FastWeb Foyer
Milano
Sabina 1 - Largo Franco Parenti
WEB
Ottofotografialfoyer
dal 17/1/2005 al 31/1/2005
02 36534006
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Segnalato da

Associazione Culturale Album



approfondimenti

Michela Gobbo



 
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17/1/2005

Ottofotografialfoyer

FastWeb Foyer, Milano

Michela Gobbo presenta Patchwork: foto realizzate a Parigi, in Istria e nel Polesine. Come in una pittura metafisica, spazi interni ed esterni annunciano presenze solitarie: case, insegne stradali, ciminiere, chiese costituiscono la scenografia di un palco in cui si muovono figure di uomini-automi.


comunicato stampa

Continua al Fastweb Foyer la stagione di mostre fotografiche nell’ambito della rassegna espositiva Ottofotografialfoyer.

Alle 19 di martedì 18 gennaio Michela Gobbo presenta PATCHWORK:

Come in una pittura metafisica, spazi interni e esterni annunciano presenze solitarie: case, insegne stradali, ciminiere, chiese costituiscono la scenografia di un palco in cui si muovono le piccole figure di uomini-automi.
Da un lato lo spazio interno di abitazioni in cui anomale creature, in bilico tra artefatto e reale, si muovono immobili come manichini. Uomini fotografati all’interno della gabbia del loro armadio come ottocenteschi fenomeni da baraccone.
Manichini come astrazione di uomini o viceversa?
L’identità degli esseri ritratti trapela solo dall’abito, che cambia quotidianamente e che inevitabilmente, ma fortunatamente, comunica qualcosa a proposito del soggetto che lo indossa. Uomini e donne risultano quasi indistinguibili in un disordine di forme, in uno scambio di attributi e atteggiamenti. Creature androgine, come i manichini del resto, che smontano ogni giorno la propria identità per assumere l’abito/maschera più adatto alle circostanze di una vita in cui è presente la scissione tra pubblico e privato. Uomini come burattini e burattinai di loro stessi che in una novella quotidiana Commedia dell’Arte interpretano ruoli dalla valenza estetica, psicologica e comportamentale. Ci si interroga sul significato dell’abito e sul suo valore come mezzo per costruire la propria soggettività nell’insieme di relazioni con gli altri.
Dall’altro lo spazio esterno di una città-globale in cui l’uomo si muove sempre più freneticamente e automa-ticamente, concedendosi soste in zone che, per quanto ricche di natura e di passato, risultano già contaminate da un rigurgito di trash.
Le foto realizzate a Parigi, in Istria e nel Polesine costituiscono alcune tessere di una periferia in cui, la comunicazione tradizionale tra individui sta scomparendo, la memoria e il passato lasciano solo tracce in qualche muro o prodotto artigianale, l’essere umano si misura con il manichino nella forma e nella sostanza.

L’autrice, Michela Gobbo, nasce a Treviso nel 1972.
Dopo essersi laureata in Biologia e aver frequentato il corso di Fotografo post-diploma presso il C.F.P Riccardo Bauer di Milano (nel 1998-2000) lavora presso il Museo di Fotografia Contemporanea a Cinisello Balsamo occupandosi dell’organizzazione di eventi culturali e del settore didattico.
Oggi prosegue la sua attività nel campo della didattica fotografica rivolgendosi in particolare a studenti di scuole medie ed elementari; lavora a Venezia in qualità di consulente nell’ambito della catalogazione e conservazione di materiale fotografico e continua a sviluppare una personale ricerca artistica.
Ha curato inoltre le seguenti pubblicazioni:
Io come qualcos’altro: rappresentarsi attraverso la fotografia (CD-rom didattico), Milano, 2003
La città-puzzle: Cinisello Balsamo fotografata e raccontata dai suoi giovani abitanti, Milano, 2003
L’ironia e il comico nell’arte veneziana del XVIII secolo, (CD-rom didattico), Venezia, 2004

Mostre personali
2001 Autoritratti, Galleria Il Vapore, Mestre
2001 Petrolchimico, Spazio Santi Angeli, Treviso

Mostre collettive
2001 Punto Zero, Galleria Antonino Paraggi, Treviso
2000 Fotoesordio 2000, Palazzo delle Esposizioni, Roma

Ottofotografialfoyer è un progetto a cura di Sara Maestranzi con il coordinamento dell'Associazione Culturale Album.

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Luca Casonato
dal 16/5/2005 al 30/5/2005

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