The Ideal City. L'artista ha realizzato un lavoro specifico per Milano. Dal dipinto rinascimentale "La citta' ideale" un percorso di associazioni conduce fino alle estranianti sequenze del film di Michelangelo Antonioni "La notte".
Continua lo storico rapporto tra Lia Rumma e i grandi protagonisti dell'
Arte
Concettuale.
Dopo David Lamelas, la
Galleria Lia Rumma di Milano
è lieta di annunciare per
l’apertura della sua nuova stagione espositiva la mostra di
Victor Burgin, dal titolo
The Ideal City, che inaugurerà giovedì
25 settembre 2014.
Victor Burgin (Sheffield, England, 1941), che aveva già ten
uto la sua prima personale
italiana nel 1972 proprio
negli spazi della Galleria Lia Rumma di Napoli, presenta in
questa mostra il lavoro inedito
The Ideal City
e due lavori storici,
Hôtel Latône
(1982) e
Solito Posto
(2008).
Artista e al contempo autore di
saggi fondamentali sulla fotografia e sulla teoria dell’arte,
Burgin a partire dalla fine degli anni sessanta ha sviluppato
la sua ricerca muovendosi
costantemente tra pratica artistica e riflessione teorica. Questo
“terzo spazio” (H. Bhabha,
1991), ovver
o il luogo e l’esito di questa oscillazione, è divenuto il fondamento
volutamente ambiguo/mobile della sua opera che si è dislocata di volta in volta nelle
pagine di un libro o nello spazio di una galleria, richiedendo allo spettatore molto più di
un semplice atto percettivo.
In questa prospettiva la fotografia, scelta come medium privilegiato,
ha avuto molteplici
valenze
: è stata un forte agente di corrosione dell’autonomia modernista, ed inoltre
ha
consentito di riconfigurare un legame con il reale
e di uscire dalle logiche analitiche di
molte pratiche concettuali.
Ma che si sia trattato dell’appropriazione o del
detournement
delle immagini pubblicitarie
dei suoi primi lavori, o della rappresentazione dei ruoli sessuali nella storia dell’arte e nei
media,
il lavoro di Burgin influenzato anche dagli
studi di semiotica, cinema e
psicoanalisi,
ha indagato e decodificato la natura dell’immagine
nel definire i termini
dominanti della rappresentazione.
Più di recente, Burgin ha indirizzato il suo discorso “verbo
-visuale” verso l’architettura e
lo spazio psichico, ovvero sulla forza, sul potere che l’architettura detiene nel modellare il
mondo e il nostro immaginario inconscio.
Invitato da
Lia Rumma
a realizzare un lavoro specifico per Milano, Burgin ha progettato
The Ideal City, La città ideale, dove il titolo è un esplicito riferimento al dipinto
rinascimentale conservato al Museo di Urbino, simbolo di quell’ideale urbano regolato da
rigore geometrico e organizzazione prospettica, ma dove il suggestivo percorso de
lle
associazioni generate da quell’immagine conducono fino alle raffinate ed estranianti
sequenze del film di Michelangelo Antonioni
La notte.
Victor Burgin
(Sheffield, England, 1941) è uno dei più eminenti artisti accademici del nostro tempo.
Studia p
ittura al Royal College of Art di Londra (1962
-
65) e Filosofia a Yale (M.F.A., 1967).
Attualmente è
Professore Emerito di
“History of Consciousness” presso l’Università della California, Santa Cruz ed Emerito “Millard Chair of Fine Art” al Goldsmiths
Colle
ge, University of London.
E’ presente in importanti istituzioni quali The Metropolitan Museum and the Museum of Modern Art,
New York; Corcoran Gallery, Washington DC; Museum of Contemporary Art e LA County Museum of Art, Los Angeles; The Walker
Art Center
, Minneapolis; The Tate Gallery, Tate Modern, e il Victoria and Albert Museum, di Londra; Centre Georges Pompidou,
Parigi.
È autore di numerosi volumi che hanno notevolmente segnato il dibattito critico non solo americano. Ne ricordiamo alcuni:
Thinking P
hotography
(1982)
,
Between
(1986)
,
The End of Art Theory: Criticism and Postmodernity
(1986),
In/Different Spaces: Place and
Memory in Visual Culture
,
Shadowed
(1996)
;
The Remembered Film
(Reaktion, 2004);
Situational Aesthetics
(Leuven University Press,
2
009);
Parallel Texts: interviews and interventions about art
(Reaktion, 2011). Gli ultimi esiti della sua ricerca artistica e teorica possono
essere sintetizzati nel titolo del suo saggio: The Location of Virtual Experience,’ in Annette Khun (ed.),
Little
Madnesses: essays on
D.W.Winnicott
(I.B.Tauris, 2013).
Inaugurazione giovedì 25 settembre 2014, dalle ore 19.00
Lia Rumma
via Stilicone 19, 20154 Milano
orari galleria: martedì-sabato h 11.00–13.30 e 14.30-19.00