Ufficio Stampa Gandini&Rendina
Fotografie di Enza Tamborra. ''Ho realizzato questo reportage entrando negli studi degli artisti. Nelle fotografie non e' presente l'opera intera, ma un suo dettaglio, quello che piu' mi ha colpito in quel momento. Il mio vuol essere un invito, una promessa a ritornare per scoprire altri particolari, per riscoprire un'opera diversa.'' E.Tamborra
Fotografie di Enza Tamborra
Luca Rendina, curatore della mostra “Appena posso, tornoâ€, intervista Enza Tamborra.
“Appena posso, tornoâ€, perché questo titolo?
Ho realizzato questo reportage entrando negli studi degli artisti. Nelle fotografie non è presente l’opera intera, ma un suo dettaglio, quello che più mi ha colpito in quel momento.
Il mio vuol’essere un invito, una promessa a ritornare per scoprire altri particolari, per riscoprire un’opera diversa. Così come nella vita una città , una situazione, un oggetto qualsiasi, sembrano diversi, nuovi, quando li rivedi a distanza di tempo.
Usi il termine reportage per raccontare questo lavoro, anche se di solito è usato con un’accezione diversa.
Il reportage documenta un avvenimento in momenti diversi, nel dettaglio. Allo stesso modo, con le mie fotografie, voglio documentare ciò che accade a livello emozionale di fronte a un’opera, fissando un dettaglio. Di un’opera si coglie un particolare, che poi è quello che resta impresso nella memoria ed è quello che io cerco di fotografare. Si tratta di un reportage di impressioni emozionali.
Entrare negli studi degli artisti che effetto ti ha fatto?
È sempre una grande emozione quando un’artista mi fa entrare nel suo studio. Ho potuto scoprire dei mondi fatti di sole, luci, ombre, chiaro/scuri, luoghi magici, intimi.
Credi di avere rispettato l’opera che fotografavi?
Credo di sì. Il particolare è il “mio punto di vistaâ€. È ciò che l’artista ha donato a me, è solo la mia emozione nel guardare la scultura a essere in gioco, non la scultura. Lei è sempre lì nella sua materia che sia legno, metallo o pietra, che ti aspetta per essere osservata.
Quanto ti ha influenzato il luogo dove esponi?
Lo spazio Gheroartè è nella stazione ferroviaria: treni, persone, emozioni che vanno e poi tornano. È un continuo movimento. Allo stesso modo io mi avvicino a un’opera e ne resto colpita. Poi ritorno a osservarla e sembra un’opera nuova con altri dettagli che mi affascinano e nuove emozioni che mi incantano.
“Appena posso, torno†può essere un invito al cambiamento?
Il movimento di cui parlavo prima, sottintende il cambiamento. Si tratta di avvicinarsi all’opera variando il punto di osservazione, dando un’interpretazione diversa in continuo cambiamento da qui “Appena posso, tornoâ€.
Che importanza hanno per te le partenze, gli arrivi, le attese?
Le partenze, gli arrivi e le attese fanno parte della vita, segnano il percorso, l’evoluzione di ogni uomo. Ognuna di esse ha la sua importanza, persino l’attesa, il distacco tra ogni arrivo e la partenza che seguirà .
Le fotografie di Enza Tamborra sono un invito a un viaggio dentro i propri stati d’animo.
L’inaugurazione è il 3 marzo alle ore 18.30.
Gheroarte
via Gramsci 4
Corsico (MI)
La mostra è aperta dal mercoledì alla domenica dalle 16.30 alle 20.00