colloca nell’ambito
del Memorandum d’Intesa sul Pa
rtenariato per la Promozione del
Patrimonio Culturale siglato il
7 ottobre 2010 tra il Ministero
dei Beni e delle Attività Culturali e del
Turismo della Repubblica Italiana e la State Administration of
Cultural Heritage della Repubblica
Popolare Cinese, il quale prevede lo scambio di spazi museali p
ermanenti dedicati alle rispettive
culture, al fine di promuovere lo scambio culturale tra la Cina
e l’Italia e permettere una maggiore e
profonda comprensione tra
questi due popoli.
Il primo significativo modello italiano di musealizzazione fuor
i dai confini nazionali, vetrina
permanente per promuovere la cultura italiana, è stato il luogo
espositivo concesso alla Direzione
Generale per la valorizzazione del patrimonio culturale dallo S
tate Administration of Cultural Heritage
della Repubblica Cinese all’inte
rno del Museo Nazionale della C
ina sulla Piazza Tian’ anmen a Pechino,
spazio inaugurato con la mostra “Rinascimento a Firenze. Capola
vori e Protagonisti” e che attualmente
ospita la mostra “Roma Seicento: origine del Barocco.
Il rinvenimento delle tombe di epoca Han a Mawangdui, nella cit
tà di Changsha (capoluogo dell’attuale
provincia dello Hunan, nella Cin
a meridionale), rappresenta una
delle grandi scoperte avvenute nel XX
secolo in Cina. Tra il 1972 e il 1974 gli archeologi cinesi por
tarono alla luce un insieme di sepolture
appartenenti alla famig
lia di Li Cang, Marchese di Dai e primo
ministro dello Stato di Changsha. Una
scoperta che ebbe inizio in maniera del tutto fortuita, in segu
ito ad una serie di scavi realizzati per un
rifugio sotterraneo, e grazie al manifestarsi di cosiddetti “fu
ochi fatui”. Le tre tombe ritrovate,
contenevano al loro interno più di 3000 oggetti, tra cui lacche
, ceramiche, bronzi, sete, e giade, i quali,
sono in grado di testimoniare degli eccellenti risultati raggiu
nti a livello artistico e culturale e di offrire
uno spaccato della società cinese in epoca Han. L’immenso valor
e dei reperti svelati e soprattutto il ritrovamento di una salma comple
tamente integra ha fatto sì che
gli esperti paragonassero questa
scoperta alla “tomba di Tutankhamon” in Egitto. La salma della
Marchesa di Dai è la prima e la più
antica salma al mondo ritrovata ancora completamente integra, n
on completamente disidratata e con i
tessuti non ancora del tutto rigidi.
La mostra mette insieme per la prima volta in Italia un’importa
nte selezione di questi reperti
archeologici, raccontando l’inter
a vicenda legata alle tombe di
Mawangdui e mostrando al grande
pubblico i principali risultati ottenuti dal loro rinvenimento,
così da far comprendere, in maniera
organica, lo splendore che cara
tterizzava la civiltà Han. Suddi
visa in tre sezioni, “Antiche leggende su
Mawangdui”, “Segreti millenari d
isvelati da antiche tombe” e “G
li splendidi reperti archeologici
rinvenuti all’interno delle tombe
”, l’esposizione si offre come
un racconto a più livelli, in grado di unire
le tappe del ritrovamento archeo
logico con le leggende ad esso
collegate.
L’esposizione prende le mosse da tutti quegli aspetti che hanno
contribuito a creare un alone di
mistero intorno a Mawangdui. Dalle antiche leggende, come quell
a del “Tumulo del re Ma” o della
“Tomba delle due donne”, fino all’inaspettata comparsa di un “f
uoco fatuo” che ha dato il via alla serie
di scavi archeologici, a partire dagli anni Settanta. In una Ci
na in piena “Rivoluzione Culturale”, persino
l’allora Primo ministro Zhou Enlai si occupò dei lavori, per i
quali vennero coinvolti anche i militari
dell’Esercito Popolare di Liberaz
ione. Per rendere conto di que
sto straordinario racconto la mostra
mette insieme 76 oggetti tra cui
lacche, tessuti in seta, manos
critti e dipinti su seta, affiancati da una
serie di approfondimenti tematici e da installazioni multimedia
li.
Mawangdui era il luogo di sepolt
ura della famiglia del Marchese
di Dai. Qui furono sepolti Li Cang, il
primo marchese di Dai, sua moglie Xin Zhui e uno dei loro figli
. Le opere esposte rappresentano i
migliori pezzi rinvenuti nelle t
ombe di Mawangdui e ricompongon
o l’universo privato di una famiglia
aristocratica dell’epoca; tra questi, spiccano le sete raffinat
issime ed eleganti, come il tessuto di
mussola variopinto stampato con motivo decorativo fitomorfo e q
uello in garza di seta stampato con
un motivo decorativo a fiammelle, dimostrazione unica dei risul
tati raggiunti nella manifattura tessile,
e ricordati perfino da Plinio il
Vecchio, che li descrive come
“tessuti di provenienza celeste”. Ma oltre a
ricostruire uno spaccato di vita quotidiana, attraverso conteni
tori, specchi in bronzo, pettini in legno,
pinzette in osso e altri materiali, i reperti in mostra rimanda
no l’eco di una realtà storica e filosofico‐
religiosa straordinaria. Lo
Stendardo
funerario
in
seta
dipinta
a
forma
di
T
ci restituisce infatti
l’immagine cosmogonica che avevano a quel tempo i cinesi, descr
ivendoci la loro idea della vita dopo
la morte e il desiderio di immortalità che li guidava. Diviso i
n tre zone, raffiguranti i piani di esistenza
celeste, terrena e infera, presenta al centro la Marchesa di Da
i appoggiata ad un bastone, in una
raffigurazione pittorica
dove realtà, fantasia e mitologia si a
rmonizzano tra loro.
Di particolare importanza in questo senso sono i manoscritti su
listelli di bambù o tavolette lignee,
ricchi di contenuti diversissimi tra loro, come accade nel
"Tianwen
qixiang
za
zhan"
(La divinazione
attraverso l'interpretazione dei
i fenomeni astrologici e atmos
ferici), il più antico mai rinvenuto al
mondo in cui si tratta in maniera specifica delle forme delle c
omete, o nel
"Wushi'er
bing
fang"
(Prescrizioni mediche per 52 mala
ttie), il testo farmacologico
più antico e più completo finora
scoperto. Dalle tecniche e rimedi per l’ottenimento di una vita
sessuale appagante alle pratiche
sessuali per mantenersi in una bu
ona condizione psico‐fisica, f
ino a una serie di consigli pratici per
salvaguardare la propria salute:
in questi manoscritti unici, f
ilosofia, politica, storia e religione si
fondono in quella che si può rite
nere una vera e propria “Bibli
oteca sotterranea”.
Le sete più pregiate, i manoscritti più antichi, gli oggetti pi
ù rari; Le leggendarie tombe di Mawangdui,
ci pone davanti agli occhi l’alto
livello di progresso che cara
tterizzava più di duemila anni fa la civiltà di
epoca Han e ci permette di apprez
zare i risultati raggiunti dal
l’archeologia cinese del XX.
Immagine: Bacinella laccata con disegni di nuvole (dettaglio), tomba n.3
Ufficio stampa
Momo, Mondo mostre
http://www.mondomostre.it/
Inaugurazione 3 luglio
Museo Nazionale di Palazzo Venezia,
via del Plebiscito 118, Roma.
Martedì/domenica 8.30 - 19.30,
Chiuso lunedì.
Biglietto: intero 5 euro, ridotto 2.50.