Potenziale Immanifesto. Nelle installazioni in mostra l'artista prosegue la sua ricerca sull'energia delle relazioni, mettendo in discussione le proprie certezze per andare incontro al diverso.
Martedì 7 luglio presso gli spazi espositivi della galleria, ritroveremo
l’artista Arianna Vanini, alle prese con la sua seconda mostra personale
dal titolo “Potenziale Immanifesto", in cui prosegue la sua assoluta
personale ricerca e mappatura del Mondo e della energia che muove nella
relazione col sé.
Accoglierà lo spettatore, LA VERITA’ IN TASCA un’installazione che si
compone di centinaia di disegni eseguiti con la tecnica del frottage. Ogni
disegno raffigura la chiave di casa di una persona che ha deciso di
entrare in relazione con l’artista. Il titolo dell’opera La verità in
tasca, fa riferimento ad un aneddoto che riguarda Albert Einstein e la sua
visione della verità:
«Se non esistesse la verità», disse Einstein «queste chiavi mi
servirebbero a ben poco: tutt’al più ci potrei giocherellare. Ma grazie a
Dio la verità esiste ed è tale che, una volta che l’abbiamo conosciuta,
non si può essere ciechi rispetto al fatto di conoscerla. Dunque noi
possiamo sapere quando raggiungiamo la verità, perché la verità, come amo
dire, è ciò che sopporta la verifica dell’esperienza. E la verità di
queste chiavi, da me verificata attraverso numerose esperienze, è che
aprono la porta di casa mia, sulla qual cosa sonopronto e disposto a
scommetterci la testa... Sperando che mia moglie, nel frattempo, non abbia
fatto cambiare la serratura.»
In questo caso, però, l’arte è ciò che serve a mettere in dubbio la
verità: nessuna delle chiavi potrà più aprire alcuna porta, poiché la
relazione tra disegno e oggetto si perde nella vaghezza della tecnica
utilizzata e diviene puramente metaforica. L’opera fa leva sulla valenza
simbolica ed intima che le chiavi di casa hanno per ognuno e sulla
predisposizione, o meno, di mettere in discussione le proprie certezze e
di andare incontro all’altro, al diverso, allo sconosciuto.
La mostra prosegue con la serie AS WITHIN SO WITHOUT, che si compone di
scatti fotografici che catturano l’aura di determinati luoghi, persone,
oggetti e situazioni. L’aura viene definita come un’emanazione luminosa di
energia, normalmente invisibile ad occhio nudo. La sua esistenza, seppur
non dimostrata scientificamente, è riconosciuta fin dai tempi antichi ed è
stata spesso raffigurata nell’arte come una corona dorata intorno a
personaggi di particolare carisma o santità. Con questo lavoro l’artista
intende indagare quell’aspetto non manifesto della realtà che ci circonda,
legato alle emozioni e agli stati d’animo.
Il titolo della serie, As within so without, mutuato dalla "seconda legge
ermetica dell’analogia o della corrispondenza" (Come sopra, cosi sotto -
come sotto, cosi sopra. Come dentro, cosi fuori - come fuori, cosi dentro.
Come nel grande, cosi nel piccolo.), richiama il fatto che per ogni cosa
che esiste, c’è una corrispondenza ad ogni livello di coscienza. Questo
significa che è possibile riconoscere il grande nel piccolo ed il piccolo
nel grande e che la nostra esteriorità si presenta a noi, come
rispecchiamento del nostro mondo interiore.
L’Indagine prosegue con il dittico PIENO DI SE O PIENO DI SE’/PIENO DI SE'
O PIENO DI SE. Lo specchio, per la sua caratteristica di restituire
l’immagine riflessa, è da sempre oggetto di fascinazione e di meditazione.
Tutto ciò che è atto a mostrare noi stessi a noi stessi ci induce a due
differenti comportamenti: ritrarci o restare. Lo specchio ci ‘fa
riflettere’, è un ‘luogo’, più interiore che fisico, che si può
attraversare ed esplorare, spaziando dalle simmetrie alle favole, dai miti
alle metafore.
Pieno di sé o pieno di se / Pieno di se o pieno di sé ci invita a
riflettere sulla scelta di approccio che ognuno di noi compie ogni volta
che guarda il mondo, quella cioè tra realtà o finzione o tra verità o
vanità.
Chiude la mostra IL SOGNO PUO’ BASTARE dove Una piccola zolla di prato di
trifoglio bianco scappa dall’osservatore che si avvicina troppo. Si
allontana quel tanto che basta per essere ancora lì, colto nella sua
apparenza, nella sua idea, ma non completamente disponibile. Il sogno può
bastare vuole offrire uno spunto di riflessione sul rapporto
oggetto/immagine e sulla potenza dell’immaginazione quando essa non è
mediata dalla mente. L’oggetto è necessario per creare la realtà, ma non è
sufficiente. E’il sogno, inteso come intuizione, ad essere indispensabile:
esso è infatti lo strumento che ci offre la possibilità di gettare uno
spiraglio di luce su quella misteriosa zona d’ombra al confine tra ciò che
esiste dentro e fuori di noi.
Immagine: Arianna Vanini
Inugurazione: Martedì 7 luglio ore 18:30
Ciocca Arte Contemporanea
via Lecco, 15 Milano
La galleria è aperta dal lunedì al venerdì dalle 14.30 alle 18.30 e su appuntamento
Ingresso libero