Hello Dolly! In un'atmosfera apocalittica, i luoghi, stigmatizzati da insegne luminose o dalle grandi dimensioni, sono popolati da un'unica protagonista: la bambola dall'inquietante e perenne sorriso.
A cura di Noemi Pittaluga
Carlo Gallerati è lieto di presentare Hello Dolly! , una mostra personale di Giovanni Presutti a cura di Noemi
Pittaluga.
“Per parlare del progetto Hello Dolly! di Giovanni Presutti è essenziale sottolineare la pluralità di segni iconografici
presenti nella serie di immagini. La molteplicità di elementi intertestuali proposta connette fotografie di grandi
magazzini, fast food, periferie, note catene alberghiere a una precisa e sfaccettata visione della contemporaneità,
grazie a un lavoro di costruzione di veri e propri set cinematografici. In un'atmosfera apocalittica, i luoghi, stigmatizzati
da insegne luminose o dalle grandi dimensioni, sono popolati da un'unica protagonista: la bambola dall'inquietante e
perenne sorriso. L'ironia dell'artista si concretizza nel disfacimento paradossale di situazioni apparentemente
esemplari: ed è infatti dal contrasto tra l'immagine patinata e il suo contenuto che emerge un diffuso scenario
grottesco.
Lo smantellamento di un'estetica della perfezione avviene attraverso un discorso sottile e acuto. I messaggi
veicolati dai neon non sono altro che leggi di un nuovo testamento improntato al culto dell'omologazione e del
consumo, mentre crepe concettuali si manifestano concretamente nella parziale distruzione (realizzata con interventi
di post-produzione 3D) di simboli globalizzanti. Presutti, prendendo spunto da ambientazioni fantascientifiche e
iperrealiste, opera una meditazione dal sapore malinconico, e la sua riflessione sul concetto di bellezza, di cui la
protagonista del film Hello, Dolly! di Gene Kelly era ambasciatrice, è la tematica sulla quale si sofferma e ci invita a
ragionare. Il pensiero nostalgico, che pervade gli scatti, valuta indispensabile il bisogno di incompiutezza e di
sentimenti per scardinare un sistema spesso sterile, asettico e alienante. La grazia dell'imperfetto è per l'autore il
motore necessario e imprescindibile alla creazione intesa in senso lato, tanto è vero che il progetto stesso può essere
interpretato attraverso due visioni opposte: se da un lato la magra bambola di plastica può rappresentare l'elogio
funebre della famosa dolly cinematografica, dall'altro, come il titolo suggerisce attraverso il saluto di benvenuto, ci
accorgiamo della sua funzione critica nelle mani di un artista che si rifiuta di nascondersi dietro la maschera di un
anonymous .”
(Noemi Pittaluga)
Giovanni Presutti è nato a Firenze nel 1965, dove vive e lavora. Ha esposto presso gallerie e musei di New York,
Parigi, Londra, Los Angeles, Madrid, Mosca, Tel Aviv, Milano, Venezia (54° Biennale), Arles (Rencontres) e ha
conseguito molteplici riconoscimenti sia in Italia che all’estero. Alcune sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e
private; suoi lavori sono stati presentati su riviste come Vanity Fair , Sette Magazine e l'Espresso . Ha pubblicato i libri
Mirror (2008) e Contemporanea (2015) e l’ebook Eolo (2014). Fa parte del collettivo Synap(see), di cui è cofondatore.
Inaugurazione giovedì 18 giugno ore 19.00 - 22.00 (alla presenza dell’artista)
Galleria Gallerati
via Apuania, 55 Roma
Orario: dal lunedì al venerdì: ore 17.00-19.00 / sabato, domenica e fuori orario: su appuntamento
ingresso libero