Massimo Brazzini. Non si incontrano mai nelle sue opere particolari spaesamenti, ma una naturale disposizione al dato evocativo, lirico e immaginario.
Massimo Brazzini
Massimo Brazzini fa una pittura apparentemente da circuito un po’ engagé e un po’ snobistico, ma arriva a catturare anche l’attenzione più dei distratti, di coloro che hanno rinunciato a vedere una mostra. Fare pittura riassume un po’ la sua carta d’identità : trentanove anni, milanese, poeta – e questo lo si capisce anche per l’appoggio elegante che la poesia fornisce alle tele –. Da ragioniere, per far quadrare i conti, ha aperto una bottega di estetica. Moda, immagine, creatività , bellezza appartengono alla stessa esigenza di definizione. Mettete insieme le cose e vi accorgerete perché da un lustro si è messo anche a dipingere. Immaginiamo, da quel che si vede, con passione, ma anche un po’ per hobby e un po’ per «ebbrezza di placamento» - che poi è un testo di poesia di Alfredo Giuliani -, ma anche per resistere ai dispetti di un sistema inaridito dall’effimero. Brazzini autore complesso? Per niente. Basta coglierne il filo, scoprire la figura che guida sempre l’atteggiamento, fantasioso ed espressivo.
In questi giorni l’artista è a Lodi dove espone all’Arte Orafa in corso Roma. Una piccola ma succosa esposizione. In un gruppo di lavori rivela con quanta armonia fluente e follia (culturale) anima di mutamenti le sue tele, consapevolmente o meno, delle teorie che operano alle spalle delle innocenti nominazioni introdotte nelle tele: chant, danza, albero, collage... In diverse prevale l’elemento segnico, e, spesso, la spoliazione dal colore. C’è, probabilmente, in questo un atteggiamento filosofico, consapevole o meno poco importa; un modo di vedere e rendere autentica la condizione con cui l’artista aggroviglia e connota immagini e concetti.
Gli esiti pittorici restano in ogni caso sorprendentemente liberi. Di volta in volta sono immagine biografica, esplorazione, combinazione di forme e segni in espansione, deformazione e variante (di una immagine o di una narrazione), analisi temporale ma senza impegno e da nessun “punto di vistaâ€. Il pittore costruisce performance ambientali in modo eterogeneo. Colloca le cose in una dimensione che esprime sfida e, insieme, una convenzionale visione lirica applicata o desunta dalla natura. Per arrivarci dispiega una comunicazione segnica in cui lo spazio appare come materia, e qualche volta intermittenza. L’abilità e la strumentazione tecnica liberano un discorso che preferisce il trasporto e la poesia visionaria, che arricchisce di invenzione e di una smisurata aderenza all’imprevedibilità . Non rincorre conflitti e contraddizioni nel reale, anche se poi il reale non è mai del tutto estraneo o assente in Brazzini. All’Arte Orafa anzi è rappresentato assai bene in un trittico di chiara matrice figurativa. In esso si apprezza la consapevolezza di natura esistenziale e che l’artista ha messo insieme con una rappresentazione delicatamente pulsionale e con l’introduzione di materiali. In altre delle opere esposte, a prevalere é invece il dato non pittorico, non materico, ma quello segnico e le rappresentazioni hanno il carattere di tracciato, di “viaggio†inteso a recuperare (o a liberare ?) immagini e ombre, che spesso costituiscono icononici stampi di natura dolce e amica, locus amoenus.
Non si incontrano mai in Brazzini particolari spaesamenti, bensì una naturale disposizione al dato evocativo, lirico e immaginario. Dove esattamente intende condurre, le opere esposte non lo lasciano immaginare. Ma quasi certamente questi viaggi sono un’occasione dell’anima.
Organizzazione: mda milano
Direzione Artistica: prof. Cristina Cenedella
Inaugurazione Evento: 22 Febbraio
Ore 19,00 Apertura e presentazione
Ore 19,30 Presentazione Artista e intervento critico prof. Cenedella Cristina
Ore 20,00 Incontro con l’Artista
Luogo: Noy Center, via Soresina 4 Milano
Orari:
Dal martedì al venerdì 8,00/2,00
sabato -10,00/2,00
domenica -10,00/24,00
Chiuso lunedì