'duemilaquattordici' e' un'installazione ambientale in cui dialogano opere realizzate con mezzi espressivi diversi: dalla calcografia e la pittura fino alle opere su tela o eseguite con lamine di piombo. Tomic presenta 6 video, tre dei quali girati con la tecnica della stop motion.
Mario Benedetti
duemilaquattordici
Mario Benedetti torna alla Fondazione Mudima presentando un’installazione ambientale in cui dialogano opere realizzate con mezzi espressivi diversi: da quelli per lui più abituali come la calcografia e la pittura, fino alle recenti opere su tela e altre forme tridimensionali eseguite con lamine di piombo. Pur nella loro diversità le opere in mostra si intrecciano e susseguono in una profonda e misurata sincronia creando un paesaggio sospeso, punteggiato di presenze arcane che stanno sul crinale tra astrazione e naturalismo.
Come infatti avviene con le incisioni, per l’artista non si tratta soltanto della conoscenza delle tecniche, ma soprattutto di una grande concentrazione sulle possibilità evocative della materia, sviluppate in autonomia ma accomunate dalla medesima urgenza creativa di arrivare al nucleo profondo dell’interiorità umana, secondo un modello che non vede soluzione di continuità tra uomo e natura. In questo modo le opere presenti in mostra acquisiscono una sospesa e magica leggerezza, anche sottolineata dagli elementi appesi “a navigare” nello spazio. Non viene mai meno il contatto con le matrici naturalistiche del suo lavoro, in una “aniconicità” che azzera sì i riferimenti mimetici con la natura, ma che la esalta sul piano della materia e dei suoi empiti emotivi. Tra le opere più recenti in mostra vi sono opere tridimensionali dalle forme inquietanti facenti parte dell'installazione che pur avendo una loro autonomia espressiva, instaurano un dialogo serrato con le opere su tela e le incisioni. Benedetti le realizza con ceramica, legno con lamine di piombo, materiali che assembla e manipola sfruttando e valutando suggestioni e possibilità che gli stessi gli suggeriscono di volta in volta con un’immediatezza antiretorica che si risolve nell’evidenza fisica della materia organica e inorganica, nella forza dell’azione umana e nello scavo interiore.
Fa parte del percorso espositivo anche un video d'artista a firma di Alberto Nacci dal titolo
"Look in the Dark" (4'30''). La colonna sonora dell'opera video costituisce il "paesaggio sonoro" della mostra: i suoni "concreti" prodotti da Benedetti durante la realizzazione dell'opera creano infatti l'illusione di essere nello studio con l'artista condividendo con lui le emozioni che accompagnano la realizzazione di un'opera d'arte.
Mario Benedetti nasce a Terni nel 1938. Alla fine degli anni ’50 si trasferisce a Milano dove frequenta il Liceo Artistico a Brera. La vivacità culturale dell’ambiente milanese in quegli anni è importante per la formazione di Benedetti, e diventa anche il principale luogo di riferimento per la sua attività artistica. Milano, Torino, Firenze, Cremona sono le città dove gli vengono i primi riconoscimenti per il suo lavoro di pittore, e in occasione del suo primo viaggio e soggiorno in Brasile, nel 1964 – 65, prende confidenza con il mezzo di riproduzione fotografica che lo porta alla manipolazione del fotogramma filmico e alla produzione in proprio di alcuni filmati in super 8 e 16 mm. Alla fine degli anni ’60 si trasferisce a Bergamo dove inizia anche l’attività didattica. Gli anni 1977 – 79 segnano una importante svolta nella pittura di Benedetti e costituiscono il passaggio da retaggi di una produzione ancora vagamente figurativa a una semplificazione di maggiore astrazione nella forma e nei contenuti, Nel 1981 e 1982 in Brasile tiene tre mostre personali al Museu de Arte do Rio Grande do Sul in Porto Alegre, al Museu de Arte Moderna in São Paulo e al Museu de Arte Moderna di Rio de Janeiro. I primi approcci alla calcografia, che persegue nel tempo e che oggi è parte integrante del suo lavoro, risalgono agli anni ’60. Tra le mostre nazionali ed internazionali si segnalano le Triennali internazionali di grafica a Cracovia nel 1976, nel 1997 con le personali al Gornoslaskie Muzeum a Bytom e alla Galleria d’arte contemporanea Bunkier Sztuki a Cracovia, le Biennali di Ljubljana (1975 e 1996), le Triennali dell’Incisione al Palazzo della Permanente, Milano, la Graphica Creativa all’Alvar Aalto Museo in Jyvaskyla, Finlandia, la mostra “Nel segno” al Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo e quella alla Fondazione Mudima a Milano nel 1999. Nel 2002 le sue grandi incisioni vengono esposte al Museo Nacional de la Estampa a Città del Messico e nel 2008 al Museo Civico Ala Ponzone di Cremona. Vive e lavora a Bergamo e Milano dove è stato titolare della Cattedra di tecniche dell’incisione all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Alberto Nacci nasce a Trapani nel 1957, Alberto Nacci dal 1982 vive e lavora a Bergamo. Già docente di Progettazione Sonora all’Accademie Carrara di Belle Arti di Bergamo e alla LABA di Brescia, dopo una lunga attività di musicista jazz, dalla fine degli anni '90 si dedica alla produzione di documentari d’arte e cultura, filmati industriali e didattici e opere di videoarte. I suoi lavori hanno ricevuto numerosi riconoscimenti a livello internazionale in Europa e Usa.
Ulteriori informazioni su www.albertonacci.it
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Milos Tomic
6 film di Miloš, nondimeno verità soggettive
La Fondazione Mudima è lieta di presentare la mostra personale di Miloš Tomić, artista multimediale serbo più volte ospite a Milano Film Festival e chiamato a rappresentare la Serbia nel 2013 alla Biennale di Venezia con il progetto dei Diari musicali. Il progetto consisteva in una serie di video-diari dell'artista e dei suoi amici che combinavano improvvisazione musicale con i suoni ritmici realizzati con oggetti di uso quotidiano come il ticchettio degli orologi, l'accensione e lo spegnimento di interruttori della luce e il suono del velcro delle scarpe del suo bambino, una sorta di improvvisazione che l'artista stesso definisce “come forma di liberazione e guarigione personale”.
Miloš Tomić presenterà alla Fondazione Mudima una selezione di sei video tre dei quali girati con la tecnica della stop motion, tecnica di animazione dove gli oggetti vengono fisicamente spostati e manipolati e poi fotografati, creando l'illusione del movimento quando le foto vengono riprodotte come una serie continua. E' previsto per fine di ottobre un workshop dell'artista nello spazio della Fondazione. Nato a Belgrado nel 1976, Miloš Tomić si interessa alle arti sin da piccolo, disegnando, pitturando, fotografando e collezionando oggetti con sguardo sempre curioso sul mondo. La sua versatilità si declina anche nell'interesse per la danza, la musica e le trasmissioni radiofoniche.Durante le superiori frequenta la scuola di film di “Kvadrat” diretta da Zoran e Svetlana Popović.Nel 2001 si diploma in Regia all’Academy of Art di Belgrado sotto la guida di Miša Radivojević e completa gli studi di animazione a Praga con Petar Skala. Dal 2009 vive a Belgrado dove insegna forme del video alla Singidunum University.
Inaugurazione 14 ottobre ore 18
Fondazione Mudima
via Tadino 26, Milano
Orari di apertura: dal lunedì al venerdì ore 11 - 13 e 15 - 19.30
Ingresso libero