Manuela e Patrizia Cucinella di PiziArte
Ghiaccio Bollente. La Cinelli fotografa soprattutto, se non esclusivamente, parenti e amiche. Le veste come si trovassero in un momento di calda intimita', in una casa conosciuta e accogliente, poi le ritrae in una serie di scatti.
Presso gli spazi espositivi Open Care Frigoriferi Milanesi in Via Piranesi 10
Milano, a cura delle Gallerie PiziArte di Teramo e Guidi&Schoen di Genova,
mostra personale di Antonella Cinelli dal titolo 'ghiaccio BOLLENTE'.
Nel testo critico in catalogo Maurizio Sciaccaluga scrive:
Se la personale di Antonella Cinelli negli spazi espositivi dei Frigoriferi
Milanesi potesse valersi di un accompagnamento musicale, questo sarebbe
senza dubbio il mitico brano di Joe Cocker You Can Leave Your Hat On. Tra
gambe nude e sottovesti di seta, spalline cadenti e spogliarelli su tela, le
note che hanno ritmato lo strip-tease di Kim Basinger nel film 9 settimane e
1/2 sembrano infatti perfette anche per i lavori della giovane pittrice. In
una sequenza di mani che sollevano leggere vestaglie, di movimenti morbidi e
sensuali, di rasi grigi che scivolano a terra scoprendo una pelle giovane e
rosa, tutta la figurazione dell'artista si basa su un sottile gioco di
seduzione stile vedo-non-vedo, su un'alternanza di ombre e di luci che
nasconde o svela le tonde forme delle occasionali modelle.
La Cinelli fotografa soprattutto, se non esclusivamente, parenti e amiche.
Le veste come si trovassero in un momento di calda intimità , in una casa
conosciuta e accogliente, poi le ritrae in una serie di scatti. Dalle
inquadrature ravvicinate rimangono quasi sempre esclusi i volti, al massimo
s'intravvedono nuche e acconciature, mentre l'attenzione dell'obbiettivo si
concentra su quei gesti maliziosi che, con finta innocenza, scoprono le
carni e mettono in vista il seno. Quando ridipinge le immagini su tela, con
pennellate liquide e fluide, in composizioni giocate al massimo su tre
colori e su una serie infinita di sfumature, l'artista usa il fondo
scurissimo dei quadri come fosse un diario personalissimo, un foglio
destinato a conservare confessioni tra le più torbide e segrete. Quella
calligrafia così criptica, quei caratteri bianchi come gesso e scritti con
veloce noncuranza a fatica diventano frasi dal senso compiuto, solo di rado
si spiegano agli osservatori più curiosi, eppure l'idea che possa trattarsi
della descrizione d'incontri proibiti, di vicende simili a quelle narrate da
scrittrici hard contemporanee tipo Almudena Grandes o Catherine Millet,
difficilmente abbandona lo spettatore. Non che si possa pensare a
descrizioni durissime, a proposizioni licenziose e sfrontate, però quei
caratteri scritti dietro i corpi nudi, quegli appunti veloci in parte celati
dalla carne morbida dei seni, delle gambe e dei fianchi, nel mentre
stimolano la curiosità non possono che indurre a pensar male, non possono
che far supporre storie d'attrazione fatale, di desiderio malcelato, di
passioni bollenti. Tra le frasi (e dunque la letteratura) da una parte e le
figure nude dall'altra, i riferimenti immediati e spontanei che vengono in
mente sono quelli degli amori carnali e intellettuali insieme, giocoforza
tormentati, urlati, graffianti. Una specie di Ultimo tango a Parigi su tela,
insomma, o di una qualunque tra le pellicole dedicate al sesso difficile, a
corpi che si attraggono e si respingono, a storie di unione totale e di
solitudine. Storie colpevoli, in cui spesso il corpo del reato, prova
tangibile che il peccato sia stato davvero consumato e non solo immaginato,
si trova sotto gli occhi di tutti, nel quadro centrale dei tanti trittici
realizzati dall'artista. Accanto alle immagini che raffigurano giovani donne
in déshabillé e riproducono capi di biancheria ridottissima e sexy, la
Cinelli espone canottiere, reggiseni e vestaglie trasformate in sculture da
un bagno di gesso. Sono lì a rendere tangibili i sogni erotici raccontati
dalle tele, a dare un tocco di verità a quelle immagini tanto morbide da
sembrare sogni.
Tra tutte queste parole spinte e rischiose, tra le tante immagini di donne
che paiono aspettare due braccia che le stringano (o forse da queste sono
appena fuggite), l'artista però insinua anche qualche insicurezza, qualche
dubbio. C'è la prova del reato, certo, ma qualcosa suggerisce che tutta la
vicenda possa essere stata anche soltanto immaginata, creata
letterariamente, inventata dalla fantasia di una donna sola. Che le tele
descrivano un lento spogliarello messo in scena per un amante non è infatti
sicuro, potrebbe anche trattarsi facilmente della tenera intimità di una
ragazza allo specchio, di qualcuno che si piace e si ama, che si osserva
immaginandosi in amore. Qualcuno che ama giocare con l'immaginazione, e nel
mondo della fantasia vivere passioni travolgenti, che segnino la pelle, che
facciano venire brividi e lividi. Un sogno violento ma caldo e piacevole,
buono per tenere lontana ogni malinconia.
Queste passioni, queste solitudini, questi desideri raccontati per immagini
dalla Cinelli sono trattati attraverso una pittura morbidissima, liquefatta,
che si adagia dolcemente e mollemente sulla tela. Una pittura tirata al
massimo, vellutata, tanto lavorata da riuscire a ricreare gli effetti
cangianti dei tessuti di raso e di seta. È vero che le figure si ergono
spesso su un fondo graffiato dalla scrittura, su una paesaggio di parole
dure, ma il nero che domina i fondi e che in parte avvolge le forme
femminili dà alle composizioni un senso di ombrosa malinconia che
intenerisce la costruzione, rende meno monumentali e imponenti questi corpi
svestiti e perfetti. La tecnica della giovane artista si concentra poi
soprattutto sulla realizzazione delle mani, sulla perfezione delle dita, sui
movimenti degli arti, la cui definizione attentissima fa in modo che queste
parti emergano sul resto del quadro e proiettino verso il fondo le figure.
Non c'è ambiente di contorno nei pezzi, non ci sono linee prospettiche, ma
il gioco delle definizioni più acute in alcune parti e meno in altre e
dei colori più scanditi in alcuni punti e più velati in altri riesce a
avvicinare o allontanare i soggetti dei dipinti, e a regalare loro
un'ipotetica terza dimensione. La Cinelli, pur inserendosi alla perfezione
in quel movimento spontaneo più volte definito quale Nuova Figurazione
Italiana, porta avanti una ricerca assolutamente originale, slegata dai
giochi glamour della pubblicità e delle riviste e piuttosto sposata alla
fotografia vintage del recente passato, alla capacità dell'occhio
fotografico di immortalare in uno scatto un movimento, ma senza
interromperlo, senza bloccarlo per sempre. Lasciandolo anzi libero di
raccontare una passione, una voglia, un desiderio.
Vernice 14 Maggio 2004 ore 20,30
OPEN CARE
Frigoriferi Milanesi
Via Piranesi 10
20137 Milano