Unrest. L'artista procede nel tentativo di assorbire la cultura indigena, ricavandone modelli di progresso e conoscenza da offrire come alternativa a quelli neocolonialistici.
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a cura di Nicoletta Daldanise
La Galleria Umberto Di Marino è lieta di presentare, giovedì 11 dicembre 2014, la personale di Paloma Polo dal titolo Unrest. L'esposizione, realizzata in partnership con Acción Cultural Española (AC/E), costituisce l'anteprima di un progetto pluriennale di ricerca, che vede coinvolte più istituzioni a livello internazionale: Land Art Contemporary, TAAK, IBON Philippines, Mondriaan Fonds e il Centre for International Studies (University of the Philippines in Diliman).
Le cosiddette "Special Economic Zones" o "Freeports", regioni geografiche create per attrarre investitori esterni in quanto dotate di legislazione economica speciale, sono oggetto di studio da parte dell'artista da diversi anni. Una specifica prospettiva sugli esiti dei meccanismi socio-economici del modello capitalistico occidentale viene dunque indagata per sottolineare le contraddizioni insite nei processi di normalizzazione.
Le drastiche trasformazioni cui sono state sottoposte negli ultimi anni vaste porzioni di terreno nelle Isole Filippine, infatti, sono dovute in parte alle catastrofi ambientali, ma sono soprattutto legate agli interessi delle multinazionali rispetto alla riforma agraria in atto nel paese. Il sostegno alla regolamentazione del ciclo produttivo delle aree rurali a vantaggio di colture tecnologicamente più efficienti ha assunto una rilevanza tale da influire in maniera predominante sulla vita politica e il tessuto sociale locale.
In particolare, pratiche intensive di deforestazione, esproprio e marginalizzazione hanno dato luogo, di contro, ad un singolare processo di adattamento ai cambiamenti di natura violenta. Intere comunità sono state private dei mezzi di sussistenza e della relazione con la propria storia, costrette continuamente a ritirarsi verso aree più periferiche, acquisendo nuovi comportamenti per fronteggiare le imminenti trasformazioni. Paloma Polo osserva questi fenomeni di resilienza, calandosi a più riprese nella vita di un gruppo di abitanti ancora resistenti al processo d'inglobamento nel modello capitalistico. Eludendo i pregiudizi e le categorie epistemologiche solitamente applicate dagli studiosi a questo tipo di riflessioni, l'artista procede nel tentativo di assorbire la cultura indigena, ricavandone modelli di progresso e conoscenza da offrire come alternativa a quelli neocolonialistici.
Sulle tracce di una guaritrice, depositaria dell'antico sapere "scientifico" della comunità in merito alla botanica e ai suoi usi medicinali, Paloma Polo costruisce nella serie A fleeting moment of dissidence becomes fossilised and lifeless after the moment has passed un suo personale archivio, cercando di restituire non solo le proprietà fisiche delle piante, ma anche il complesso apparato cosmologico che ne accompagna la fase di raccolta: un uso non strumentale della natura che si rispecchia anche nelle relazioni sociali all'interno della comunità.
Nozioni che possono sfuggire al sapere istituzionalizzato assumono qui un ruolo fondamentale nell'individuazione di un possibile modello post-capitalista, ponendo quindi un accento critico anche sulla parzialità ideologica della terminologia e delle categorie applicate agli studi antropologici in questo senso. Nel video, infatti, i primi piani degli abitanti presenti ad un convegno multidisciplinare organizzato dall'artista sul tema vengono intrecciati alle immagini in presa diretta dello sgretolamento del paesaggio naturalistico e architettonico. Il racconto della voce narrante insinua il sospetto che l'episodio non sia solo frutto della sua fantasia, ma che invece costituisca il tentativo di un approccio storiografico a quanto accaduto in quei luoghi. Una richiesta di attenzione all'ascolto tout court per una concezione democratica della storia, nella quale tutti trovino uno spazio reale di rappresentazione.
Paloma Polo, è nata a Madrid nel 1983. Vive e lavora ad Amsterdam
Principali mostre personali e collettive:
2013
Things from before....., Parra & Romero, Ibiza, Spagna
Il Palazzo Enciclopedico, 55th Biennale di Venezia a cura di Massimiliano Gioni.
2012
Apparent Position, Galleria Kurimanzutto, Città del Messico, Messico
Apparent Position, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía. Madrid, Spagna
Gravity and Disgrace, a cura di Miguel von Hafe, Centro Gallego de Arte Contemporáneo. CGAC. Galicia, Spagna
2011
Modelling Standar, a cura di Jorge Satorre e Erick Beltrán, Galleria Joan Prats, Barcellona, Spagna
Zomertentoonstelling, a cura di Marien Schouten, Paul Andriesse Gallery, Amsterdam, Olanda
2010
The Precarious State, a cura di Olga Cordón.,The Inkijk, Skor. Ámsterdam, Olanda
Before Everything, a cura di Manuela Moscoso and Aimar Arriola, CA2M, (Centro de Arte Dos de Mayo), Madrid.
Con la collaborazione di:
Acción Cultural Española (AC/E) e Oficina Cultural Embajada de España en Italia
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The Galleria Umberto Di Marino is delighted to present Unrest, a solo show by Paloma Polo, on Thursday
11 December 2014. The exhibition, mounted in partnership with Acción Cultural Española (AC/E), provides a preview of a long-term international project involving several institutions: Land Art Contemporary, TAAK, IBON Philippines, Mondriaan Fonds and the Centre for International Studies (University of the Philippines in Diliman).
The so-called "Special Economic Zones" or "Freeports" - regions with special economic legislation set up to attract foreign investors - have been studied by the artist for several years. She provides an interesting insight into the results of socio-economic mechanisms of the western capitalist model, underlining the contradictions implicit in normalisation processes.
The drastic transformations that have affected large parts of the Philippines have been partly due to environmental catastrophes but are mainly linked to the interests of multinationals in the agrarian reforms currently taking place in the country. The support for regulating the productive cycle of rural areas in favour of technologically more efficient cultivation systems has become so significant that it has had a huge influence on political life and the local social fabric.
In particular, intensive deforestation, confiscation and marginalistion has led to a distinctive process of adaptation to the violent changes. Deprived of their means of subsistence and their ties with their own heritage and history, entire communities have been continuously forced to retreat to more peripheral areas, adopting new forms of behaviour to cope with imminent upheavals. Paloma Polo observes their resilience, immersing herself on several occasions in the lives of a group of inhabitants who are still resisting the process of being absorbed into the capitalist model. By avoiding the prejudices and epistemological categories usually applied by scholars to this type of analysis, the artist tries to absorb the culture of this indigenous people, using her experience to formulate models of progress and knowledge that offer an alternative to neo-colonial models.
By following a woman healer, the custodian of the community’s ancient “scientific” knowledge of plants and their medicinal uses, Paloma Polo constructs her own personal archive in the series entitled A fleeting moment of dissidence becomes fossilised and lifeless after the moment has passed. She tries to portray the physical properties of the plants as well as the complex cosmological system related to their harvesting: their use of nature is not exploitative and this is reflected in the social relations within the community.
Concepts that may appear alien to institutionalised knowledge take on a crucial role here in identifying a possible post-capitalist model, offering a critique of the ideological bias of the terminology and categories applied to anthropological studies in this field. In the video, the close-ups of the inhabitants who attended a multidisciplinary conference on the theme organised by the artist are interwoven with live images of the crumbling natural and architectural landscape. The account of the narrator induces the suspicion that the episode is not just the result of the imagination but constitutes an attempt to provide a historical reconstruction of the events that have taken place in these places. It is a request to listen carefully to a democratic concept of history in which everyone can find a real space of representation.
Paloma Polo, was born in Madrid, in 1983. Lives and works in Amsterdam
Selected solo and group exhibitions:
2013
Things from before....., Parra & Romero, Ibiza, Spain
Il Palazzo Enciclopedico, 55th Venice bienial, curated by Massimiliano Gioni.
2012
Apparent Position, Kurimanzutto gallery. Mexico city.
Apparent Position, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid.
Gravity and Disgrace, curated by Miguel von Hafe, Centro Gallego de Arte Contemporáneo. CGAC. Galicia, Spain
2011
Modelling Standart, curated by Jorge Satorre y Erick Beltrán, Gallery Joan Prats, Barcelona,Spain
Zomertentoonstelling, curated by Marien Schouten, Paul Andriesse Gallery, Amsterdam, Netherlands
2010
The Precarious State, curated by Olga Cordón, The Inkijk, Skor, Ámsterdam; Netherlands
Before Everything, curated by Manuela Moscoso and Aimar Arriola, CA2M, (Centro de Arte Dos de Mayo). Madrid, Spain
With the collaboration of
Acción Cultural Española (AC/E) and Oficina Cultural Embajada de España en Italia
Inaugurazione 11 dicembre ore 19
Galleria Umberto Di Marino
via Alabardieri, 1 Napoli
lun-sab 15-20 mattina su appuntamento
ingresso libero