La videoinstallazione di Ferrariofreres prosegue il progetto presentato dall'artista in una performance a Ferrara nel giugno 2004. L'opera nasce sul terreno di scambio tra l'arte e la scienza e ruota intorno ai temi della genetica e delle sue sperimentazioni, enfatizzando alcuni approdi della ricerca scientifica come le teorie dell'origine comune di tutte le razze
Progetto di Ferrariofreres
Dal 27 febbraio al 27 marzo 2005 il Teatro Sociale di Bergamo ospita la mostra
Fore th'e neidfaerae di Ferrariofreres a cura di Sara Mazzocchi
La videoinstallazione Fore th'e neidfaerae, realizzata da Ferrariofreres
per il Teatro Sociale di Bergamo, prosegue il progetto presentato dall'artista
in una performance a Ferrara nel giugno 2004. L'opera nasce nel fertile terreno
di scambio e di dialogo tra l'arte e la scienza, entrambe espressioni della
curiosità e del desiderio di conoscenza che caratterizzano il genere umano.
La mostra ruota intorno ai temi, oggi così attuali, della genetica e delle
sue sperimentazioni, enfatizzando alcuni approdi della ricerca scientifica,
come le teorie dell'origine comune di tutte le razze, fondate sulla scoperta
che i geni che ci distinguono gli uni dagli altri sono solo un'infinitesima
parte di quanti, invece, ci rendono simili.
Il titolo Fore th'e neidfaerae è un passo dell'Inno alla morte di Bade Il
Venerabile, monaco ed erudito dottore della Chiesa vissuto tra il 672 e il
735. A causa degli errori di copiatura degli amanuensi la frase ha subito
una decina di varianti nei manoscritti dei secoli successivi ed è per questo
motivo portata come esempio delle variazioni nelle sequenze di dna nei corsi
di genetica. Il suo significato -prima del viaggio necessario di scarso
rilievo ai fini dell'esemplificazione scientifica - diventa per Ferrariofreres
un invito alla partenza, una prima tappa di un "viaggio necessario" alla
scoperta di noi stessi (chi siamo? dove andiamo?) e all'incontro con gli
altri.
Il Teatro Sociale non è solo il luogo suggestivo che accoglie la mostra:
gli elementi della sua architettura interna - la parete di fondo, le quinte
e il pavimento - diventano lo schermo su cui l'artista proietta i filmati.
Lo spettatore viene guidato nello spazio buio del teatro dalla proiezione
sul pavimento della sequenza genica del dna. Sulle pareti laterali del palcoscenico
due video simultanei riproducono, in rilievo, le immagini di persone appartenenti
a differenti razze che salutano in cinquanta lingue; si tratta delle formule
di saluto che la Nasa ha registrato per la missione Voyager iniziata nel
1977 e conservate in uno spacecraft alla deriva negli spazi interstellari
in vista di un eventuale incontro con intelligenze extraterrestri.
Sulla parete di fondo, centro che catalizza lo sguardo, l'artista mette in
scena le inquietudini dell'uomo di fronte alle scoperte sempre nuove della
scienza; vecchi filmati in Super 8 propongono sequenze di immagini tratte
da documentazioni di laboratori di biologia degli anni cinquanta, alternate
a scene di esseri umani prodotti in serie che scorrono, ordinati, su di un
rullo trasportatore.
La mostra è stata organizzata con il patrocinio del Comune di Bergamo, Assessorato
alla Cultura.
Inaugurazione: DOMENICA 27 FEBBRAIO 2005 ore 11.00
TEATRO SOCIALE Via Colleoni, 4
martedì - venerdì: 15.00 - 19.00
sabato - domenica: 11.00 - 19.00
lunedì chiuso
Ingresso libero