Claudio Poleschi Arte Contemporanea
Lingchi – Echoes of a Historical Photograph. Allestimento della grande video-installazione dell'artista taiwanese, realizzata nel 2002 per la Biennale di Taipei. Il titolo si rifa' a una fotografia, scattata, secondo alcuni da un non meglio identificato antropologo occidentale, secondo altri da un soldato francese, all'inizio del XX secolo, e che raffigura l'esecuzione di un condannato a morte mediante il Lingchi, una lenta tortura che prevede piu' di mille tagli sul corpo del condannato prima della morte. Chen mette in scena l'esecuzione, mixandola poi con immagini di luoghi storici in rovina, quali il Palazzo d'Estate a Pechino, con quelle di operai di un'industria di elettronica e quelle di lavoratrici rese disabili da incidenti e malattie professionali nei loro dormitori. A cura di Pier Luigi Tazzi
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Lingchi – Echoes of a Historical Photograph
a cura di Pier Luigi Tazzi
Il 20 novembre 2004 viene presentata, per la prima volta in Italia, nella chiesa sconsacrata di San Matteo a Lucca, a cura di Pier Luigi Tazzi, Lingchi – Echoes of a Historical Photograph, la grande video-installazione dell'artista taiwanese Chen Chieh-jen, realizzata nel 2002 per la Biennale di Taipei.
Il titolo si rifà a una fotografia, scattata, secondo alcuni da un non meglio identificato antropologo occidentale, secondo altri da un soldato francese, all'inizio del XX secolo, e che raffigura l'esecuzione di un condannato a morte mediante il Lingchi, una lenta tortura che prevede più di mille tagli sul corpo del condannato prima della morte, ché se egli fosse morto prima lo stesso boia sarebbe stato messo a morte. Praticata in Cina per migliaia di anni, questa pena fu definitivamente abolita solo nel 1905. Una folla enorme era solita partecipare all'esecuzione, che, oltre all'assistere a questo spettacolo abnorme, si assiepava anche per raccogliere sangue e brandelli di carne del condannato che sarebbero poi stati utilizzati a scopo medicinale. La foto cominciò subito ad entrare in circolazione, in specie fra gli occidentali che passavano per la Cina, e in particolare in un set di cartoline intitolato Les supplices chinois. Fu successivamente pubblicata in Francia nel libro di Louis Carpeaux, Pekin qui s'en va, nel 1913, e quindi da Georges Dumas nel suo Traité de psychologie nel 1923. Fu tuttavia Georges Bataille, che ne possedeva una copia dal 1925 e che per sua dichiarazione ebbe un'importanza decisiva nella sua vita, ad introdurla con maggior autorità nell'immaginario della cultura occidentale, quando la utilizzò a conclusione del suo ultimo studio sull'erotismo, Les larmes d'eros, pubblicato nel 1961 un anno prima della sua morte, per provare l'identità dei contrari e in particolare fra l'estasi religiosa e l'orrore estremo.
Chen mette in scena l'esecuzione, mixandola poi con immagini di luoghi storici in rovina, quali il Palazzo d'Estate a Pechino, con quelle di operai di un'industria di elettronica e quelle di lavoratrici rese disabili da incidenti e malattie professionali nei loro dormitori. Il film risulta alla fine una metafora affascinante e crudele dei rapporti di potere fra il forte e il debole sotto l'egemonia del Primo Mondo nel momento in cui quel potere si oggettiva nel progetto della globalizzazione. Si tratta anche e insieme di una lucida analisi sullo sguardo e su come lo sguardo produca effetti sulla sostanza psichica e mentale, e, di là , sulla coscienza individuale e collettiva di chi vive l'attuale fase dell'umana civiltà .
Chen è nato nel 1960 in un villaggio di veterani dell'esercito di Chiang Kai-shek, ritiratosi a Taiwan dopo la definitiva sconfitta subita dall'esercito comunista nella Cina continentale, lui stesso figlio di un veterano. E' cresciuto nell'epoca della Legge Marziale (1950-1987) e del cosiddetto Terrore Bianco, iniziato dopo l'Incidente del 28 Febbraio 1947 e protrattosi fino ai primi Anni Ottanta, durante il quale un numero enorme e imprecisato di oppositori al regime di Chiang fu trucidato o incarcerato per lunghi periodi. Chen stesso viveva nel quartiere dove avevano sede sia la Corte Marziale che la Prigione Marziale a Xindian. Negli Anni Ottanta fa performance e azioni di carattere politico e sociale. Dal 1996 comincia a lavorare con la fotografia rielaborata al computer, attraverso cui elabora i temi che caratterizzano la sua arte più nota e di più larga circolazione, anche internazionale: il rapporto tra immagine e potere, tra politica e violenza, tra ragione e follia, tra memoria e storia, tra realtà e artificio, fra il Sé e l'Altro.
Lingchi – Echoes of a Historical Photograph segna il suo passaggio alla video-installazione che amplia la sua tematica e ne accentua il valore universale, staccato dalle contingenze di una storia e di una condizione locali.
Fra i maggiori artisti taiwanesi, Chen ha partecipato oltre che alle più importanti manifestazioni artistiche dell'isola e segnatamente alle Biennali di Taipei (1994, 1996, 1998, 2002 e 2004), alle Biennali di Venezia (1999), di Lione (2000), di Kwangju (2000) e di Shanghai (2004). Nel 2001 ha tenuto una personale alla Galerie Nationale du Jeu de Paume a Parigi e esposto in grandi mostre tematiche in Asia e in Occidente. Questa è anche la sua prima personale in Italia.
Immagine: Chen Chieh-Jen, Factory, 2003
Inaugurazione: Sabato 20 Novembre 2004
Galleria Claudio Poleschi A.C. e Chiesa di S.Matteo, P.za S.Matteo 3, Lucca
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CHEN CHIEH-JEN
Lingchi - Echoes of a Historical Photograph
curated by Pier Luigi Tazzi
The first presentation in Italy of Lingchi - Echoes of a Historical Photograph, the large video installation created for the Taipei Biennale 2002 by the Taiwanese artist Chen Chieh-jen will take place on 20 November 2004 in the deconsecrated church of San Matteo in Lucca, curated by Pier Luigi Tazzi.
The title refers to a photograph taken by an unidentified western anthropologist according to some, and by a French soldier at the beginning of the 20th century, according to others by others. It shows the execution of a condemned man by Lingchi, a slow torture involving more than a thousand cuts made on the body of the condemned person before death. If he died earlier the executioner was himself put to death.
This punishment was practised in China for thousands of years and was not finally abolished until 1905. A large crowd would gather for the execution, not only to witness the extraordinary spectacle but also to collect blood and strips of flesh from the body, to be used for medical purposes. The photo immediately started to be circulated, especially amongst westerners passing through China and in particular in a set of postcards Les supplices chinois. It was later published in France in Louis Carpeaux's Pekin qui s'en va in 1913, and then by Georges Dumas in his Traité de psychologie in 1923. It was, however, Georges Bataille, who came into possession of a copy in 1925 and for whom, according to his own statement, it was of decisive importance in his life, who introduced it with greater authority into the imagery of western culture when he used it at the conclusion of his last study of eroticism, Les larmes d'eros, published a year before his death in 1961, to demonstrate the identical nature of contraries and in particular of religious ecstasy and extreme horror.
Chen sets the scene of the execution and then mixes it with images of the ruins of historical places, such as the Summer Palace in Beijing, and with images of workers in the electronic industry and women workers disabled by accidents and occupational diseases in their hostels. The
film becomes a fascinating and cruel metaphor of the relationships of power between the strong and the weak under the hegemony of the First World at the time when that power first focused on the project of globalisation. We are dealing here also and at the same time with a lucid analysis of the gaze, and how looking affects the psychical and mental processes and, from there, on the individual and collective conscience of people living in this phase of human civilisation.
Chen was born in 1960 in a village for veterans of Chiang Kai-shek's army which retreated to Taiwan after its definitive defeat by the Communist army. He himself is the son of a veteran. He grew up during the period of Martial Law (1950-1987) and the so-called White Terror which began after the 28 February 1947 Incident on and continued until the beginning of the 1980s, during which time an enormous but imprecise number of people opposing Chiang's regime were murdered or imprisoned for long periods of time. Chen lived in the district where both the Martial Court and the Xindian Martial Prison were situated. In the 1980s, he did political and social performances and actions. In 1996 he began to work with computer-processed photographs with which he developed the themes that characterise his most noted and widely circulated art, which is also known internationally. These themes are the relationship between image and power, politics and violence, reason and madness, memory and history, reality and artifice, and the Self and the Other.
Lingchi - Echoes of a Historical Photograph marks his progress to video installation which develops his themes and emphasises their universal value, detached from the contingencies of history and local circumstances.
Chen is among the most important Taiwanese artists and has taken part in the island's major art exhibitions, notably at Taipei Biennales (1994, 1996, 1998, 2002 and 2004), as well as at the Biennales in Venice (1999), Lyon (2000), Kwangju (2000) and Shanghai (2004). In 2001 he had a one-man show in the Galerie Nationale du Jeu de Paume in Paris and has exhibited in major shows in Asia and the West. This is his first one-man show in Italy.
Info: Claudio Poleschi Arte Contemporanea
Via Santa Giustina 21 Lucca Italy
Opening: November 20, 2004
Church of San Matteo, Lucca