Galleria Samuelis Baumgarte
Bielefeld
Obernstrasse, 28
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Letizia Fornasieri
dal 1/9/2004 al 3/10/2004
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1/9/2004

Letizia Fornasieri

Galleria Samuelis Baumgarte, Bielefeld

Trenta opere esposte, di grandi e medie dimensioni, alcune del repertorio antologico della Fornasieri, piu' della meta', invece, di nuovissima produzione.


comunicato stampa

Trenta opere esposte, di grandi e medie dimensioni, alcune del repertorio antologico della Fornasieri, più della metà, invece, di nuovissima produzione, saranno la testimonianza presso la prestigiosa Galleria, che colleziona ed espone artisti di fama e provenienza internazionale quali Frank Stella, Baselitz, Rainer Fetting, Yael Niemeyer, Alexander Wolf, Chitine Jackob-Marks.

Una scelta significativa operata nella figurazione italiana, quella della pittrice Fornasieri, che trova in Milano genesi e riferimento, da sempre caratterizzato da una poetica espressionista e una ricerca formale originale che ha anticipato soggetti e poetiche oggetto della poetica pittorica anche europea.

Gli elementi dell’opera della Fornasieri rappresentano, di fatto, un’occasione per un dialogo, confronto e apprezzamento per i valori che costituiscono la sensibilità e ricerca della pittura tedesca attuale e del gusto del centro europa.

Letizia Fornasieri appartiene a quella corrente di giovani artisti, dominante in Italia e soprattutto a Milano, chiamata Nuova Figurazione. Non si tratta di un gruppo unito da un’esperienza comune o dall’influsso determinante di un grande e carismatico personaggio, quanto piuttosto di una generazione di pittori che, nella consapevolezza e nel rispetto delle molteplici eredità culturali del Novecento, hanno voluto rappresentare la realtà in modo rinnovato e soggettivo.

Nel delineare la personalità della Nuova Figurazione Italiana non mancano figure di riferimento la cui influenza è indiscutibile: tra queste spicca quella del critico Giovanni Testori, eclettico uomo di cultura milanese che tra gli anni sessanta e novanta portò in Italia i Neo-Espressionisti tedeschi, fece conoscere De Stael e Varlin e animò la pagina dell’arte del Corriere della Sera, il principale quotidiano italiano.

Mentre, in tempi più recenti occorre ricordare giovani curatori come Marco Goldin a Treviso e Alessandro Riva a Milano che hanno avvicinato al grande pubblico molti degli esponenti di questo movimento.

Letizia Fornasieri, milanese per nascita e formazione, è attiva da molti anni nell’ambito della Nuova Figurazione e il suo lavoro fonde una ricerca formale e pittorica decisamente originale, dotata di intensa poetica della luce e del colore, con una marcata reminiscenza del Novecento italiano con visibili apporti dell’espressionismo di impronta tedesca coniugato a quello più solari e mediterranei del pittore siciliano Renato Guttuso.

Dopo gli studi all’Accademia di Brera, Letizia Fornasieri si è messa in luce con numerose esposizioni in varie città italiane e vincendo il premio Dalla Zorza con la Galleria Ponte Rosso, molto vicina alla tradizione milanese di pittura. Da cinque anni l’artista lavora con la Galleria Rubin che l’ha proposta in due mostre personali e alle Fiere di Bologna, Milano e Francoforte.

I temi che contraddistinguono la sua arte e i suoi quadri di grandi e medie proporzioni, hanno anticipato soggetti e forme oggi al centro della ricerca europea. Oggetti e situazioni legati alla vita quotidiana caratterizzata da una forte presenza dentro pareti domestiche, un’emotiva e partecipe relazione con gli eventi anche minimi e accidentali della realtà fuori, osservata dalla finestra di casa e per le strade della città, fino a uno sguardo commosso di paesaggi urbani, coinvolto per tutto ciò che giunge da lontano, fino alla cronaca inaspettata di alcuni avvenimenti di attualità internazionale.

Gli oggetti perdono la banale inconsistenza che hanno per chi li percepisce con distratta superficialità e si caricano di una vitalità espressiva che può essere drammatica, ironica o misteriosa ma sempre e comunque sorprendente.

Come ha scritto recentemente Luca Beatrice “quadri che suonano, rumorosi come i capolavori del Futuristi, capaci di restituire particolari e frammenti di vita quotidiana”. La poetica della Fornasieri, che ha incrociato lo sguardo interessato di scrittori e poeti di Milano e Roma, gira su questa ideologia dello spazio che è il dilatarsi della misura dell’individuo che, sommata a quella degli altri, dà luogo all’insieme misterioso: la città di tanta gente che passa e prende il metrò, degli ingorghi stradali, dell’indecifrabile eclettismo architettonico.

Elena Pontiggia, critico che sottolinea di frequente l’originalità di Fornasieri, sinteticamente parla di “questa visione “dal basso”, che sa catturare un momento di vita vissuta senza maschere della psicologia, nella consapevolezza che le cose esistono in quanto agiscono, operano. Perché la vita non è un sogno ma un essere concreto”.

nell'immagine: 'Donna in metro', 1988.

Galleria Samuelis Baumgarte
Obernstrasse, 28
D-33602
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