I temi dei diritti umani, delle migrazioni, della clandestinita', sono di estrema importanza personale per Luntumbue che li tratta con umorismo, in modo provocatorio e paradossale. La mostra esplora le problematiche legate alla globalizzazione e alle trasformazioni della societa' attraverso una nuova serie di lavori composta di disegni, sculture e installazioni
Per la sua prima mostra in Italia, Toma Muteba Luntumbue (Kinshasa, 1962 / Bruxelles) presenta una nuova serie di lavori composta di disegni, sculture e installazioni. I temi dei diritti umani, delle migrazioni, della clandestinità , della dislocazione, di frequente affrontati dagli artisti, sono di estrema importanza personale per Luntumbue, che li tratta con ironia e umorismo, in modo provocatorio e paradossale.
L'arsenale repressivo delle democrazie occidentali si concentra oggi sugli immigrati, sui clandestini e su coloro che vivono ai margini della società , accusati di minacciare l'ordine consolidato e di inquinare le democrazie capitalistiche introducendo costumi arcaici, malattie dimenticate, violenza e corruzione.
La mostra presso la galleria e x t r a s p a z i o esplora le problematiche contemporanee legate alla globalizzazione e alle trasformazioni della nostra società attraverso opere inedite come No Wife Beating (2005), che denuncia il cinismo dei discorsi sull'integrazione degli stranieri, o come Charters (2005), che esamina la gestione geopolitica degli individui, spesso liquidata mediante l'espulsione collettiva degli immigrati.
Luntumbue si appropria usualmente di materiali di basso profilo, talvolta aneddotici (immagini o fotografie trovate casualmente, articoli di giornale, ecc.), per decifrarvi i codici nascosti. Questi materiali sono spesso utilizzati per la loro capacità di sovvertire l'ordine sociale e di produrre un discorso critico sulla Storia. Memore della lezione di Stuart Hall, il quale afferma che la funzione dello stereotipo è mantenere l'ordine simbolico e stabilire una frontiera tra "norma e deviazione", rafforzando nello stesso tempo i legami di gruppo per assicurarne la conservazione, Luntumbue diventa decodificatore delle rappresentazioni culturali, incluse quelle presenti in campo artistico. Il colonialismo è spesso evocato nelle sue opere non tanto come fatto storico quanto come principio tuttora attivo. I fenomeni ideologici costitutivi della modernità rappresentano il principale campo d'investigazione per l'artista. Affrontando nei suoi lavori temi come il nazionalismo, il razzismo, l'individualismo, l'identità , la deterritorializzazione ed esaminandoli nelle loro interrelazioni, Luntumbue interroga l'attività artistica in quanto pratica critica.
Artista e curatore di mostre, Toma Muteba Luntumbue, nato nel 1962 a Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo), vive e lavora a Bruxelles.
Tra le sue personali, ricordiamo: Force Publique, L'Aquarium, Galerie de l'Ecole des Beaux-Arts, Valenciennes, 2003; La Chaufferie, Galerie de l'Ecole Supérieure des Arts Décoratifs, Strasbourg, 2002 e Corps Perdus, Galerie Alizés, Bruxelles, 1998.
Luntumbue ha preso parte a numerose mostre collettive, tra cui menzioniamo: Les Afriques, Le Tri Postal, Lille, 2004 (curatore: Laurent Jacob); Exile, Migros Museum, Zurigo, 2003 (curatori: Fernando Alvim, Simon Njami); Nextflag, BPS, Charleroi, 2003 (curatori: Pierre-Olivier Rollin, Simon Njami, Fernando Alvim); Rond-point, Résidences croisées, Kinshasa-Nantes, Nantes, 2002 (curatore: Cécile Bourne).
Toma Muteba Luntumbue ha curato le seguenti mostre: Table Manners, Kapel van de Groeningeabdij, Kortrijk, 2003; Transferts, Palais des Beaux-Arts, Bruxelles, 2003; ExitCongoMuseum, Royal Museum of Central Africa, Tervuren, 2000-2001.
Inaugurazione: giovedi 7 apriIe 2005 ore 19
e x t r a s p a z i o
via S. Francesco di Sales, 16/a
I - 00165 Roma
mart. - sab. 15.30 - 19.30