Zooforo immaginato. Una mostra di fotografie incentrate sull'opera dell'Antelami. Un lavoro particolare, realizzato a lume di candela nell'anno europeo della luce.
a cura di Roberto Maggiori e Piero Orlandi
Una mostra di fotografie di Nino Migliori, incentrate sullo Zooforo
dell’Antelami, che saranno esposte nello Spazio Lavì’ di Sarnano, località turistica
di cui ricorre quest’anno l’anniversario della nascita del comune, nel 1265 quando
il lavoro dell’Antelami era stato terminato solo da qualche decennio.
Un omaggio alle opere del romanico in un borgo medievale, nell’anno europeo della
luce, trova così, con questo particolare lavoro di Nino Migliori realizzato a lume
di candela, una felice manifestazione.
Per l’occasione sarà realizzato dall’Editrice Quinlan un libro d'artista in una
tiratura limitata di 180 copie numerate e firmate da Migliori, stampato in un
raffinato bianco e nero, su carta Fedrigoni Tintoretto Gesso.
Estratto del testo in catalogo, scritto da Roberto Maggiori:
All'interno di qualsiasi immagine la luce è fondamentale per orientare lo sguardo,
creare gerarchie di significati o per conferire alla struttura un'ambientazione
naturalista piuttosto che espressionista, per porre l'accento sulla realtà esterna
oppure su una visione intima; windows e mirrors, sintetizzava argutamente
Szwarkowski.
Leonardo dedicò il codice G al tema della luce, evidenziando, tra l'altro, come il
semplice spostamento di due candele modificasse sostanzialmente la percezione di un
drappo attraverso infinite variazioni chiaroscurali. L'attenzione alla luce (e
all'ombra) con l'instancabile curiosità di sperimentare, sono le principali
caratteristiche che hanno contraddistinto il genio di Vinci e proprio a Leonardo,
Nino rende omaggio con questo Zooforo immaginato quando decide la tecnica da
utilizzare per fotografare le formelle dell'Antelami disposte nel periplo esterno
del battistero di Parma.
La luce e la sperimentazione non sono gli unici fili conduttori che ritroviamo nella
produzione di Migliori, Nino alterna infatti con indifferenza tecniche e iconografie
(dal figurativo all'astratto), ma il suo interesse è sostanzialmente convergente
verso concetti così riassumibili: l'azione della natura, la memoria storica, la
stratificazione dei segni che connotano le diverse culture (dalle manifestazioni
vernacolari a quelle autoriali), la registrazione di tracce che stimolino
l'immaginazione piuttosto che la percezione ordinaria, una gestualità istintiva.
Queste caratteristiche sono rintracciabili anche nel lavoro dedicato al bestiario
scolpito dall'Antelami, un lavoro che non è la semplice documentazione di un
monumento storico, ma una interpretazione autoriale; le poetiche dell'Antelami e di
Migliori si compenetrano, essendo la prima fortemente mediata dallo sguardo del
secondo.
Allo stesso modo, il lavoro dedicato a Parma su cui Migliori è invitato soffermarsi
nel 2006 è immediatamente riconducibile alla poetica del fotografo bolognese, da
sempre attratto dai muri pubblici, soprattutto se vissuti, consumati, e trasudanti
materia.
Ancora una volta torna nel lavoro di Migliori l'attenzione alla memoria storica e
all'immaginario popolare, attraverso un'osservazione tesa a rilevare e risignificare
la realtà attraverso la gestualità - in questo caso l'orientamento di una candela in
piena oscurità - una modalità che ricorda altri lavori di Nino come le Ossidazioni,
Gli Idrogrammi, i Pirogrammi o, le più recenti, Polapressure e Polaori, tutte
superfici in cui Migliori interviene manualmente, oltre che con la sua intelligenza visiva.
Alla contemplazione dello spettatore si sostituisce così l'azione dell'artista,
capace di amplificare i segni espressivi che evocano il fascino del Misterioso e del
Meraviglioso, temi cari alla cultura medievale che ha generato lo Zooforo.
La luce “perduta” del medioevo, risibile per quantità ma capace di destare
un'attenzione oggi inconcepibile - data la pervasiva ipertrofia degli stimoli
luminosi ormai ridotti a noiosa consuetudine - è rievocata efficacemente in questo
lavoro. Migliori, “disegnando” con il chiaroscuro suggestioni fantastiche, ci
trasporta in una dimensione altra, simile a quella sperimentata dai cittadini
parmensi che nel 1200 avvicinavano di notte lo Zooforo al lume di una torcia. Un
viaggio a ritroso nel tempo, quando il buio e il silenzio suscitavano rispetto,
lasciando spazio all'interiorità, all'immaginazione, all'incanto di una luce viva
capace di isolare e animare nel profondo la materia.
Con il patrocinio di:
Provincia di Macerata, Accademia di Belle Arti di Macerata, Comunità Montana dei Monti Azzurri e Comune di Sarnano
Inaugurazione 31 luglio 2015, ore 18
All’inaugurazione saranno presenti i curatori e Nino Migliori, disponibili a
incontrare pubblico e giornalisti.
Spazio Lavì!
via Roma 8, 62028 Sarnano (MC)
Tutti i giorni dalle 17,30 alle 19,30 o su appuntamento.