Rossa. Costante intenzione dell'artista e' creare un dialogo fra il monocromo e il ready-made duchampiano. L'esposizione nasce da una visita in un negozio bolognese di libri usati in cui ha trovato un assortimento di letteratura PCI degli anni '40-'50. In mostra 10 quadri rossi, ciascuno a rappresentare un libro-opuscolo; un video; un murale raffigurante la firma di Gramsci; una copia incorniciata di un pamphlet di Stalin; 25 cartoline con citazioni di Togliatti.
Rossa
Il lavoro di Simon Morley nasce da un profondo interesse per il minimalismo astratto ed è sua costante intenzione creare un dialogo fra il monocromo e il ready-made duchampiano. Per fare ciò opera sincronicamente – l’oggetto nello spazio (un dipinto), un campo di colore, un incontro, e diacronicamente – un testo, una storia, un rapporto.
Di solito sceglie testi che abbiano una forte risonanza culturale. Ciò aggiunge all’opera un elemento di nostalgia e di ironia, ma ribadisce anche la volontà di lavorare come proponeva Walter Benjamin: con una concezione dialettica della storia in cui il passato non è meramente “passatoâ€, ma anzi qualcosa che vibra nel presente. In questo senso il suo intento è fare Dipinti - storia. Il testo assume sempre una tonalità più scura rispetto alla superficie colorata. Questo si può interpretare in più modi: il testo svanisce; il testo sta emergendo; il testo non vuol staccarsi dallo sfondo; il testo esige di essere esaminato da vicino; il testo è qualcosa da contemplare con tranquillità ; il testo è un intruso nel placido campo di un colore incontaminato.Ciò riduce il rapporto figura/sfondo creando, in un primo tempo, la percezione di un campo-colore ininterotto che poi si va a compromettere, riconoscendo e interpretando il testo. L’effetto è quello di ingenerare una metamorfosi nella fruizione del lavoro. “Rallenta†l’esperienza visiva, portando lentamente lo spettatore da un incontro estetico con un campo colorato – in cui vede – a quello concettuale di una interpretazione linguistica – in cui legge, appunto.
La motivazione che ispira Rossa è la costante volontà di fare opere che si rapportino agli specifici connotati storico-culturali della località in cui espone. Rossa è nata da una visita di Simon Morley in un negozio bolognese di libri usati in cui ha trovato un assortimento di letteratura PCI degli anni ‘40-‘50. Questi opuscoli sono diventati la base della mostra. La scoperta di questa raccolta ha suscitato il suo interesse per l’eredità comunista a Bologna e nell’Emilia-Romagna: il rapporto particolare tra città , regione e sinistra comunista. Dipingere in rosso a Bologna vuol dire rievocare queste relazioni. Ma non solo. “Rossa†anche perché, storicamente, Bologna è sempre stata detta “la rossa†per il colore dei suoi palazzi, dei suoi tetti, color “rosso Bolognaâ€...
10 quadri rossi – 7 piccoli e 3 grandi. Ciascuno rappresenta un libro-opuscolo con una tonalità di rosso diversa. Il testo-base, come quasi sempre nei suoi dipinti-libro, è reso più scuro ma solo di una tonalità rispetto allo sfondo.
Un video. Un ragazzo porta per le strade di Bologna un palloncino rosso. La musica è di Verdi: la sinfonia de La Traviata. Il video si ispira al film francese Le Ballon Rouge di A. Lamorisse, realizzato nel 1956. E’ difficile non vedere in questo palloncino rosso il simbolo della speranza incarnata della Sinistra.
Un murale rosso – collocato in un angolo e dipinto in verticale – raffigurante la firma di Gramsci.
Un objet trouvé: in questo caso una copia incorniciata di un pamphlet di Stalin. Qualcuno ha baciato il ritratto di Stalin sulla copertina, lasciandovi un’impronta di rossetto!
25 cartoline dentro una cornice, ciascuna delle quali riporta una parola. Il testo completo forma una citazione di Togliatti riportata sulla copertina dello Statuto del PCI:
“Siamo il partito di coloro che per la libertà hanno saputo dare non solo le parole e i pensieri, ma il sangue e la vita.â€
Il colore viene usato nel suo lavoro con differenti motivazioni. A volte si collega al testo-base stesso mentre a volte esiste un nesso più indiretto fra il colore prescelto e il contenuto generale di un libro (come quando ha fatto una serie di dipinti basati su romanzi giapponesi per i quali ha usato i colori delle stampe di Hokusai). Nessun colore è innocente. Nel ventesimo secolo il colore, come tutto il resto, si è fatto politico. Nell’800 il rosso era stato adottato dai radicali, per poi associarsi strettamente al comunismo. Il manifesto “Battete i bianchi con il cuneo rosso†di El Lissitzky, che risale al 1919-20, contrappone un triangolo rosso ad un cerchio bianco, simboleggiando così la sconfitta dei Bianchi ad opera dei bolscevichi. Nel caso specifico di Rossa il color rosso si usa ovviamente per le sue associazioni alla sinistra politica italiana. Ma il rosso si presta anche ad un’analisi da ottiche ben diverse: come risonanza simbolica – radicalismo politico e culturale, pericolo, passione, sangue, lusso. come pigmento importante e costoso della tavolozza dell’artista sin dai tempi antichi, con intensità cromatiche varie – vermiglio, robbia, cocciniglia carminio, cadmio. come esperienza percettiva – viene incontro allo sguardo, stimola visivamente, è opulento.
SIMON MORLEY
Simon Morley, nato nel 1958 a Eastburn, UK, vive e lavora a Londra
E’ rappresentato dalle gallerie Percy Miller Gallery ( London), Spazia, (Bologna), Taguchi Fine Art (Tokyo)
Studi
BA Modern History, Mansfield College, Oxford University
MA Fine Art, Goldsmith’s College, London University
Mostre personali (selezionate)
2005
‘A Short History of Dutch Art’, Metis, Amsterdam (scheduled forthcoming)
‘Rossa’, Spazia, Bologna (scheduled forthcoming)
‘Reading Room’ (with Maria Chevska), MOCA Peckham and Peckham
Library (scheduled forthcoming)
2004
‘Solo Presentation, Artissima, Torino, Galleria Spazia, Bologna
A Short History of Modern Japanese Fiction (in Translation)’,
Taguchi Fine Art, Tokyo
Solo Presentation, MiArt, Milan (Percy Miller Gallery)
2003
‘Post Card’, Percy Miller Gallery, London
‘The Life of Things’ Wordsworth Trust, Grasmere (Artist-in-Residence
exhibition)
2002
‘Italian Holiday’, Zero, Piacenza, Italy
2000-01
‘The Collected Works of George Orwell, and Other Paintings’, Percy Miller
Gallery, London
Mostre collettive (selezionate)
2005
‘Abbey Awards Exhibition’, APT, London (scheduled forthcoming)
‘Lost and Found in Translation’, Newlyn Art Gallery, Newlyn, Cornwall (scheduled forthcoming)
Benefit exhibition for the Museums of Israel, Christie’s, London
Group Show, Modern Culture, New York City
2004
‘Melt’, British School in Rome
Gallery Artists, Taguchi Fine Art, Tokyo
‘Compass’, Sala 1, Rome
‘Ancoats Hospital: After L.S. Lowry’, Nunnery Gallery, London
‘The Book Show’, The Wordsworth Trust, Grasmere
2003
The Book Show’, (curator/exhibitor), Nunnery Gallery, London
‘A…parole’, Cortili di Casa Sanna-Meloni, Berchidda, Sardinia, as part of ‘Del
Segno, Del Suona e della Parola, PAV
‘The Unfortunate Tourist of Helvellyn and his Faithful Dog’, (exhibition
conception design, and contribution)
‘The Cover Theory’, Ex-Centrale Electrica, Piacenza, Italy (curated by Mario
Sinaldi)
2002/3
‘Sumptuous’, Ex Macelli Pubblici, Prato, Italy (curated by Palazzo delle Papesse
Centro d’Arte Contemporanea, Siena)
‘L’Ultima Cena’’, Castello del’Ovo, Napoli, Italy (curated by Massimo Sgroi)
‘Fluent: Painting and Words’, Camberwell Art School Gallery, London
‘Red Spy’, Fortezza della Brunella, Aulla, Italy
‘La Forma delle Forme’, Villa Braghieri-Castel, Modena, Italy
‘New Religious Art’, Henry Peacock Gallery, London
The Open, Liverpool Biennial, Liverpool
‘Bibliomania’ (edited by Simon Morris), book-launch at Printed Matter, New York
‘Fabric’ Abbott Hall, Kendal
‘Private Views’, London Print Studio
Herbert Read Gallery, KIAD, Canterbury
‘showhouse’, PM House and Gallery, London
‘East Wing No. 5’, Courtauld Institute, London
Presentazione in catalogo di Omar Calabrese
Inaugurazione: Sabato 9 aprile 2005, ore 18.00
Galleria Spazia, Via dell’Inferno 5, Bologna
Orario: 10.00-12.30/15.30-19.30, chiuso lunedì e festivi