La Commedia dell'Arte. L'artista si serve di oggetti comuni, domestici e residuali che assembla in composizioni essenziali dalla forte componente poetica. In mostra Costa sviluppa 3 percorsi paralleli sul tema dell'invisibilita'.
Peep-Hole presenta la prima personale in un'istituzione italiana
dell'artista Adriano Costa.
La ricerca di Adriano Costa prende le mosse dal potenziale narrativo della
quotidianità, da quel flusso di elementi costituito da oggetti comuni,
domestici e residuali che egli accosta e riassembla in composizioni
essenziali, con una forte dimensione poetica. Interessato a sondare il
momento in cui l’oggetto non è ancora definito come opera, l’artista
brasiliano indaga i diversi aspetti del visibile e la natura dei
materiali, coniugando solidità e fragilità e giustapponendo forme, motivi
e colori per creare progressioni geometriche dotate di qualità emozionali
e musicali, di ritmiche intuitive e spontanee, organiche e vitali,
formalmente vicine ai principi dell'arte neo-concreta e minimalista.
Frutto di aggiustamenti progressivi e dall’apparenza leggera e casuale, le
opere di Costa, che spaziano da dipinti tridimensionali di grande formato
a installazioni ambientali a sculture e lavori fotografici, esplicitano
proprio nel loro delicato equilibrio formale e nell’intento
anti-monumentale una posizione critica nei confronti della
contemporaneità, trovando nel binomio di astrazione e ready-made la forma
di una riflessione su questioni identitarie, sulle controversie
socio-economiche mondiali, e sul mercato dell’arte
Nel progetto ideato per Peep-Hole, intitolato La Commedia dell’Arte e
ispirato alla storica forma teatrale italiana che prendeva vita nelle
strade e la cui eredità è stata assunta dall’esperienza del Teatro
dell’Oppresso fondato in Brasile da Augusto Boal, Adriano Costa sviluppa
tre percorsi paralleli incentrati sul tema dell’invisibilità, delle
condizioni di lavoro nelle società capitalistiche, dello statuto degli
oggetti in quanto merci, il tutto sullo sfondo delle relazioni controverse
e di sfruttamento coloniale tra Europa e Sud-America, che si ripercuotono
sui lavoratori migranti.
La mostra riflette sullo spazio liminale tra visibilità e invisibilità
rappresentato da queste persone, che legalmente non esistono seppure
contribuiscano alle economie dei paesi dove risiedono illegalmente.
"L’invisibilità legale e politica di questa porzione gigantesca di
popolazione diventa la base per tracciare un parallelo con la mia
situazione personale: quella di un artista latinoamericano che sta
lavorando in Europa" (A. Costa), con tutte le conseguenze che questa
riflessione può portare in termini di discorso post-coloniale e di analisi
sulle condizioni del mercato dell’arte.
Inaugurazione 25 settembre alle 18.30
Peep-Hole,
via Stilicone 10, Milano.
Orario: mercoledì – sabato 14.30 – 19.00
o su appuntamento
Ingresso libero.