L'assemblaggio dello scarto, l'estetica dello strappo, la razionalita' creativa del caso che caotico ingoia, distrugge e ricrea la materia. Ad apertura di secolo, Raffaella Formenti continua le fila del discorso, ma la sua ricerca mette a fuoco uno scenario che e' cambiato, come cambiate sono le intenzionalita' dell'arte.
L'assemblaggio dello scarto, l'estetica dello strappo, la razionalitÃ
creativa del caso che caotico ingoia, distrugge e ricrea la materia.
Da Schwitters a Duchamp a Rotella e oltre, tutto il XX secolo è stato
attraversato da un flusso di detriti che passando per gli occhi e le
mani degli artisti assumevano nuove identità , altri significati,
parlando del mondo e delle sue contraddizioni - creatrici quelle sì, di
detriti ideologici, culturali e persino, tragicamente, umani.
Ad apertura di secolo, Raffaella Formenti continua le fila del discorso,
ma la sua ricerca mette a fuoco uno scenario che è cambiato, come
cambiate sono le intenzionalità dell'arte.
In una società in cui la produzione di oggetti, testi, immagini e forme
ha travalicato ormai qualsiasi umana possibilità di selezione e
comprensione, lo scarto ha assunto un nuovo significato, da residuo
d'uso e selezione è divenuto incontrollata perdita di senso dello spazio
e della relazione, ma anche difesa e scudo da ogni ulteriore smarrimento
di sé. Il Web ha riprodotto in scala smisurata il fenomeno
dell'accumulazione dei dati, e della loro sovrapposizione fino
all'annullamento, fino all'inutilità .
Tra caos, scarto, aporie del linguaggio e impenetrabilità di senso
dunque, Formenti ha deciso di navigare a vista accumulando file su file
di relitti indagati e manipolati quasi per gioco a creare, biblioteca di
borgesiana memoria, uno sterminato archivio di 'informazioni',
dall'aspetto di gioiosi origami di materiale pubblicitario, o di
cartacei fuochi d'artificio creati con giornali, buste di carta,
manifesti. L'informazione, alibi e feticcio di innumerevoli operazioni
che si vogliono politiche e sostanziali e sono spesso solo commerciali,
viene corrosa dall'ironia con cui l'artista ne reinterpreta i codici,
svelandola per quello che è, parole consumate dall'uso e
dall'irrefrenabile provvisorietà di qualsiasi dato, veicolate da
materiali di inesorabile deperibilità . Le installazioni cartacee
irridono l'arroganza urlata della comunicazione, ne svelano velleità ed
illusioni, riportando il discorso al grado zero del messaggio, ove non
c'è che l'essere - e a volte, neanche quello.
Alessia Muroni
Spazio 27
piazza Venezia 27
Trento