Ian Cheng
Airbnb Pavilion
Alessandro Bava
Octave Perrault
Fabrizio Ballabio
Luis Ortega Govela
Hans Ulrich Obrist
"Welcome You're in The Right Place" segue l'assegnazione del Re Rebaudengo Serpentine Grants 2015 ad Alessandro Bava, co-fondatore del collettivo Airbnb Pavilion, gli artisti qui presentano le evoluzioni dell'oggetto domestico. Nella sua personale Ian Cheng presenta una nuova serie di film intitolata Once Out of Nature, trilogia dedicata alla storia dell'evoluzione cognitiva.
Ian Cheng
Emissary in the Squat of Gods
A cura di Hans Ulrich Obrist
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta, dal 23 aprile al 30 agosto 2015, Emissary in the Squat of Gods, la personale di Ian Cheng, a cura di Hans Ulrich Obrist, Direttore della Serpentine Gallery di Londra. Il giovane artista americano (Los Angeles, 1984. Vive e lavora a New York) si avvale di una formazione multidisciplinare proveniente dall’ambito scientifico e umanistico. Dopo aver conseguito la laurea in scienze cognitive presso la Berkeley Univesity in California, si specializza in Arti Visive alla Columbia University di New York. Collabora poi con la prestigiosa Industrial Light & Magic, tra le più note aziende americane di produzione di effetti speciali digitali, fondata da George Lucas, visionario regista di Guerre Stellari e di L’uomo che fuggì dal futuro.
La tecnologia nel lavoro di Cheng è protagonista, intesa come risultato della naturale evoluzione della natura umana, e che ha la potenza oggi di modificare i nostri corpi così come le nostre capacità percettive.
Nella sua produzione ricorrono tematiche quali l’evoluzione dell’intelligenza emotiva, la complessità della mente umana, la percezione degli ambienti circostanti e la conseguente risposta agli stimoli esterni. Gli strumenti di cui si avvale sono appunto le ultime intelligenze artificiali, sperimentazioni tecnologiche quali gli Oculus Rift – schermi da indossare come occhiali – software che assumono vita propria e video installazioni.
I suoi lavori sono spesso video privi di inizio e fine, concepiti come realtà viventi che scorrono in tempo reale e non registrato. Essi sono popolati da uomini, piante, oggetti viventi e non, definiti con specifici comportamenti all’interno di ecosistemi più vasti, anch’essi rispondenti alle loro regole. Questi ecosistemi appaiono neutri e indefiniti, privi di riferimenti geografici, campi magnetici dotati di energie che muovono i personaggi verso multiple direzioni. Nel corso dei video, l’animazione inizia a scivolare fuori dal controllo del suo creatore, ad assumere forme imprevedibili, e ad acquisire una vita propria. I vari protagonisti, infatti, rispondendo a stimoli, ostacoli e situazioni sempre mutevoli, interagiscono e si condizionano vicendevolmente senza margine di prevedibilità. L’artista li definisce come algoritmi evolutivi, combinazioni che assumono forme sempre differenti, software che generano realtà parallele definibili non tanto come “meccanismi” artificiali bensì “organismi” in continua e imprevedibile evoluzione.
Nell’intervista che Ian Cheng ha rilasciato a Hans Ulrich Obrist e che sarà nel catalogo: “Se riesci a immaginare una cosa a metà fra il genere del videogame e quello del film, ecco, è quello. È un po’ come una storia vivente, io la chiamo ‘smart-story’, non perché sia intelligente, ma nel senso di uno smartphone o di una smart house, cioè un telefono o una casa, concepiti non come oggetti inerti ma come organismi. Immagina una storia che vive di vita propria, non una vita metaforica ma una vita vera, e che quindi può cambiare leggermente la propria sceneggiatura, può modificarsi e lasciare spazio alla casualità, proprio come un organismo nella vita reale può accogliere in sé la casualità. È una narrazione che ha la capacità di automodificarsi”
In tal senso, il lavoro di Cheng può essere interpretato come uno strumento per riflettere sui limiti e sulle possibilità umane, oltre che un tentativo di ridefinire modelli di relazione tra la complessità della mente umana e la mutevole realtà esterna. Il loro esser privi di inizio e fine li rende allora materia di un’unica grande riflessione.
Per la mostra personale alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo Ian Cheng presenterà il primo episodio di una nuova serie di film intitolata Once Out of Nature, una trilogia dedicata alla storia dell’evoluzione cognitiva. L’opera si basa sullo sviluppo della coscienza ed è stato ispirata dalla ricerca dello psicologo americano Julian Jaynes: “Jaynes sostiene che gli esseri umani sono arrivati a sviluppare una coscienza riflessiva e introspettiva non prima di tremila anni fa, quindi abbastanza di recente. Tutti pensano che, dopo l’uomo di Neanderthal, gli esseri umani abbiano acquisito di punto in bianco la coscienza, ma Jaynes dice che in realtà, se riflettiamo un attimo su quel che che facciamo quotidianamente, gran parte dei processi in cui siamo coinvolti sono inconsci, e in realtà siamo in grado di risolvere moltissimi problemi con la parte inconscia del nostro cervello. Solo all’incirca tremila anni fa, con la comparsa della metafora del tempo come spazio, per cui il passato si trova alle nostre spalle e il futuro di fronte a noi, e con lo sviluppo della narrazione scritta e l’incontro fra culture diverse, caratterizzate da mentalità estremamente distanti fra loro, si assiste alla nascita della coscienza” Ian Cheng.
Inoltre il 23 aprile (giorno dell’inaugurazione) Isabel Lewis (Repubblica Domenicana, 1981. Vive e lavora a Berlino) presenterà una delle sue “occasions“. Incontro festivo e sensoriale composto di cose, persone, piante, musica, danza e odori, l’occasion’ – termine coniato dalla stessa Lewis -, è uno spazio di ritrovo pubblico a metà strada fra un bar, una conferenza e un salotto.
La drammaturgia di Lewis, che combina parola, DJing, danza e odori sintetizzati da un chimico e studioso dell’olfatto (il norvegese Sissel Tolaas) creerà un ambiente che si sintonizza sulle energie di ciascuna occasione e degli ospiti che vi partecipano. Attenuando la formalità dell’osservazione a distanza, che spesso caratterizza contesti come il teatro o la mostra, Lewis offrirà uno spazio di relax in cui tutta la gamma delle sensazioni umane ha modo di attuarsi. I visitatori saranno accolti con una bevanda e uno stuzzichino, e potranno andare e venire quando come preferiscono, durante tutta “l’occasione”.
Isabel Lewis è un’artista di origini dominicane e argentine, cresciuta su un’isola suburbana al largo della Florida sudoccidentale. È vissuta a New York, dove ha danzato per diversi coreografi, esponendo anche opere realizzate su commissione dal 2004 in poi, in luoghi come The Kitchen, il Dance Theater Workshop, il New Museum e Movement Research presso la Judson Church. Lewis è residente a Berlino dal 2009. Partendo da una formazione di critica letteraria, danzatrice e coreografa, attualmente produce opere che assumono la forma di ‘hosted occasions’, termine coniato dalla stessa Lewis per indicare incontri in cui si celebrano cose, persone, piante, musica, odori e danze.
----------------
Re Rebaudengo Serpentine Grants 2015
Airbnb Pavilion
Welcome You’re in The Right Place
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta, dal 23 aprile al 30 agosto, la mostra Welcome You’re in the Right Place, a cura del collettivo AIRBNB Pavilion, composto da Alessandro Bava, Octave Perrault, Fabrizio Ballabio e Luis Ortega Govela.
Il progetto segue l’assegnazione del Re Rebaudengo Serpentine Grants 2015 ad Alessandro Bava (1989), architetto e artista italiano di base a Londra, e co-fondatore del AIRBNB Pavilion. Bava è vincitore del Premio di €15,000 assegnato congiuntamente dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e dalla Serpentine Gallery di Londra, in base alla selezione di una giuria internazionale composta da Julia Peyton-Jones (Direttrice Serpentine Galleries), Hans Ulrich Obrist (Co-Direttore Serpentine Galleries), Patrizia Sandretto Re Rebaudengo (Presidente Fondazione Sandretto Re Rebaudengo), Irene Calderoni (curatrice Fondazione Sandretto Re Rebaudengo), Eugenio Re Rebaudengo (Presidente Artuner) e Jochen Volz (Direttore Programma Serpentine Galleries).
AIRBNB Pavilion presenta a Torino un progetto che riflette sul modo in cui la rappresentazione e l’esperienza online della casa si basano sempre su narrazioni personali immaginate e sublimate, legate agli oggetti che popolano il paesaggio domestico di ciascuno di noi. Questi attributi affettivi costituiscono la materia vissuta che trascende l’alchimia degli oggetti come significanti personali (e in qualche modo esoterici) di intimità, facendone una valuta spendibile per commercializzare o, quantomeno, mostrare la casa.
Le opere degli artisti presenti nella mostra Welcome You’re in the Right Place sono tutte, in modi diversi, collegate a questa evoluzione dell’oggetto domestico e alle modalità con cui opera nel nuovo paesaggio della casa, oggi.
Nell’opera di Marie Lund e di Jason Dodge, l’aspetto in apparenza comune degli oggetti utilizzati nelle sculture cela una narrazione che è parte integrante di esse. Dai cuscini alle tende, comuni accessori tessili della vita quotidiana sono utilizzati per coinvolgere la storia e la memoria all’interno dello spazio della mostra.
Josef Strau, la cui prassi artistica si colloca fra scrittura e scultura, si avvale di oggetti quotidiani, come le lampade, facendone “sostituti fenomenologici di un’esperienza di lettura particolarmente eccentrica, che è a un tempo formale e funzionale, scrittura e rappresentazione”.
Nell’opera di Bunny Rogers, le sedie intrecciate sono un simbolo archetipico dell’amicizia, e assumono la funzione di oggetto poetico che esiste in quanto scultura ma anche come arredo scenico per letture di poesie, organizzate in collaborazione con l’artista Brigid Mason.
Negli assemblage scultorei di Philipp Timischl, che includono una tv e un dipinto, la casa si pone come sfondo di una storia intima e personale priva di trama. Le sculture, popolate da elementi familiari, diventano totem che alludono a una storia autobiografica più ampia, per quanto immaginaria.
AIRBNB Pavilion è un collettivo di artisti che indaga il rapporto fra oggetti, interni, vita domestica e città. È stato fondato dagli architetti Fabrizio Ballabio, Alessandro Bava, Luis Ortega Govela e Octave Perrault in occasione di una mostra nell’ambito della Biennale di Venezia 2014.
Il collettivo lavora con diversi media e strategie, fra cui curatela, performance, installazioni site-specific, ma anche scrittura e immagine. La loro opera si focalizza sul rapporto fra gli oggetti e l’ ambiente, gli effetti di internet sulla città, e i rapidi mutamenti della casa come spazio conflittuale di intimità e produzione.
I precedenti vincitori del Re Rebaudengo Serpentine Grants sono la coppia di artisti Niko Karamyan e Tierney Finster, scelti da un voto pubblico attraverso la piattaforma DIScrit 89plus, e Riccardo Paratore, selezionato dalla giuria internazionale.
Ufficio Stampa:
Sara Macdonald, sara@suttonpr.com, +44 (0) 20 7183 3577
Sophie Furse, sophief@suttonpr.com, +44 (0) 20 7183 3577
Inaugurazione: 23 aprile 2015
18.30: conversazione tra l’artista Ian Cheng e il curatore Hans Ulrich Obrist, co-Direttore della Serpentine Galleries di Londra
19.00: occasion di Isabel Lewis
dalle 19 alle 21: inaugurazione e aperitivo
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
via Modane, 16 Torino
Orari d’apertura
Giovedì: 20.00 – 23.00: ingresso libero
Venerdì – Sabato – Domenica: 12.00 – 19.00
Biglietti
Intero € 5 Ridotto € 3 (over 65, studenti).
Gruppi € 4 (minimo 6 persone).