Rotonda della Besana
Milano
via Enrico Besana, 12
02 875672

Giuliano Vangi
dal 24/6/2004 al 25/7/2004

Segnalato da

Maria Grazia Vernuccio



approfondimenti

Giuliano Vangi



 
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24/6/2004

Giuliano Vangi

Rotonda della Besana, Milano

Grande racconto. Le opere di Giuliano Vangi comporranno quel 'Grande racconto' in cui le sue figure - uomini e donne tanto moderni quanto senza tempo - sembrano intrattenere tra loro un dialogo fatto di sguardi e gesti capaci di attirare e coinvolgere il visitatore. Undici sculture, per la maggior parte inedite e di recente esecuzione, e una quarantina di disegni illustreranno il percorso creativo di Vangi, scultore che coniuga la tradizione della figurazione italiana con una ricerca stilistica che pone sempre l'umano al centro della propria opera.


comunicato stampa

"GRANDE RACCONTO"

Milano dedica una mostra all'artista italiano che ha incantato il Giappone. Alla Rotonda di via Besana le opere dello scultore che pone l'uomo al centro della propria ricerca artistica. Dal Museo giapponese di Mishima a lui interamente dedicato, all'ambone per la Chiesa di Padre Pio: tradizione figurativa e modernità nelle sculture di Giuliano Vangi.

La Rotonda di via Besana, suggestivo e storico spazio espositivo nel cuore di Milano, ospita per la prima volta la scultura. Dal 25 giugno al 25 luglio 2004, le opere di Giuliano Vangi comporranno quel "Grande racconto" in cui le sue figure - uomini e donne tanto moderni quanto senza tempo - sembrano intrattenere tra loro un dialogo fatto di sguardi e gesti capaci di attirare e coinvolgere il visitatore. Undici sculture, per la maggior parte inedite e di recente esecuzione, e una quarantina di disegni illustreranno il percorso creativo di Vangi, scultore che coniuga la tradizione della figurazione italiana con una ricerca stilistica che pone sempre l'umano al centro della propria opera.

La mostra Realizzata dal Comune di Milano – Assessorato Cultura e Musei - in collaborazione con lo Studio Copernico di Milano, la mostra comprende undici sculture e circa quaranta disegni e bozzetti preparatori che illustrano alcune delle fasi creative che portano all'esecuzione definitiva delle sculture e che compongono il "Grande racconto" di Giuliano Vangi. Il catalogo, una coedizione "De Agostini-Rizzoli" e "Studio Copernico", contiene saggi introduttivi di Renato Barilli (curatore della mostra insieme a Nicola Loi), Mario Botta, Francesco Buranelli, Marco Vallora.
Le sculture in mostra, di bronzo, graniti, legno e marmo, rappresentano un racconto scolpito nella materia, una narrazione evocativa che analizza inquietudini, delusioni e speranze dell'uomo moderno. Un filo ideale collega le figure dinamicamente arrestate nei loro movimenti, un piano di sequenza le unisce per dividerle: ogni singola scena preannuncia la successiva intessendo con essa la trama originaria, lo svolgimento insieme unitario e particolare di questo "grande racconto".
Nei disegni si evidenzia il tratto narrativo, la consapevolezza creativa di affrontare ed elaborare un tema fino alla risoluzione che scoprirà nel bronzo o nel marmo nuove forme e corpi. È un realismo spirituale la chiave di lettura critica di Vangi verso la contemporaneità, come una forza trattenuta nella materia dalla quale nasce il racconto della vita.

Giuliano Vangi
Nato a Barberino di Mugello - Firenze - nel 1931, dopo aver frequentato l'Istituto d'Arte fiorentino, allievo di Bruno Innocenti, e una parentesi d'insegnamento a Pesaro, Giuliano Vangi si trasferisce dal 1959 al 1962 in Brasile. Al rientro in Italia, si verifica per lo scultore un ritorno al figurativo con la realizzazione di opere d'impianto evocativo: le espressioni dei suoi volti sono tante finestre simboliche, spalancate sui sentimenti di un'umanità in continua ricerca del proprio "io".
Nella seconda metà degli anni '60, la svolta: Carlo Ludovico Ragghianti organizza la grande mostra di Firenze alla Strozzina. La città toscana è appena uscita dalla disastrosa alluvione del novembre 1966; l'allestimento della personale di Vangi, che rinsalda così il legame con la terra d'origine, è un segnale di rinascita fra tanta distruzione. Per l'artista si apre una proficua stagione di iniziative in Italia e all'estero, specialmente in Germania e nell'Europa del nord.
Memorabili le mostre alla Permanente di Milano del 1977 e alla Società Promotrice delle Belle Arti di Torino, nel 1989/90, una magnifica antologica ritenuta da Roberto Tassi come "la più bella vista in Italia negli ultimi trent'anni" (la Repubblica del 17 gennaio 1990). L'anno successivo, le opere di Vangi - un ciclo di bronzi, marmi e legni policromi per la maggior parte inediti - vengono accolte nei suggestivi spazi di Castel Sant'Elmo a Napoli. Altro fondamentale omaggio gli viene tributato nel 1995 con l'imponente esposizione al Forte di Belvedere, da dove gli sguardi delle sculture campeggiano sul panorama fiorentino. Del 2001 è la personale all'Ermitage di San Pietroburgo.
Vangi ha inoltre collocato nel centro storico di Siena, prima volta per un artista contemporaneo dopo quattro secoli, la lupa simbolo della città; nel 1997 appronta, per la Cattedrale di Padova, il presbiterio con ambone, cattedra vescovile e un crocifisso alto tre metri. L'anno dopo esegue per la nuova sede della Banca d'Italia alla periferia di Roma la "Donna con albero", un granito di oltre cinque metri, mentre del 1999 è "Varcare la soglia", gruppo scultoreo in marmi policromi per l'ingresso dei Musei Vaticani.
Realizza all'inizio del secondo millennio l'altare con relativo ambone per il Duomo di Pisa e l'ambone per la Chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, progettata da Renzo Piano: si tratta di un complesso in pietra garganica con undici personaggi a grandezza naturale che illustrano l'episodio evangelico della visita di Maria di Magdala al sepolcro di Cristo.
A Mishima, non distante da Tokyo, sopra una collina a contatto visivo col Monte Fuji, sorge il Museo Vangi inaugurato nella primavera del 2002. E' la prima volta che il Giappone dedica una struttura espositiva permanente a un artista occidentale. L'edificio ultramoderno presenta una superficie complessiva di 30.000 metri quadrati, di cui 2.000 coperti; il vasto parco collinare contiene alcune tra le maggiori installazioni dello scultore toscano, la cui opera è attentamente seguita nel Paese del Sol Levante.
Ha inoltre realizzato un "Giobbe nel deserto" su lastra di marmo per una Cappella in Versilia progettata da Mario Botta, mentre per la Chiesa di Seriate (sempre su progetto di Botta) ha composto l'abside dalla quale campeggia un Cristo di tre metri e mezzo, con la parte inferiore in positivo e la parte superiore scavata in negativo - indice di evanescenza e di resurrezione -, circondato dalle Pie Donne e, sullo sfondo, il paesaggio bergamasco con il profilo esterno della Chiesa.
A Vangi sono stati assegnati tra gli altri il Premio dei Lincei e quello del Presidente della Repubblica, il Michelangelo, il Praemium Imperiale nipponico e, di recente, il premio per la scultura "Libero Andreotti". Due suoi lavori si trovano nella Biblioteca e nella Sala Garibaldi di Palazzo Madama, sede del Senato; tre grandi opere sono state collocate all'interno di un parco privato a Seul, in Corea.

Per ulteriori informazioni contattare
Ufficio Stampa Assessorato Cultura e Musei
Maria Grazia Vernuccio
Tel. 02 88450292/3 - fax 02 88450104

Informazioni al pubblico: Studio Copernico 02 67075049
Infoline interattiva 24 ore su 24: 02 54913

Orario: continuato 9.30 – 20.00, lunedì chiuso
Biglietti: intero euro 5,00 – ridotto euro 3,50

Sede: Milano, Rotonda di via Besana

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Laura Canali
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