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25/9/2000

Paesaggio italiano

Espace Electra, Paris

Il paesaggio del paese più famoso per i suoi paesaggi visto dai suoi artisti più noti e dai più giovani, attraverso mezzi diversi, come la pittura, la fotografia, la videoinstallazione, il suono, in un allestimento che ..farà regredire di un secolo il progresso elettrico!


comunicato stampa

Il paesaggio del paese più famoso per i suoi paesaggi visto dai suoi artisti più noti e dai più giovani, attraverso mezzi diversi, come la pittura, la fotografia, la videoinstallazione, il suono, in un allestimento che ..farà regredire di un secolo il progresso elettrico!

E' questo il tema della mostra "NUOVO PAESAGGIO ITALIANO", curata da Maria Grazia Torri, con interventi critici di Gillo Dorfles, Gianni Celati ed altri, che si terrà a Parigi all'Espace Electra (Fondation Electricite de France) 6 rue Récamier 75007 dal 26/09 al 15/10 2000 con vernissage alle ore 13 del 26.

L'esposizione itinerante, che ha già avuto luogo a Urbino e a Milano nel 1998, a Padova e Palermo nel 1999, e che vedrà forse tappe successive in altri paesi, riunisce le opere di alcuni artisti italiani, rappresentativi di tutto il nostro territorio e interessati a parlare, attraverso le loro ricerche, dei luoghi in cui vivono o agiscono e degli effetti e mutazioni che tali ambienti hanno subito in quest'ultimo scorcio di secolo.

Si va così dal vedutismo surreale e dagli squarci di tessuto metropolitano dei milanesi Gabriele Basilico e Aldo Damioli, alle pianure metafisiche del reggiano Luigi Ghirri, passando attraverso le solitudini dei siciliani Giò Martorana e Silvio Governali, le spiagge digradanti e sabbiose del barese Gianni Leone, le inquietudini acide del romantico Luca Piovaccari, le amate sponde fluviali di Angelo Colombo, gli effetti cibernetici dei riminesi Bordoni-Paci Dalò/Giardini Pensili, i paesaggi concettuali del modenese Olivo Barbieri. E ancora, gli effetti speciali dei non luoghi di Paola Di Bello, Paola De Pietri, Giacomo Costa, Davide Bramante, Alfonso Leto, Luisa Lambri, Stefano Di Marco, il degrado estetizzato di Botto & Bruno, il sogno di redenzione pseudo-metafisico di Vincenzo Castella e Marco Neri i moduli visivi di Lorenza Lucchi-Basili e il paesaggio simbolico con terronesco bucato di Cosma, quello giocattolo di Celli & Tomasello, gli sguardi aerei di Gianluca Galtrucco, le ironie alimentari di Antonio De Pascale, i tatuaggi urbani di Michele Morosinotto, la mappatura del divertimentificio di Synthex o quella dei luoghi terapeutici di massa di Gregorio Paonessa.

Una contaminazione di generi e proposte che, soprattutto nell'allestimento milanese, ha dato luogo ad un evento spettacolare, per cui, nella fabbrica in disuso, archeologia industriale ospitante, appariva un paesaggio naturale e interattivo da registrare con simultaneità di sensi e perciò di media. Cosicché la fotografia e la pittura hanno trovato la loro vita naturale nella luce diurna, mentre i suoni della metropoli, le videoinstallazioni e gli effetti elettronici, fotosensibili e sonori sono diventati "i padroni della notte", buia , avvolgente, assoluta, forata da torce elettriche, nelle mani dei visitatori, trasformati per l'occasione in novelli Sherlok Holmes o cacciatori di arte, altrimenti destinata a perdersi nell'oscurità simbolica di un buio che rimandava inevitabilmente alla fine millennio. La cura della mostra parigina è di Maria Grazia Torri, l'ideazione del percorso milanese, padovano e l'allestimento a Parigi sono di Cinzia Ruggeri. Si ringrazia per la collaborazione il mensile KULT.

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