Con Space Experiences, Stalker, una delle voci piu' originali nell'ambito erratico tra arte e architettura, presenta per la prima volta in Italia, la sistematica documentazione delle proprie esperienze di laboratorio di arte urbana dal 1990 ad oggi.
Space Experiences
Con Space Experiences, Stalker, una delle voci più originali nell’ambito erratico tra arte e architettura, presenta, per la prima volta in Italia, la sistematica documentazione delle proprie esperienze di laboratorio di arte urbana dal 1990 ad oggi.
Il materiale, coordinato e in parte realizzato da Aldo Innocenzi e Romolo Ottaviani, esprime la prefigurazione concreta del pensiero teorico e della metodologia di Stalker nella sua ricerca nomade tesa a percepire lo scarto tra ciò che è sicuro, quotidiano, e ciò che è incerto.
Tramite l’allestimento in galleria, pensato come spazio esperienziale, gli artisti ci conducono nella poetica, complessa e sfuggevole, delle aree marginali, abbandonate o in via di trasformazione della città contemporanea. Le opere in mostra offrono un quadro organico dell’opera degli artisti romani attraverso la messa in scena di un diario, un racconto autobiografico fatto di fotografie, video delle performances sul territorio, mappature delle città attraversate, appunti di viaggio dei vari componenti.
In occasione dell’inaugurazione, Stalker coinvolgerà il pubblico in azioni ed eventi relazionali tesi alla condivisione di spazi e linguaggi, utilizzando l’area espositiva come luogo di ritrovo e scambio.
La mostra resterà aperta fino al 27 novembre.
Stalker è un gruppo di artisti/architetti/urbanisti formatosi nel 1990 intorno alla Facoltà occupata di Architettura di Roma. Costituito in partenza da 6 componenti, il soggetto collettivo, come ama definirsi, si presenta come struttura aperta e dinamica in grado di accogliere, nel corso del tempo, molteplici elementi in forme diverse di collaborazione. Preso in prestito il nome dal film di Andrej Tarkovskij, Stalker è “custode, guida e artista dei territori attuali†e proprio in questa veste è noto per i suoi attraversamenti ed esplorazioni di zone interstiziali di città come Roma, Milano, Torino, Parigi, Berlino, Miami, Seoul, in una pratica al confine tra intervento urbanistico e strategia artistica. Dal 1999 Stalker occupa con la comunità kurda di Roma un edificio dell’Ex Mattatoio romano con l’intento d’indagare le possibilità offerte da una nuova forma di spazio pubblico contemporaneo che tragga vitalità dall’interazione tra arte e solidarietà civile.
Stalker ha esposto in mostre personali e collettive nei principali musei internazionali e preso parte alle maggiori manifestazioni artistiche tra cui la 9. Biennale di Architettura di Venezia (2004), la XIV Quadriennale a Napoli (2003), la Biennale di Tirana (2001), la 7. Biennale di Architettura di Venezia (2000), Manifesta III (Lubjiana, 2000), Mutations (Bordeaux, 2000). Attualmente è impegnato come Osservatorio nomade, gruppo formato con altri giovani artisti e architetti in Immaginare Corviale, progetto che coinvolge la comunità del grattacielo orizzontale della periferia romana in azioni volte a stimolare la creatività e lo scambio sociale.
e x t r a s p a z i o, nuova galleria d’arte contemporanea diretta da Guido Schlinkert, a cominciare dalla prima esposizione dedicata a Stalker, desidera condividere questo spazio extra con quegli artisti, critici, collezionisti, istituzioni che Stuart Hall chiama “gli agenti reali di una specie di globalizzazione dal basso legata alla differenza, all’eterogeneità , al pluralismo, che non intende sottostare a una forma artistica, non viene più inglobata da un linguaggio artistico piuttosto che da un paradigma politico, da una forma di Stato o da uno stile economico rappresentando l’avvento di un mondo multipolare e genuinamente globale, opposto al mondo neoglobaleâ€.
extraspazio
via San Francesco di Sales, 16/a, Roma