Ingegneria per sognare: un considerevole numero di ceramiche, di teatrini e di sculture che possano rinverdire il ricordo di Melotti presso il pubblico milanese.
'INGEGNERIA PER SOGNARE'
Nel 2001, dopo che l'anno precedente innumerevoli manifestazione avevano
salutato il centenario della nascita di Lucio Fontana, ci aspettavamo che Milano
dedicasse il medesimo interesse a Fausto Melotti, nato nel 1901 a Rovereto ma
milanese di adozione, infatti aveva casa in Corso Magenta e lo studio in via
Leopardi. Solo il Politecnico, di cui era stato allievo, organizzò una bella
celebrazione durata una mattinata, per il resto poco altro.
Melotti, nella sua seconda vita d'artista, ha esposto in pochi ma
significativi luoghi pubblici: la Galleria d'Arte Moderna a Torino, Palazzo
Reale a Milano, Forte Belvedere a Firenze, la Galleria d'Arte Moderna a Roma,
la Galleria dell'Accademia a Venezia. Le critiche sono sempre state
entusiastiche e, cosa rara per i critici d'arte, di una chiarezza e
semplicità esemplari e anche vari scrittori, ad esempio Italo Calvino, sono
stati soggiogati dalla singolare poesia delle sue opere. Melotti, però, sembra
non essere stato collocato in modo chiaro nell'ambito dell'arte moderna,
infatti gli storici dell'arte tendono a valorizzare solo le opere scultoree
degli anni Trenta ma il suo lavoro degli anni successivi, non aggregabile ad
alcuna delle correnti alla moda, risulta inesistente sia per la storia
dell'arte sia per la presenza museale. A Rovereto è terminata da poco una
mostra sulle ceramiche di Melotti che ha meravigliato molti, e queste opere
testimonierebbero punti di tangenza molto significativi con gli splendidi lavori
del suo amico Fontana.
Ora, e siamo ormai nel 2004, dopo il grande successo delle mostre a lui dedicate
presso il Guggenheim di New York e il museo di Osaka, una galleria privata, che
non può certo disporre di risorse economiche pari ad un ente pubblico, vuole
riunire un considerevole numero di ceramiche, di teatrini e di sculture che
possano rinverdire il ricordo di Melotti presso il pubblico milanese.
Ci piacerebbe che la mostra avesse una risonanza importante per i motivi
anzidetti e per lo sforzo organizzativo dello Studio Lattuada (che allora si
chiamava Arte Centro), fra i primi a riconoscere l'importanza dell'opera di
Melotti organizzando una mostra intitolata: 'Licini, Melotti, Lazzari' (ecco
un'altra grande dimenticata) nel lontano 1978 e una collettiva nel 1985
riguardo alla quale Sebastiano Grasso, sul Corriere della Sera, scriveva: 'Le
sculture di Fausto Melotti (...) - La leonessa e il suonatore di flauto, La
bestia sonnambula, (...), Geisha con il cappello a foggia di giudizio di Paride,
La nave di Ulisse - sono incredibili pezzi di bravura poichè con fili di
ottone, carta, straccetti di tessuto grezzo, plexiglass egli riesce a generar
un'armonia sottilissima...con un gusto metafisico e teatrale quasi fossero
scene e quinte per una commedia al di fuori del tempo.'
Immagine: Senza titolo, 1959
Fausto Melotti
Catalogo in galleria
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