Bianco + Nero = Rosso. Chun: la difficolta' iniziale. Fibre, carta, legno, plastica e pigmenti; materiali artificiali e naturali che, come molecole, intrecciano tra loro legami stabili.
a cura di Elena Busetta e Sara Fiorelli
Arthes Gallery inaugura la sua sede in via Giulia, con la mostra Bianco + Nero = Rosso. Chun: la difficoltà iniziale, nuova personale di Giorgio Giardina a cura di Elena Busetta e Sara Fiorelli. Giorgio Giardina è ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Biochimiche dell'Università La Sapienza di Roma e manipola l'alchimia dei colori fondendo il linguaggio dell'arte con i campi delle sue ricerche.
Pensare che le sue opere siano una visione al microscopio che rivela la forma degli atomi o ciò che avviene all'interno della materia che costituisce la vita organica è estremamente riduttivo, e non sono neppure una semplice traduzione visiva delle leggi fisiche o chimiche che governano l'Universo conosciuto. Si potrebbe parlare di sincretismo molecolare che lega indissolubilmente gli elementi che costituiscono la vita organica agli elementi che caratterizzano la nostra vita relazionale, rivelando come molti meccanismi che si osservano nelle indagini scientifiche si dimostrino speculari a ciò che si manifesta nella quotidianità della vita vissuta.
In una frase di Brancusi che recita: «La semplicità nell’arte è, in generale, una complessità risolta», troviamo l'espressione dell'aspirazione della ricerca artistica di Giorgio Giardina che, attraverso le sue opere, riesce a rendere visibile l'ignoto che la scienza tenta di afferrare e, al tempo stesso, traduce la complessità dei concetti che governano la nostra vita in un linguaggio familiare dando l'impressione, almeno per una volta, di riuscire ad entrare in contatto con la materia di cui siamo parte.
Nei lavori di Giardina convivono diverse sostanze, fibre, carta, legno, plastica e pigmenti di varia natura; materiali artificiali e naturali che, come molecole, intrecciano tra loro legami stabili fino a dar corpo all'opera compiuta. Con il concetto di difficoltà iniziale con cui si apre questa mostra, si allude all’interazione dinamica di forze contrapposte, dalla cui caotica interazione si genera il tutto esistente. Come un filo d'erba nasce dell'incontro e scontro di cielo e terra, così le opere di Giorgio Giardina hanno origine dalla collisione tra scienza e filosofia. Quando la scienza, attraverso l'osservazione di un fenomeno elabora delle ipotesi deduttive tese a spiegarne il funzionamento, in realtà non fa altro che ampliare il suo bacino di indagine senza riuscire mai a raggiungere l'Assoluto. La scienza spiega dei fatti, ma ogni spiegazione a sua volta ha la necessità di essere spiegata, ne deduciamo, pertanto, che sempre ci sarà una spiegazione da spiegare e che la realtà ultima rimarrà inconoscibile.
Lo scienziato, come l'artista, per svelare una piccola porzione di verità deve effettuare necessariamente un salto nell'ignoto. Soltanto con la perdita dei punti di riferimento familiari, ed immersi in un terreno ancora inesplorato, che la linearità della ragione cede il passo alla creatività dell'intuizione.
«Il concetto di scienza deve essere rinnovato: una scienza priva di riflessività e una filosofia puramente speculativa sono insufficienti nella società contemporanea. La scienza deve essere guidata da una ragione in grado di riconoscere la complessità delle relazioni soggetto-oggetto e ordine-disordine, di pensare in opposizione relativa e in complementarietà». (Edgar Morin, Scienza con Coscienza, 1982).
Sara Fiorelli
Inaugurazione 3 luglio ore 19
Arthes Gallery
via Giulia, 111 Roma
ingresso libero