Nada y Todo. Omaggio a San Juan de la Cruz. I due artisti italiani presentano, nel contesto del Tempietto del Bramante, tre grandi sculture e tre opere luminose. A cura di Otello Lottini.
a cura di Otello Lottini
La mostra Nada y Todo. Omaggio a San Juan de la Cruz costituisce un evento speciale e unico; per la prima
volta e in via del tutto eccezionale, l’Ambasciata di Spagna in Italia ha consentito a due grandi artisti
italiani, Dante Ferretti e Oliviero Rainaldi, di presentare, all’interno nello straordinario scenario espositivo
nel Tempietto del Bramante (adiacente all’Accademia di Spagna a Roma) una mostra - evento, curata da
Otello Lottini.
La mostra, ideata e realizzata con il supporto scientifico e culturale dell’Università Roma Tre e, in
particolare con l’apporto del Rettore – architetto, Mario Panizza, si compone di tre grandi sculture di
Rainaldi (rispettivamente, in piombo, in vetro e in marmo), e di tre opere luminose di Ferretti.
Esse sono ispirate alla poesia e al pensiero di San Giovanni della Croce (1542-1591), uno dei più grandi
mistici e poeti di tutti i tempi, di cui si è pensato di riproporre una rilettura della sua esperienza spirituale,
nella convinzione che possa avere una grande forza e un grande impatto culturale, spirituale e morale
ancora oggi. Le opere sono pensate in modo da delineare, in una straordinaria contaminazione artistica, la
dottrina mistica di San Giovanni della Croce.
Rainaldi sintetizza, idealmente e simbolicamente, la proposta del cammino di purificazione spirituale
dell’uomo, che passa per tre fasi o vie: purgativa, illuminativa e unitiva. Il suo lavoro artistico è esaltato dal
contributo creativo di Dante Ferretti (celebre scenografo e vincitore di tre premi Oscar) che, con felice
intuizione, ha realizzato tre diverse “opere di luce”, che potenziano il senso delle sculture, in una dinamica
luminosa, che accompagna, con fraterna correlazione artistica, le costruzioni simboliche dello scultore.
I due artisti partono dalle specificità del loro linguaggio, che si alimenta delle tensioni problematiche di
oggi. La creatività tecnologica e poetica di Dante Ferretti, integra e approfondisce, dialetticamente, le
sculture di Rainaldi, nella loro correlazione spaziale con l’architettura rinascimentale.
Il Tempietto, realizzato da Bramante nel 1505-1506, è una delle opere più significative del Rinascimento
italiano e venne costruito (su incarico dei sovrani spagnoli) per ricordare il luogo dove, per tradizione, si
pensava fosse stato crocifisso San Pietro, l’Apostolo e primo papa, fondatore della Chiesa di Roma.
Il progetto espositivo si sviluppa tra lo spazio esterno al Tempietto, il colonnato e l’interno della Cappella.
Le opere sono disposte in modo da tracciare il percorso mistico, diviso in tre tappe o vie. La prima tappa
(via purgativa), simboleggia la dimensione mondana, la fase intermedia è caratterizzata dalla dinamica della
vita spirituale (via illuminativa) la terza, nella purificazione dell’Unione trasformante con Dio (via unitiva).La prima scultura è realizzata in piombo: è una lastra di 200 x 500 cm., su sui sono impressi dei fiori a
bassorilievo: un’allusione a uno stagno o palude, da cui, appunto, possono nascere i fiori. Ciò significa che
dalla materialità e dalle oscurità del mondo e della vita, può rifiorire la speranza. Su un lato della lastra, è
collocata una testa a grandezza naturale, reclinata su se stessa: con essa, l’artista allude al narcisismo
mondano dell’uomo, ripiegato nel proprio egoismo e nel proprio “particulare”, ma anche al ripiegamento
pensieroso e meditativo su se stesso, come prodromi per imboccare un cammino diverso dal passato.
La seconda scultura è una figura umana verticale in vetro, alta 240 cm.: simboleggia la depurazione della
materia umana nel suo approfondimento della dimensione morale e religiosa, e quindi, la sua
trasformazione. La scultura è collocata dinanzi alla porta di ingresso della Cappella: è il simbolo dell’uomo,
che si trova in una fase di confine, tra un fuori e un dentro e tra un prima e un poi. Con un’altra felice
intuizione, Ferretti la illumina dal basso verso l’alto, trasformandola in una sorta di fiamma.
La terza scultura, infine, è collocata dentro la Cappella. L’opera misura 120 x 180 cm. ed è costituita da un
rettangolo di marmo retroilluminato, su cui sono scolpite a bassorilievo due figure profilate, in una
spirituale nudità: esse simboleggiano l’unione mistica con il divino. Qui Ferretti ha oscurato la Cappella e
l’opera (come lo spazio intorno), è illuminata da un forte fascio di luce, proveniente da un faro, collocato
nel piano sottostante (esattamente, nel luogo del sacrificio dell’Apostolo Pietro).
Immagine: Oliviero Rainaldi, Giovanni Paolo II
Ufficio stampa
Giulia Longo, Università degli Studi Roma Tre
Tel: +39 06 57332208 - 209, Email: ufficio.stampa@uniroma3.it
Inaugurazione 3 luglio alle 21
Reale Accademia di Spagna, Tempietto del Bramante
San Pietro in Montorio 3, Roma.
Orario: Lunedì - Venerdì 9.30-12.30 e 14.00-16.30.
Ingresso libero