Una pittura dal rigore scientifico, un'espressione artistica che sia anche lessico materico, e' quanto si ravvisa nelle opere di Roberta Bernardini.
Pitture
Una pittura dal rigore scientifico, un'espressione artistica che sia anche
lessico materico, è quanto si ravvisa nelle opere di Roberta Bernardini.
Certo l'aspetto emozionale è presente, dimensioni e colore sembrano
avvolgerti, ma non è il filo (forse sarebbe meglio dire il fine, se non
fosse concetto così abusato) conduttore. Le tele di Roberta appaiono
piuttosto quali frasi ordinate di un dialogo tra alcune delle categorie
ultime della realtà : sostanza, relazione, tempo. Quest'ultimo evidente nelle
macchie scure o nei buchi, posti come punti di riferimento sulla superficie
del quadro. Nel suo svolgersi temporale la materia dipinta si fa sempre più
pittorica, abbandonando gradualmente gli inserimenti "naturali", per
giungere ad un fraseggio artistico più essenziale e fondato solo sui propri
mezzi. Quasi a dire che l'arte può parlare da sola, semplicemente con i
medium tradizionali, dell'esistenza. E continuando in questa analisi, non è
forse la natura fondamento dell'esistenza nella sua configurazione fisica e
divenire biologico? Ecco quindi pesci, foglie, frammenti di natura assurti a
soggetto pittorico, sino alla comparsa dei bambini. Ultimo approdo, non
casualmente in ordine cronologico, per rendere più visibile la relazione tra
l'uomo e l'ambiente che lo circonda. Ma i bambini sono anche emblema della
facoltà umana di continuazione della specie, monito della sua fragilità e
del distacco sempre maggiore tra l'organico umano e quello ambientale. Gli
sfondi così vuoti e al contempo sofferti di cretti e rigonfiamenti aumentano
questa lontananza.
Un tale modo di dipingere sembra riproporre l'arte come strumento
conoscitivo, metodo per dialogare su quanto non può essere diverso da quello
che è.
Sabrina Massini
Inaugurazione sabato 20 marzo ore 18
Punto Einaudi
via Oberdan, 30
Arezzo
tel 0575353085