Negli spazi del museo, della Loggetta Lombardesca e di Santa Maria delle Croci, la mostra documenta i suoi lavori dedicati ai progetti scenografici. Opere che sono il risultato di una incessante riflessione sulla parola, la musica e lo spazio. L'arte di Paladino si oppone ad ogni interpretazione simbolica o lettura narrativa, ponendosi come un dialogo tra immagine e linguaggio che ricorre ad elementi archetipici.
a cura di Claudio Spadoni
Sedi:
Museo d'Arte della città di Ravenna
Loggetta Lombardesca Via di Roma 13 Ravenna
Santa Maria delle Croci Via Guaccimanni Ravenna
Il Museo d'Arte della città di Ravenna presenta negli spazi espostivi della
Loggetta Lombardesca e di Santa Maria delle Croci un inedito allestimento di
opere di Mimmo Paladino: l'ampio e articolato percorso di mostra si propone di
documentare gli esiti del lavoro dedicato ai progetti scenografici di uno dei
massimi interpreti dell'arte contemporanea. Negli spazi del Museo saranno
ospitate opere che raccontano i risultati dell'incontro tra teatro e artista
figurativo in una incessante riflessione sulla parola, la musica e lo spazio, a
testimonianza della continua sperimentazione tra diverse forme espressive.
Esponente della Transavanguardia, Mimmo Paladino ha senz'altro interpretato al
massimo le caratteristiche di eclettismo e nomadismo intellettuale codificate da
Achille Bonito Oliva negli anni ‘80. La produzione di Paladino si avvale infatti
di un vasto immaginario che attinge a diverse epoche e diversi stili,
privilegiando l'attraversamento e l'esplorazione di un repertorio riferito in
modo particolare alla tradizione primitivistica. Il gesto artistico di Paladino
si muove con disinvoltura nel territorio della pittura così come in quello
della scultura e della grafica, tecniche diverse che egli riesce a fondere
magnificamente nei suoi progetti scenografici.
L'arte di Paladino si oppone, per dichiarazione dell'artista, ad ogni
interpretazione simbolica, ad ogni ricerca di senso "ulteriore", ad ogni lettura
narrativa, ponendosi piuttosto come dialogo costante tra immagine e linguaggio,
un dialogo scevro da artifici retorici o linguistici, che preferisce ricorrere
ad elementi archetipici carichi di potere evocativo.
La prima occasione di confronto con il teatro si offre a Paladino
nell'allestimento de La sposa di Messina di Schiller per la regia di Elio De
Capitani, per questa occasione l'artista realizza una grande montagna di sale,
alle pendici della quale si svolge la maggior parte del dramma, mettendo in
scena la compenetrazione tra scultura e testo teatrale.
Spesso Paladino suggerisce una visione sincronica della storia, una
sovrapposizione di culture in un dialogo fatto di continui rimandi fra passato e
presente che portano alla creazione di un linguaggio unico, i cui segni si
aspettano di essere decifrati e compresi. Uno dei risultati di questo dialogare
Paladino lo raggiunge nel progetto dell'Hortus Conclusus di Benevento: un enorme
cavallo di bronzo con una maschera dorata sul volto si erge sul muro di cinta di
questo giardino accessibile da un portone largo nove metri nel centro della
cittadina campana. Nel corso dei lavori dell'Hortus Conclusus nasce Veglia,
presentata nel corso del Festival Teatrale di Benevento per la regia di M. Martone. L'occasione della personale di Mimmo Paladino a Palazzo Reale a Napoli
nel 1995, contestualmente alla nuova realizzazione della Montagna di sale in
Piazza Plebiscito, offrono a Enzo Moscato lo spunto per coinvolgere Paladino nel
progetto di Co'Stell'Azioni: sulla scena gli attori si muovono tra catini di
zinco, elmi e ombrelli in ferro mani e teste di gesso che emergono dal suolo in
nicchie in muratura. Centrale nel percorso di Paladino è il lavoro che progetta
per Sull'ordine e disordine dell'ex Macello pubblico testo e regia di Enzo
Moscato, che viene riproposto nella suggestiva cornice di Santa Maria delle
Croci, spazio che consente di riporre l'allestimento originario per Palazzo Fuga
di Napoli che lo ha ospitato nel 2001. Il testo di Moscato racconta attraverso
sovrapposizioni di voci, urla, lamenti e pianti la solitudine dei condannati a
morte a partire dalla rivoluzione francese fino allo sterminio del popolo ebreo
in epoca nazista. Le 350 teste in ottone realizzate da Paladino diventano un
elemento essenziale, pendono dal soffitto invadendo lo spazio destinato sia ad
attori che spettatori. Una "invasione" che si perfeziona nell'allestimento
dell'Edipo Re per la regia di Mario Martone (per il Teatro Argentina di Roma nel
2000) quando, in accordo con il regista, decide di occupare con elementi
scenografici tutto lo spazio teatrale: nascono quindi carri in ferro, lignee
porte tebane, maschere ed elmi che portano lo spettatore dentro la scena,
fornendogli in ogni istante nuovi segni da decifrare.
Presenti in mostra sono anche le 202 tavole che illustrano l'Iliade e l'Odissea
frutto di tre anni di lavoro in cui Paladino tramite acquerelli, incisioni e
disegni rappresenta brani delle due opere. La pubblicazione che ne segue offre a
Paladino lo spunto per pensare ad un allestimento teatrale in grado di mostrare
al pubblico, insieme alla lettura dei testi, la proiezione delle immagini, oggi
riproposte con la registrazione della voce recitante dell'attore- regista Toni
Servillo prestata per l'occasione. La collaborazione con Mario Martone si ripete
con l'allestimento dell' Edipo a Colono per il Teatro India a Roma, una
collaborazione che gli vale il premio UBU per la scenografia nel 2004.
Completano il percorso espositivo gli undici ritratti di Drammaturghi, olii su
tavola realizzati appositamente in occasione della mostra, ulteriore omaggio al
teatro classico e contemporaneo ed ai suoi protagonisti.
In occasione della mostra è stato prodotto dal MAR con il sostegno di Unicredit
Banca un film dedicato al ciclo dei Drammaturghi per la regia di Pappi
Corsicato, con Remo Girone; durante il periodo della mostra Mimmo Paladino in
Scena è allestita una esposizione di ceramiche di Paladino presso la sede della
Banca di Romagna, in piazza del Popolo 22, Ravenna.
Il catalogo, pubblicato da Silvana editoriale, contiene una ricca documentazione
iconografica, i testi critici di Claudio Spadoni, Goffredo Fofi e Franco Quadri,
apparati scenografici e biobibliografici.
Enti organizzatori: Museo d'Arte della città di Ravenna
Marcella Manni – Ufficio stampa MAR - Tel 0544 482775
Inaugurazione sabato 19 marzo 2005
Sedi: Museo d'Arte della città Via di Roma 13 Ravenna
Loggetta Lombardesca - Via di Roma 13 Ravenna
Santa Maria delle Croci - Via Guaccimanni Ravenna