Fiori di carta. ''La sua origine indonesiana si riconosce soprattutto nel taglio finemente decorativo e lineare del suo segno pittorico; un decorativismo che e' raccordato ad una tensione visionaria e intimista.'' Giorgio Agnisola
Fiori di carta
Un clima di forti risonanze interne, di emozioni visive che si raccordano ad un
tessuto spirituale in cui si coniugano memoria e sogno, intensamente, con una
forte attesa meditativa, con una sensibilità lirica e musicale, così si legge
l'arte di Setyo Mardiyantoro. La sua origine indonesiana si riconosce
soprattutto nel taglio finemente decorativo e lineare del suo segno pittorico;
un decorativismo che è raccordato ad una tensione visionaria e intimista, ad una
lettura di segni minimi della percezione visiva, che nel riflesso psicologico
diventano riflettori di uno spazio interno e sensibilissimo. Si interpretano
così i suoi paesaggi, in cui talora si intravedono profili conosciuti delle
architetture italiane. Luoghi che nulla hanno di realmente realistico, sebbene
tutto in essi sembra riverberare una natura esultante di colori e di luce. La
vera arte di Setyo è nel suo filtro sensibile e poetico, un filtro che si
alimenta di una spiritualità che recupera il visibile nel sensibile con una
disposizione emotiva che ha del religioso, del mistico. D'altra parte non si
pensi ad un'arte impulsiva, legata solo al palpito emozionale, alla felicità di
un riflesso sensibile puramente cromatico e segnico. L'arte di Setyo è segnata
per un verso da una forte spinta introspettiva, da un contatto meditato con le
proprie emozioni, per l'altro scaturisce da una riflessione compositiva, da una
misura composta e attenta dell'architettura visiva. Gli stessi suoi paesaggi
fantastici rivelano una struttura che sembra funzionale al dettato emotivo, a
ciò che l'artista intende comunicare e rivelare di sé e della sua vita. Ciò lo
si nota anche nelle sue pagine più decorative, negli acquerelli, che pure sono
percorsi da una liricità intrinseca che seduce, che appassiona. Lo si nota anche
nelle pitture più liriche e sognanti, in cui il segno ha come una sua interna
significazione, non solo in termini sensitivi, ma altresì didascalici, ossia
illustrativi di una scelta espressiva, di un modo di rappresentare la realtà e
di rappresentarsi. La conferma deriva dalle sue immagini più figurative, che
sono giocate sul simbolo, ovvero sulla coniugazione di una tipologia femminile
con un contesto decorativo.
Dunque arte anche pensata, ma filtrata comunque in una visibilità interna, in
una manifestazione che trascende la forma, che anzi assegna alla forma una
natura rivelativa dello spirito.
Giorgio Agnisola
Note biografiche:
E' nato a Giava, Indonesia, il 13/4/64. Laureato in tecnologia dell'agricoltura
nel 1990. E' cresciuto in un ambiente ricco di scambi culturali per la presenza
di danzatori, musicisti e disegnatori che esprimevano la tradizione artistica ed
artigianale di Giava. Attualmente frequenta la facoltà di Architettura di
Napoli.
Ha partecipato a spettacoli con proiezioni di diapositive, danze, canzoni e
teatro dell'ombra.
Numerose mostre collettive (fra le altre a Benevento, Pisa, Napoli, Palermo,
Città del Vaticano, Breil sur Roya (Francia).
Fra le tante mostre personali ha esposto a Benevento, Capri, Napoli, Roma,
Palermo, Catania, Avellino, Taranto, Bari. Espone in permanenza alle Gallerie
"Il ramo d'oro", Napoli, "Idee s'arte", Positano, "Firme d'autore", Giarre (CT),
"Coppedé", Rimini.
Inaugurazione sabato: ore 18.
Presenta la serata Mario Savonardo di Liberi Editore.
Intervento recitativo degli attori: Ylenia Mariconda e Massimo Odierna.
Introduce la mostra Giorgio Agnisola
Il Ramo d'oro
via Omodeo, 124 Napoli