Here the dreamers sleep. Ispirandosi alla famiglia Anderson, considerati grandi sognatori, Mastrovito alterna incubo e sonno, sogno e realta', mettendo in relazione la cronologia familiare e il tempo inteso come Storia dell'umanita'.
Il 19 febbraio alle ore 18.00 inaugurerà la personale di Andrea Mastrovito, dal titolo "HERE THE DREAMERS SLEEP", con l'ausilio critico di Marco Bazzini ed Eugenio Viola.
L'esposizione si svilupperà al primo piano del Museo, prendendo spunto dalla storia della famiglia Andersen e dal progetto futuristico di Hendrik C. Andersen e di Olivia Cushing riguardante il Centro Internazionale per la Comunicazione per affrontare il tema universale dell'utopia, del sogno e dell'ideologia in un momento storico in cui i poteri forti sembrano riaffermarsi a livello globale, mentre il nostro Paese appare ancora sepolto sotto le macerie post-crisi.
Nelle cinque stanze del primo piano Mastrovito riporta in vita Hendrik, Andreas, Helene e Olivia, parafrasando l'enfasi e la retorica dei grandi gruppi scultorei di Christian al piano inferiore. I Quattro membri della famiglia sono infatti simboleggiati da cinque gruppi (uno per stanza) di quattro statue da giardino in cemento raffiguranti soggetti classici e decorativi, dal David alle divinità Ebe, Venere Paolina e Mercurio.
Ogni gruppo di statue porta disegnata a matita, come impressa sulla superficie, un'immagine inerente le vicende della famiglia e i temi sottesi alle personalità coinvolte: l'utopia, l'omosessualità, il riscatto femminile.
Così come recita il titolo (HERE THE DREAMERS SLEEP - la frase incisa sulla tomba di famiglia), gli Andersen furono dei grandi sognatori: Mastrovito coglie quest'aspetto e, alternando sogno e realtà, incubo e sonno, crea un dialogo aperto, una domanda e una immediata risposta, tra la cronologia della famiglia e il tempo inteso come storia dell'umanità che, per l'artista è assimilabile a un ciclo infinito di creazioni/distruzioni/creazioni.
In ogni stanza le statue dialogano con una serie di collage che ripercorrono le grandi utopie del nostro tempo, le ideologie, i loro cortocircuiti e la loro caduta. Di stanza in stanza, le statue stesse, crollano una alla volta, seguendo l'ordine in cui i membri della famiglia sono venuti a mancare: prima il fratello pittore Andreas, poi sua moglie, la mecenate Olivia, quindi la madre Helene e in ultimo proprio Hendrik. Nella grande stanza centrale non rimangono infine che le macerie delle statue sulle quali l'artista realizza, sempre con una semplice matita, il disegno dell'immaginario World Centre.
La mostra propone la rilettura del ruolo rappresentativo della scultura e della materia di cui è composta: le sculture nascono come celebrazione dei potenti e dei vincitori, e al contempo la loro distruzione corrisponde alla caduta e all'avvento di nuovi potenti e di nuovi miti.
La rassegna è supportata da Boxart Galleria d'arte (Verona); il catalogo è di Maretti Editore.
Ufficio stampa Gnam
Laura Campanelli Lilith Zulli tel 06 32298328 s-gnam.uffstampa@beniculturali.it
Inaugurazione Giovedì 19 febbraio ore 18
Museo Hendrik Christian Andersen
via Pasquale Stanislao Mancini, 20 Roma
Orario: Da martedì a domenica, 9.00 - 19.30 (ultimo ingresso ore 19.00)
Ingresso libero