Opere recenti degli artisti partenopei Maurizio Bonolis e Salvatore Starace
Opere recenti degli artisti partenopei Maurizio Bonolis e Salvatore Starace
A cura di Maurizio Vitiello
Maurizio Bonolis lo conosco da tempo.
Ricordo le precedenti due mostre che gli organizzai, curai e presentai.
La prima fu allestita, nel 1973, nella Saletta VIP del sodalizio ''Tennis Tavolo Club Vomero'', da molti napoletani conosciuto come il titticcì, mentre la seconda, nel 1985, fu disposta negli accoglienti ambienti della ''Libreria-Galleria Dehoniana'', in Via Depretis, dove avevo iniziato, già dall'ottobre 1980, a proporre, in un esteso ed articolato programma, giovani emergenti e docenti dell'Accademia di Belle Arti di Napoli, in un cambio incalzante, inusuale per l'epoca e per la scelta, che guardava a nuove istanze e alla qualità , e non all'anzianità di servizio nel mondo dell'arte.
E, soltanto oggi, mi rendo conto che sono passati trentanni.
Maurizio Bonolis mi ha parlato della sua mai spenta passione artistica e della sua radicata intenzione di riagganciare un giro espositivo per poter promuovere gli ultimi esiti della sua produzione, in particolar modo gli oli su tela, che ho avuto modo di apprezzare nel suo tranquillo studio di Via Cilea.
Dopo aver visionato i lavori, affrontato un'ampia e convergente discussione e rivolto opportuni suggerimenti per un uso più deciso delle tecniche e per una più incisiva disposizione di tagli, ho conversato a lungo con l'artista Maurizio Bonolis, che intende dar prova di sé con una serie nutrita di mostre.
Le elaborazioni pittoriche di Maurizio Bonolis, di solito 60 x 80 cm. e 70 x 90 cm., possono essere racchiuse in un'interpretazione simbolica che dialoga con atmosfere metafisiche della pittura.
I soggetti hanno voglia di conquistare lo spazio, anzi tentano di sedurlo, di coprirlo, di invaderlo pienamente.
L'essenza della presenza umana e/o animale vuol recidere quel che resta della stagione e della prigione metafisica, perché c'è intenzione di esistere, nonostante tutto.
''Icaro caduto nello studio'', ''La caduta di Icaro'', ''Cavallo iridato'', ''Autoritratto con rondine'', ''Gabbiani'', ''Marionetta con gabbiano'', ''Primavera'', ''Rondine'', ''Angelo'', ''Donna con capelli al vento'', ''Centauro'' sono pezzi da leggere per una costante.
Questa costante si trova nella dinamica, dichiarata ed estrema, di pregevoli incursioni, che intendono vincere latenze e significare, invece, presenze.
Maurizio Bonolis imposta la redazione delle sue opere con un impasto cromatico solido, convincente, compatto, perché vi sia profondo un senso tattile, quasi di corporeità , e per favorire, al massimo, l'assunzione icastica della scena e dei protagonisti che l'animano.
Nella discrezionalità austera dell'impianto metafisico, impostata e strutturata da Maurizio Bonolis, si legge e si ricava la tendenziale idea di misurare lo spazio, ma, anche, di interpretarlo pienamente, possederlo e alla fine di conquistarlo con una rilevante sembianza umana, con pregnanti pluridimensioni cromatiche o con elettriche mitiche figure.
Maurizio Bonolis non ricorre alle iperboliche iconografie multimediali, ma a scandite figure che cercano, nel loro manifestarsi, d'estrapolare succhi vitali e frenetici.
Maurizio Bonolis è sempre in continua attività ed è fortemente impegnato ad inquadrare in pittura i cambiamenti storico-geografici del pianeta, ricercando tra moti e motivi.
Maurizio Bonolis cerca di dare sostanza alle attese e coglie, nelle sue pitture ad olio, certezze acute di soglie e di limiti.
Ma fa di tutto perché ci sia un varco, un respiro, un'apertura.
Il suo intendimento indugia, con severa discrezione, sull’esterno del mondo e mantiene un pudico contatto con il sentiero del limite, che non ravvede come soglia di preclusione.
Un sentimento di riappropriazione l'ha spinto a colmare la tela bianca ed allora perché non ''leggere'' i movimenti della società all'angolo della strada e gli eventi mondiali.
Il nostro vivere, con i sussulti quotidiani, mai pacifici, può essere controllato ed esaminato grazie ad una profonda presa di coscienza, corroborata anche dalla disamina di ciò che si sedimenta.
Il ''focus'' dell'azione pittorica di Maurizio Bonolis, che prende spunto da vene intimistiche, cala, poi, il suo interesse sulla rappresentazione umana odierna.
Maurizio Bonolis, con estrema serietà , ha sempre cercato di esplicitare, con un codice linguistico intenso, immagini forti, in cui segmenti e cromie consolidano visioni consistenti.
Le opere di Maurizio Bonolis riescono con l'affondo della materia a suggellare squarci di luci e di verità .
L'artista forma, con significativa abilità , spessori sulla tela per alimentare cromatismi intensi, perché palpitino equilibri di umori e sfere di sentimenti.
Si riesce, così, a captare la volontà dell'artista di significare, con tratti decisi ed esperti, agganciati a vettori cromatici, determinati da gesti precisi, un calibrato ventaglio di motivi e di strutture visive.
Maurizio Bonolis assegna ad una scala calamitata di colori, regolata da reticoli di segmenti, che vibrano tra torsioni dinamiche, pensieri alti.
Non solo le parole, ma anche i segni dichiarano propositi ed investigazioni.
In questo caso ci riassumono l'uomo che, seppur dominante con la tecnologia, riattraversa i miti per oltrepassare la storia, ma in definitiva cerca libere fughe in avanti.
Il suo itinerario pittorico, sostanziato da suggestioni simboliste, è cadenzato da visioni metafisiche, nelle quali si percepisce un accadimento possibile o futuro tracciato da figure semioniriche, da ombre danzanti e da presenze cangianti.
Maurizio Bonolis raccoglie ed assembla, seguendo palpitanti visioni, che ricontrolla con un esercizio cadenzato di spessori e tocchi cromatici e di precisazioni strutturali.
Le figurazioni dell'operatore, lontane da congetture fabulistiche o da circuiti ingannatori, risultano sincere.
L'artista, con redazioni pittoriche caricate da tratti spezzati, riesce ad assumere una posizione propria, agganciata, comunque, ai solchi di ambiti simbolisti e metafisici.
La pittura di Maurizio Bonolis snoda sequenze ed inquadrature di un universo raccolto da risposte di uno specchio intimo, ma che guarda anche al mondo.
Salvatore Starace è riuscito a fissare la parte costitutiva della ringhiera del ponte di Seiano (amena frazione del Comune di Vico Equense, sulla costiera sorrentina) in segno estetico.
Si sa che le ringhiere dei ponti proteggono la vita di chi vi transita o di chi vi si sofferma, ad esempio, a rimirare panorami.
Il ponte unisce, attraversa, ma può anche dividere, e può essere rotto, interrotto, ricostruito, superato, scavalcato, sollevato, affondato, sbriciolato, sospeso, risistemato, abbellito, colorato .....
Insomma, il ponte, oltre ad essere via di comunicazione, presenta tutte le caratteristiche per alimentare punti d'osservazione.
E il nostro contemporaneo, con le sue luci e le sue ombre, è valutato e riportato da Salvatore Starace in fresche elaborazioni, in tecnica mista.
L'artista, fondamentalmente, annoda, accoppia, stringe, associa elementi vari, diversi e variegati con il riporto segnico-grafico del modulo della ringhiera del ponte di Seiano.
Il fruitore vedrà sempre nelle sue opere il modulo della ringhiera, riproposto, talvolta, con tagli di sezione, associato a ritagli fantasiosi o legato a fatti contemporanei, ripresi da giornali o da riviste.
Quindi, un segno della propria identità territoriale fatto proprio e metabolizzato in senso creativo assiste agli eventi del mondo o accompagna ricerche, squisitamente impostate, di intelligente caratura e di notevole carattere.
Salvatore Starace racconta con tocco premiante.
Abbiamo controllato, a lungo, la sua ultima produzione, che ha accolto ulteriori istanze e risulta ben impostata negli equilibri, e l'abbiamo considerata, immediatamente, di qualità per gli esiti raggiunti.
L'artista, estrapolando sintesi e toni da accorsate o quasi sconosciute pubblicazioni, dispone carte, toccate o invase da colori, affiancandole ad una base modulare, e calibra, così, rapsodiche tracce iconiche.
Addizioni fotografiche di oggetti comuni, in qualità di cunei mediatici, e rilevate particolarità estetiche di elezione, come il modulo della ringhiera del ponte di Seiano, ricombinate in tagli estremi e definite in brillanti soluzioni, segni fantasiosi, segnali politici ed etici, segnacoli di realtà caleidoscopiche costituiscono una cifra corsiva, imbevuta di alcuni tratti correnti e di intriganti velocizzazioni di notazioni corsare.
Le misurate immagini di Salvatore Starace coagulano reliquati visivi ed informazioni attuali, ma, soprattutto, corroborano una sapiente sintassi che sfuma la dimensione figurativa ed impaginano sintetici colloqui col mondo.
Maurizio Vitiello
Centro Iniziative Artistiche Culturali ''CIAC M 21'', in Via Anfiteatro n. 49, a Santa Maria Capua Vetere (Ce)
Orario: 11-13/17-20. Sino a giovedì 25 marzo 2004.