Willow pillow. La mostra presenta alcune sculture e due serie di disegni recenti. Forme arcane, esseri sospesi tra il mondo organico e il sintetico, artefatti ed escrescenze, oggetti quotidiani e creazioni fantascientifiche.
La Galleria Monica De Cardenas è lieta di annunciare willow pillow, la prima mostra personale di Lupo Borgonovo presso la galleria, nella sua sede di Zuoz. La mostra presenta sculture realizzate tra il 2014 e il 2015, cui fanno da corollario due serie di disegni del 2015.
Attraverso una ricerca intrapresa negli ultimi anni, Borgonovo ha sviluppato un corpus di opere che unisce il linguaggio scultoreo tradizionalmente inteso con un immaginario esotico e un interesse per i processi alchemici di trasformazione della materia. Visitare una mostra dell’artista significa inoltrarsi in un paesaggio di forme arcane, esseri sospesi tra il mondo organico e la sfera del sintetico, artefatti ed escrescenze, oggetti della vita quotidiana e creazioni fantascientifiche. Ogni opera è così un tassello di una narrazione che magicamente ricongiunge in un’unica cosmogonia miti ancestrali e narrazioni contemporanee.
Precedente a willow pillow è la visione di una nave mitologica che, come in un’omerica odissea, è scaraventata tra innumerevoli lidi, e a ogni regione visitata e civiltà incontrata sottrae e carica con sé forme, materiali, immagini, tecniche. Le sale della galleria sono quindi da interpretare come la stiva dell’imbarcazione, nella quale gli ‘articoli’ sono meticolosamente organizzati per ‘famiglie’, ‘tipi’, ‘esemplari’.
Nella prima sala sono esposte quattro grandi sculture dal titolo Leglog. Realizzate colando schiuma poliuretanica in sacche di pelli sintetiche, queste opere sono come ‘gambe’ di rettili leggendari, che evocano una ‘preistoria’ esistente non solo come un immaginario codificato, quanto come uno scenario fossile che riemerge nelle crepe del nostro presente, a suggerire anomalie e frizioni nel processo evolutivo. Del resto, sensuali ma inanimate, queste ‘gambe’ possono essere parafrasate come gli arti di altrettanti cyborg a cui l’artista, un ‘moderno Prometeo’, un giorno darà vita.
Nelle sale successive s’incontrano sculture che suggeriscono altre dimostrazioni dell’afflato alchemico e liberamente creativo di Borgonovo. Ornithology, Yelloween e S sono tutti gruppi nei quali l’approccio processuale assume i toni della cerimonia, e origina scenari nei quali le opere sono paragonabili a strumenti liturgici o oggetti rituali. Le sculture della serie Ornithology sono, per esempio, supporti per uova o rare varietà di frutta secca, nei quali la disposizione degli elementi sembra sottendere un’oscura conformazione numerologica, quasi una formula magica. Yelloween sono stampi in gomma di frutti esotici, nei quali l’artista ha spesso lasciato marcire il frutto, quasi a voler impregnare la gomma di qualità sensoriali. Infine il ciclo S: opere oblunghe ottenute arrotolando su se stessi ‘fogli’ di lattice, imita un groviglio di rettili, apparentemente convenuti nello stesso luogo per partecipare in un rito estatico.
Lungo il perimetro della mostra corrono infine due serie di disegni a china. Entrambi i cicli raffigurano manufatti di diversa natura e provenienza; ma mentre nella prima sono realizzati con una tecnica minuziosa, nella seconda sono paragonabili a schizzi. Nel loro insieme, i disegni possono essere letti come il diario di bordo di quell’imbarcazione mitologica che è la mostra, una costellazione nella quale si intersecano i tanti sistemi simbolici che la nave ha conosciuto. Realizzati come da due fratelli gemelli, uno ‘pedante’, l’altro ‘facilone’, rivelano un viaggio immaginifico calibrato su due ritmi discordi, senza un itinerario e, forse, senza meta.
Lupo Borgonovo è nato a Milano nel 1985, dove attualmente vive e lavora. Tra le sue esposizioni personali figurano: Mandolino, Cripta 747, Torino (2014), The Big Simon, ABC, Berlino (2013), Orbita, Fluxia, Milano (2012). Tra le collettive recenti ricordiamo: nel 2015 L'Hospices des Milles-Cuisses, CAN, Neuchâtel; Together Forever, 138 Eldrige St., New York. Nel 2014 Habitat, Minerva, Sydney; Italian Summer, Galleria Monica De Cardenas, Zuoz; Cocu ou Marron, CAN, Neuchâtel. Nel 2013 Art of Living (i.e. Goodbye Blue Monday); Galerie Chez Valentin, Paris; AB, Nomas Foundation, Roma; The Cthulhu Club, Gasconade, Milano.
Testo: Michele D’Aurizio
Immagine: Ear III, 2015, bronzo, cm 40 x 23 x 10
Galleria Monica De Cardenas
via Maistra 41 Chesa Albertini CH-7524 Zuoz | St.Moritz
Orari: mar - sab 15 - 19