Rotture, lacerazioni, rilevi e altri segni dell'informale. La mostra propone la rilettura di un periodo significativo della ricerca creativa di Agenore Fabbri legata agli anni dell'Informale e alla loro dimensione inquieta e problematica
Rotture, lacerazioni, rilevi e altri segni dell'informale
Testo critico di Claudio Cerritelli
La mostra propone la rilettura di un periodo significativo della ricerca
creativa di Agenore Fabbri legata agli anni dell'Informale e alla dimensione
inquieta e problematica di quella straordinaria stagione artistica. Accanto
alla sua appassionata testimonianza contro la violenza, la sopraffazione
e l'ingiustizia che le opere giovanili mostrano attraverso il dramma delle
figure e la materia espressiva del corpo, Fabbri elabora durante gli anni
Cinquanta un ciclo di opere che, pur allontanandosi dai modi del suo inconfondibile
espressionismo figurativo, mantengono inalterata quella tensione spaziale
che permette alla materia di farsi luogo di ricerca delle profondita' interiori.
"Nella stratificazione dei legni e delle sue lacerazioni interne -scrive
Claudio Cerritelli in catalogo- l'artista fissa i punti di rottura della
superficie come possibilità di inventare immagini della precarietà e dell'inquietudine.
Si tratta di tracce allusive, spiragli taglienti, segni feroci e irriducibili
del disagio fisico e mentale che l'uomo contemporaneo costretto a introiettare,
suo malgrado, di fronte alla crisi dei valori individuali e collettivi".
Attraverso diverse soluzioni materiche questi legni policromi indicano il
rapporto che Fabbri intende stabilire con la cultura europea degli anni
Cinquanta, da Fontana a Burri, da Dubuffet a Tapies, solo per indicare alcuni
protagonisti di un nuovo modo di intendere l'arte come materia vivente,
espressione di una trasformazione continua che dà senso all'esistenza.
Agenore Fabbri e' nato a Barba, in provincia di Pistoia, nel 1911 ed e'
morto a Savona nel 1998
Inaugurazione: ore 18.00
Galleria Morone
Via Nerino 3, Milano