Meli presenta in [Still] Life una serie di 'ritratti vegetali'. 'Italian memories' e' un'esposizione che raccoglie una trentina di opere in cui sono protagonisti diversi paesaggi italiani.
Fausto Meli
[Still] Life
Le “nature morte” del nuovo progetto “[Still] Life” di Fausto Meli esposte in galleria per il Photofestival evocano la tradizione olandese e fiamminga del XVII secolo. La stessa luce radente che illumina i soggetti e li fa emergere dai fondi scuri, la stessa cristallina nitidezza della frutta e dei fiori in primo piano.
Meli sceglie però di fotografare i suoi soggetti ad uno per uno, come a voler costruire una serie di ritratti frontali. Troviamo l’immagine di un limone che sembra ergersi trionfante, poi quella di una zucca, di un peperoncino, di un melograno, di una castagna… Ognuno di questi singoli vegetali se ne sta lì, in posa, davanti allo sguardo degli osservatori, quasi fosse un individuo, una “persona”, quasi avesse qualcosa da dirci…
Questi “ritratti vegetali” di Fausto Meli, proprio grazie all’evidenza frontale, alla forza luminosa del loro mostrarsi nitidamente e schiettamente davanti a noi, nel qui e ora, riescono a sottolineare tutta l’energia del loro essere ancora in vita nonostante tutto, malgrado cioè la corruzione, la morte da cui comunque sono insidiati. Alcune di queste figure sembrano infatti voler fermare, arrestare il disfarsi di un’esistenza ormai prossima a sfiorire ma ancora tenacemente vitale, mentre altre ne evidenziano l’energia con cui si oppongono all’inesorabilità del tempo.
Non è infatti un caso se l’autore ha preferito usare il termine inglese still life il cui significato, tradotto correttamente, è “vita silente”. Meli decide anche di mettere fra parentesi quadre il termine still, proprio per sottolineare che quello che conta è la seconda parola, life, cioè la vita, la linfa vitale, il respiro, l’energia animata, che ancora palpita nei suoi soggetti, per quanto destinati alla morte come tutti gli esseri animati che abitano la terra.
Stampe Giclée su carta Hahnemuhle FineArt Baryta in edizione limitata di 8 esemplari +2PA in diversi formati.
Mostra di opere fotografiche in ambito PHOTOFESTIVAL 2015
Testo critico in galleria di Gilgiola Foschi
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Gianni Maffi
Italian memories
Autore poliedrico, impegnato su diversi fronti della ricerca fotografica, Gianni Maffi segna un’altra importante tappa del suo percorso attorno al paesaggio con Italian memories, un’esposizione che raccoglie poco meno di una trentina di opere, selezionate tra paesaggi italiani in gran parte ripresi nelle più famose città italiane, con qualche deviazione su centri minori. Maffi si serve di un particolare strumento formale, un colore parzialmente desaturato in bilico tra bianco e nero e colore che fa prevalere, a seconda del soggetto, l’uno o l’altro aspetto delle due scelte cromatiche della fotografia. Scrive al proposito Pio Tarantini nel testo di presentazione della mostra: « […] Con una forte compattezza stilistica che diventa un momento di forte connotazione Maffi fotografa luoghi deputati – e abusati fotograficamente − del paesaggio italiano, così come aspetti più marginali, cogliendo e restituendo visivamente una particolare atmosfera, in bilico tra visione analitica e poetico interrogarsi sui segni del passato e su quelli delle trasformazioni in corso.
Nelle opere di questa selezione spesso è presente la figura umana, ripresa quasi sempre in campo lungo: molto spesso si tratta di turisti, presi dall’incantamento dei luoghi o impegnati a fotografarli con i telefonini; ma a volte si intuisce che si tratta anche di residenti, di gente di passaggio, che semplicemente fruiscono luoghi della loro quotidianità. In ogni caso queste persone acquisiscono, nelle atmosfere rarefatte e fortemente connotate, una dimensione di sapore metafisico: non quella costruita, palesemente artificiosa di altre note ricerche fotografiche italiane, ma una dimensione in cui la spontaneità del gesto si coniuga con la solennità o l’importanza del luogo. In tutte queste situazioni si respira – oltre alle suggestioni già citate − una sorta di sospensione dei luoghi, come se essi smettessero la loro storica concretezza per diventare luoghi dello spirito, in cui la forza della descrizione, del dettaglio realistico, si stempera nella visione mentale – processo accentuato dalla desaturazione – dove il passaggio dalla sospensione dello spazio a quella del tempo testimonia il profondo valore di analisi e riflessione del fotografo.» Le stampe sono su carta cotone Epson Velvet con inchiostri Epson Ultrachrome K3 in edizione limitata di 15 esemplari +2PA in diversi formati. Su richiesta è disponibile la biografia completa dell’autore e le immagini in alta risoluzione.
Inaugurazione Martedì 14 Aprile 2015 ore 18.30 - 21
Spaziofarini6
Via Farini 6, Milano
orario: da martedì a venerdì 16.00 - 19.00 o su appuntamento
ingresso libero