Doppia personale di Kiki Franceschi e Andrea Chiarantini. Per loro tutto deve accadere qui e ora: luce, forma, materia, emozione, devono interagire nello stesso momento. Le loro opere sono frutto di un accumulo lento di sensazioni, informazioni, modificazioni che diventano spazio indefinito in cui sconfinano segno e forme.
Il giorno 6 marzo 2005 alle ore 17 presso la VILLA DEL PRESIDENTE (ex MASCAGNI)via Marradi 116 Livorno si inaugura la mostra dei pittori KIKI FRANCESCHI E
ANDREA CHIARANTINI
Kiki Franceschi
Kiki Franceschi nasce a Livorno, città da lei molto amata a cui deve la suaprecoce formazione pittorica. Crescenell'ambito della Casa della Cultura esponendovi giovanissima in rassegne di livello internazionale come il premioModigliani, a stretto contatto di pittori e scultori, come De Angelis, Razzauti, Benvenuti, Sumberaz.
Si laurea in lingue all'Università di Pisa. Negli anni Settanta si avvicina alla poesia d'avanguardia: Lettrismo, Inismo, poesia sonora, temi che fonde con quelli specifici della pittura. Da più di trent'anni traduce in pittura i segni ed i colori di una visione globale del cosmo ed un'interiore investigazione della mente. Il suo segno è fusione di pensiero e sentimento, è una traccia visibile dell'esistenza. E' presente in rassegne nazionali ed internazionali, in collezioni private e pubbliche. Ha scritto saggi di critica letteraria e teoria
artistica come "Segnali da nessun luogo" e "Fontechiara", opere teatrali raccolte in"L'isola", alcune delle quali rappresentate in teatri toscani. Con Andrea Chiarantini redige il periodico d'arte "Per un anno", edizione
Polistampa, Firenze, dove si propone un'analisi dell'astratto oggi e del suo possibile superamento. Da qui nasce il movimento A.X T.E.V. arte per tracce
d'esistenza visibili, a cui collaborano a vario titolo architetti, pittori. Nel 1998 è stata tra le protagoniste della mostra "Donne per il libro" tenuta a Palazzo Grifoni di San Miniato, nel 1999 è invitata alla rassegna "Vanguardia Inista" Museo Nacional Reina Sofia di Madrid, nel 2000 espone alcune sue opere al Centro Cultural della Recoleta di Buenos Aires e a "Painted 2000" Kemi Art
Museum, Finlandia.
Kiki Franceschi esplora anche la parola, la lettera, il mutarsi del segno, la superficie circolare come lo è il pensiero; l'oggetto pittorico è un segnale per risvegliare la rèverie, quel sussurro interiore che guarisce dalle ferite della vita.
Andrea Chiarantini
Andrea Chiarantini nasce a Firenze e qui abita. Laureato in architettura.
Giovanissimo debutta come pittore, segnalandosi vincitore di premi nazionali.
Nel 1978 inventa con Kiki Franceschi "L'operazione Lavosier", 49 libri oggetto ottenuti rielaborando le scorie d'artista, ottenendo una sorta di storia dell'arte contemporanea ora proprietà della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. E' in questo periodo che egli inizia lo studio dello spazio pittorico, attraverso la lezione delle avanguardie storiche, soprattutto Malevic. Nascono
in quegli anni i "Su perimetri", opere in cui Andrea rompe con la struttura compositiva e rinnova la materia della superficie, usando tela e vetroresina insieme, infine soltanto vetroresina, per catturare la luce e far muovere
liberamente le forme, i poligoni sulla superficie. Nel 1995 espone al museo Pecci di Prato, a cura di Nicola Nuti. Nel 1997 è posto nella piazza dello stadio di Bientina il suo monumento "La freccia del tempo", cui seguono nel 2000
la fontana monumentale" Fontechiara" a Buti, il monumento ad Arezzo "Mani e fatti" realizzato con Kiki Franceschi, e sempre con lei le decorazioni in ceramica e vetroresina per l'asilo infantile di San Lorenzo a Greve, Firenze.
L'ultimo lavoro pubblico dei due artisti è la progettazione e realizzazione del giardino "Agorà " a Fiesole , con i tre monumenti il volo, giro di danza e l'abbraccio. Le sue opere e installazioni sono in permanenza a International design di Firenze.
Sono entrambi pittori che non rinnegando le loro radici nell'astrattismo rigoroso e spiritualistico degli ultimi cinquant'anni, ne prendono piuttosto un partecipe commiato, esaltandone la forza dinamica e l'efficienza espressiva e
allo stesso tempo allontanandosi dall'aspetto "narrativo" che domina certe composizioni poetiche. Per loro tutto deve accadere qui e ora: luce, forma, materia, emozione, devono interagire nello stesso momento. Le loro opere sono
frutto di un accumulo lento di sensazioni, informazioni, modificazioni circa lo spazio, che non è più lo scenario circoscritto di una "storia", ma un lembo indefinito da cui sconfinano il segno e forme alla deriva. La loro indagine
parte dalla convinzione che fin dal secondo dopoguerra l'arte astratta si è configurata come simbolo di libertà e civiltà . Partire da qui per dare sostanza anche esistenziale ad un fatto dirompente, ad un'esperienza decisiva nell'ambito del linguaggio, non considerando tuttavia l'astrattismo classico come avanguardia in quanto i pittori della corrente hanno continuato a costruire la composizione astratta secondo i moduli e i ritmi "classici" e considerarla espressione della realtà .
L'astrattismo è un linguaggio e dunque soggetto a mutamento nel tempo, ma soprattutto è un nucleo specifico d'energia creativa. Per questo la partitura geometrica si è modificata nella prospettiva di uno spazio fluido dove il segno appare immerso in una attività di proliferazione quasi organica.
Entrambi partono dall'arte astratta della tradizione ma tendono ad allontanarsi dall'idea di forma matematica della pittura astratto-classica, convinti che oramai non c'è un modello semplice esprimibile a tradurre il mondo. Basta dunque con la mistica della città celeste, l'emozione ed il pensiero devono essere alla base del loro fare.
VILLA DEL PRESIDENTE (ex MASCAGNI)
via Marradi 116 - Livorno