Galleria dell'Immagine
Rimini
via Gambalunga, 27
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Giuseppe Ferri
dal 15/10/2004 al 6/11/2004
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Giuseppe Ferri



 
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15/10/2004

Giuseppe Ferri

Galleria dell'Immagine, Rimini

Pietre, ferro, legno, ceramica, accostati per diversa consistenza, tutti con la loro individualita' fatta di trama, colore, struttura, diversa sensibilita' al tatto; materiali che nello stare vicini, nel gioco dei contrasti, si caricano di energia, si rafforzano e si valorizzano.


comunicato stampa

Esercizi di un costruttore

Pietre, ferro, legno, ceramica, accostati per diversa consistenza, tutti con la loro “individualità” fatta di trama, colore, struttura, diversa sensibilità al tatto; materiali che nello stare vicini, nel gioco dei contrasti, si caricano di energia, si rafforzano e si valorizzano.I colori naturali del legno, del ferro, dei mattoni, colori pronti che si modificano solo col variare della luce e col passare del tempo; oggetti utilizzati nella loro vincolante semanticità, nella pura, geometrica forma industriale.
E poi gli spessori, i volumi: masse senza forma, insignificanti, che una volta assemblate diventano altra cosa, suscitano curiosità e stupore, si caricano di
valori estetici. Così troviamo il lucido vicino all'opaco, il ruvido accanto al levigato, oppure un colore brillante che si staglia su un fondo tenue. Legni trafitti dall’acciaio, nicchie con mattonelle di ceramica, ferri piegati, saldati, dritti, ricurvi, intrecciati. Segni disegnati nello spazio. Composizioni tridimensionali di elementi che si armonizzano o si respingono, congradevolezza o con stridore non importa. Oggetti dalla forma indefinita, indipendenti dall’usabilità, svincolati dalla
funzione; liberi accostamenti che rispondono solo ad una logica compositiva. Puri accostamenti di materiali, di forme, di colori; composizioni da poggiare o appendere, dotate di un leggero o di un poderoso sostegno; oggetti che
dialogano con la struttura che li sorregge in un tutt’uno di parti che nascono assieme. Andamenti lineari, ritmi ora interrotti ora ripetuti, quasi senza logica, quasi senza regole e che, tuttavia, trasmettono di un impegno allo stesso tempo intellettuale e manuale; composizioni astratte ottenute con materiali naturali e artificiali, tutti bellissimi:
-il ferro, un prodotto tecnologico primitivo, toccato solo dal colore rosso polveroso della ruggine, potente ma plasmabile;
-il legno, in particolare quello “vissuto”, che manifesta al meglio il suo colore caldo e la sua tattilità coinvolgente quando lo si fa riemergere dalla scorza tormentata che il tempo e le intemperie gli hanno formato addosso;
-a ceramica, raffinata e brillante, frutto di millenaria esperienza, ma anche di un’elevata tecnologia, risultato sorprendente della rielaborazione dei materiali più umili.
-infine l’autore: nessuna velleità artistica, nessun obiettivo recondito.
Ed il suo lavoro?
Un esercizio ma anche un gioco. (Massimo Marra)

Note autobiografiche.
Mi sono laureato in ingegneria al Politecnico di Milano nel 1960 e lavoro a Rimini come libero professionista dal 1962. Mi occupo da oltre trent’anni di architettura e urbanistica.
I materiali che ho messo assieme in questa mostra sono quelli in cui mi imbatto nei lavori che faccio ogni giorno, specie negli studi di dettaglio: legno, ferro, ceramica, pietra. Queste composizioni quindi derivano da progetti, però diversi da quelli usuali perché privi di una logica razionalmente finalizzata: non devo costruire uno spazio vivibile e neppure fare un conto di metri quadri perché qualcuno possa camminarci dentro. Quando opero nell’ambito di un progetto più ampio questi studi sono una forma di decorazione applicata ad una struttura funzionale da realizzare. Quando sono autonomi, come in questa sede, possono considerarsi esercizi per una possibile applicazione o un passatempo interessante. Nessun significato nascosto quindi, ma solo un esercizio e anche un gioco. L’accostamento di queste composizioni e i loro studi a progetti veri e propri di strutture da realizzare, come la croce e il capitello della chiesa di S. Martino, mostra
appunto che il percorso ideativo e progettuale è il medesimo e che entrambe le tipologie di disegno assumono la stessa valenza grafica. E’ possibile anche un percorso inverso: dalla fotografia a colori di un’opera realizzata, si può risalire con elaborazioni digitali, e quindi senza alcuna
operazione concettuale, a forme grafiche che nulla sembrano avere a che fare con l’oggetto realizzato. (Giuseppe Ferri)

Inaugurazione: Sabato 16 ottobre 2004, ore 18.00

Galleria dell’Immagine
via Gambalunga 27, Rimini

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