Artestudio Clocchiatti
Udine
via San Francesco, 15
0432 505848 FAX 0432 505032

Artists of fun
dal 17/5/2004 al 5/6/2004
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17/5/2004

Artists of fun

Artestudio Clocchiatti, Udine

Autoritratti dalle Nazioni Unite Funtastiche. FUN (Funtastic United Nations) e' un'organizzazione sovranazionale aperta e indipendente, attiva dal 2001, ispirata ad una deglobalizzazione creativa delle culture. In questo progetto gli artisti sono stati invitati a creare un autoritratto, con l'unico vincolo di restare entro le misure massime di cm 15 di base per cm 20 di altezza. Sono cosi' arrivati oltre 170 autoritratti.


comunicato stampa

AUTORITRATTI DALLE NAZIONI UNITE FUNTASTICHE

FUN (Funtastic United Nations) è un'organizzazione sovranazionale aperta e indipendente, attiva dal 2001, ispirata ad una deglobalizzazione creativa delle culture.

In questo progetto gli artisti sono stati invitati a creare un autoritratto, con l'unico vincolo di restare entro le misure massime di cm 15 di base per cm 20 di altezza.
Sono così arrivati oltre 170 autoritratti.

Finalmente liberi di esprimere la loro personalità lontano dall'anonimato segnaletico delle cabine per fototessera, gli artisti di FUN hanno rivelato le loro vere sembianze di verdi creature aliene e pastori sardi, avventurieri e pantofolari, clown e cervelloni atomici, vampiri e santi, astronauti e ferrovieri, micette e cagnoline, suore e investigatori del sogno, figli dei fiori e scienziati pazzi, turisti e attivisti no global, finti dittatori e reali maniaci postali, fluxisti e sgorbionisti, come pure personaggi di fiabe, fumetti o videogiochi.
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SPECCHI & VERTIGINI
Il volto nostro consueto agli altri non è questo cui siamo abituati noi. In teoria hanno ragione loro; la fisionomia a noi abituale è solo la speculare. A vederla rivoltata al contrario, per esempio in fotografia o in tv, riconoscerci eppure non riconoscerci ci dà leggera nausea. Ma mettersi di fronte a se stessi è sempre, sempre, una sfida grande. Guardarsi negli occhi può fare molta paura. Ci si vede in impudica trasparenza, o abbigliati con ammennicoli impensati. A volte viene da pulire la superficie dello specchio, pensando che alcune imperfezioni stiano lì fuori invece che qui dentro. In altre occasioni ci si scopre troppo assottigliati, o eccessivamente rotondi. Ci si deve riconsiderare. Ogni volta è una prova; è un giudizio che ci diamo; almeno un voto ce lo dobbiamo assegnare; ed è comunque più facile promuoversi che bocciarsi – al massimo ci si rimanda a successivi esami di riparazione.
L'autoritratto è lo specchio dell'artista. È un autoesame. Vabbe' che ci si promuove quasi tutti, però almeno per una volta ci si osserva con occhio indagatore esterno e non col solito sguardo interno assuefatto e senza domande, persino più empatico che assolutorio. Non esiste un modo univoco di prendersi le misure. Ci si può fronteggiare impavidi riflettendosi nelle palle degli occhi; si può ricorrere all'impietosità chirurgica da spersonalizzante fototessera; ci si può avvicinare di sbieco, tra ammiccamenti e pose confidenziali; ci si può mettere di profilo, a evidenziare qualche particolare fisiognomico specialmente segnaletico; o ci si può osservare da lontano, integrati a un ambiente come dettagli di un paesaggio fagocitante. Ci si può anche radiografare, guardandosi attraverso, con le zavorre che ci portiamo dentro, più o meno pesanti.
Dall'osservarsi puro e semplice all'oggettivare quell'analisi, però, ce ne corre. Nel secondo atto la prospettiva cambia molto. Così il risultato fisico dell'autoritratto è anche, alla fine, una scelta di identità – che diventa un documento – da esibire pubblicamente. Indi non è solo come ci si vede, ma come ci si vorrebbe vedere, o perlomeno come si vorrebbe che ci vedessero gli altri. È dunque inevitabilmente una finzione, nel bene e nel male: si può esagerare: in un senso o nell'altro, in tutti i sensi. Nato come sfogo realistico, diventa uno spurgo fantastico. Una foto impossibile. Uno sguardo in un'altra dimensione. Uno spazio-tempo alternativo. Un atto insieme interrogativo ed esclamativo. Uno sgorbio per ridere. Un esibizionismo per cuccare. Un lamento per intenerire. Una carta da gioco. Una confessione, una barzelletta, un complimento, un grido, un bacio con la lingua. Una merce di scambio. Un atto masturbatorio che si fa spudorato dono d'amore. Un atto di superficialità profonda, un ossimoro. Lei suggerisce: uno scherzo? Anche. Ma come diceva il grande umorista torinese Giorgio Cavallo: 'Non mi piace la gente che scherza per scherzo. Mi piace la gente che scherza sul serio'. Appunto, e basta.
Ferruccio Giromini

Progetto di Piermario Ciani

Inaugurazione Martedì 18 Maggio ore 18.30

da martedì a sabato ore 10.30­12.30 16.30-19.30

Testo in catalogo di Ferruccio Giromini

Allestimento di Gioia Danielis

Immagini © degli autori

Si ringraziano: Vittore Baroni, Artestudio Clocchiatti, Canova dei Querini, Juliet Art Magazine

Aggiornamenti su FUN nel sito web

Nell'immagine un'opera di Massimo Giacon

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