Viasanpetroniovecchiotredici. Questa mostra retrospettiva prende come spunto l'amore per l'arte di Serrapica e illustra, attraverso un lavoro documentativo e appassionato, quasi trent'anni di attivita' di un uomo che aveva fatto della fotografia un mezzo per avvicinarsi alla gente in maniera profonda e diretta. A cura di Paolo Frascaroli, Giovanni Mundula, Stefano Stagni e Stefano Pasquini
Viasanpetroniovecchiotredici
Mostra personale a cura di Paolo Frascaroli, Giovanni Mundula, Stefano Stagni e Stefano Pasquini
Claudio Serrapica (1940-1994) arriva a Bologna da Napoli nei primi anni sessanta con in tasca un pezzo di carta che attestava la sua capacità di fare fotografie, una macchina fotografica TTL, e poco altro. Lavora qua e là per fotografi, tra cui l'illustre Studio Villani, per poi fondare, nei primi anni settanta, il suo studio fotografico. Assieme al collega Paolo Frascaroli apre lo Studio Serrapica in via San Petronio Vecchio, una piccola strada nascosta dietro la facoltà del DAMS. Bologna in quel periodo era un posto piuttosto interessante. Nel 1975 la prima fiera d'arte italiana, Arte Fiera, viene fondata, e l'anno successivo diventa un evento internazionale. Nel 1976 Claudio incontra Marina Abramovic e Ulay e documenta molti dei loro happening, Urs Luthi, che fa anche una performance nello studio fotografico, Hermann Nitsch, le cui due sole performance a Bologna del 1976 e 1977 sono documentate da Claudio. A lui piaceva la compagnia degli artisti, e capiva che la body art era molto vicina alla sua idea di vita: pensi a qualcosa, lo fai, e sarà vero, perché l'hai fatto tu. Così Serrapica prende anche parte ad azioni performative, collaborando con Pier Paolo Calzolari e Giovanni Mundula, che sarà accompagnato da Claudio in molte delle sue performance.
Questa mostra retrospettiva del lavoro di Claudio Serrapica prende come spunto il suo amore per l'arte per illustrare, attraverso un lavoro documentativo e di passione verso la fotografia, quasi trent'anni di attività di un uomo che aveva fatto della fotografia non solo un mezzo per avvicinarsi alla gente, ma anche per avvicinarsene in maniera più profonda e diretta.
Claudio si esaltava parlando dei giovani artisti sconosciuti che esponevano nei bar dell'università ; per lui era molto più interessante passare un pomeriggio a parlare con una vecchietta vicina di casa che non andare ai vernissage della gente impellicciata. Questa semplicità di cuore è chiaramente visibile nelle sue prime fotografie: l'erba di un prato, una doppia esposizione di un pilastro e un paesaggio, il quieto fluire dell'acqua di una fontana. Queste sono fotografie che Claudio non avrebbe mostrato in pubblico, il suo diario di eventi, dettato puramente dalla sua ricerca personale del vero. Oltre a questo piccolo tributo personale ed alla sua ricerca artistica, la mostra al Baraccano vedrà esposti ritratti di altri personaggi della cultura bolognese ed alcuni esempi significativi del suo fare professionale.
Per ulteriori informazioni o immagini ad alta risoluzione si prega di contattare Stefano Stagni allo 051-742506 o mandare un email a serrap@serrap.com.
Immagine: "Il ritmo del cuore eroico", azione di Giovanni Mundula, 1976, Ph. Serrapica.
Inaugurazione mercoledì 26 gennaio 2005, ore 17.30
Centro Civico Baraccano
Via Santo Stefano 119
Bologna
dal martedì alla domenica 10 - 12.30 - 15 - 19