Galleria del Teatro
Parma
Via Mameli, 4

Arnaldo Spagnoli
dal 15/4/2005 al 30/4/2005
0521 218968

Segnalato da

Ufficio Stampa Palazzo Pigorini




 
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15/4/2005

Arnaldo Spagnoli

Galleria del Teatro, Parma

Dipingendo l'artista riusci' a sopravvivere nel lager nazista di Wietzendorf in cui era stato internato. Una raccolta di 28 di acquerelli, un dipinto ad olio e alcuni documenti e manoscritti sono esposti nell'ambito delle celebrazioni per il sessantesimo anniversario della Liberazione.


comunicato stampa

Wietzendorf

Quando un acquerello può spostare per il suo autore lo stretto discrimine che separa la vita dalla morte. E’ infatti realizzando dipinti che il noto pittore Arnaldo Spagnoli riuscì a sopravvivere nel lager nazista di Wietzendorf in cui era stato internato nel corso della seconda Guerra Mondiale. Una raccolta di ventotto di questi acquerelli, più un dipinto ad olio e alcuni documenti e manoscritti, verranno esposti a Parma dal prossimo 16 aprile fino alla fine del mese nell’ambito delle celebrazioni per il sessantesimo anniversario della Liberazione.

La mostra, dal titolo lapidario di “Wietzendorf”, organizzata dall’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Parma – Servizio Eventi e Mostre in collaborazione con il Comitato per le Celebrazioni del XXV Aprile, si svolge vent’anni dopo la precedente e negli stessi spazi della Galleria del Teatro, in via Mameli.

Per sopravvivere nei lager nazisti chi vi era internato doveva fare appello alle sue sole forze. Come Primo Levi, chimico, che riuscì ad entrare nello staff del laboratorio di Auschwitz e in questo modo ad ottenere condizioni di vita meno bestiali, un altro intellettuale italiano, il parmigiano Arnaldo Spagnoli, nel lager di Wietzendorf riuscì ad andare avanti dipingendo ritratti ad acquerello dei suoi aguzzini.

Nato a Parma nel 1906 e diplomato presso il locale Istituto d’Arte nel 1924, in tempo di guerra Arnaldo Spagnoli fu inviato in Francia, a Grenoble, nella veste di S.Tenente con il contingente di truppe italiane di occupazione, e là fu sorpreso come il resto del nostro esercito dall’annuncio dell’armistizio, che espose i nostri alla vendetta tedesca in territorio ostile ad entrambi. Chi rifiutò di tradire e passare dalla parte tedesca fu sbrigativamente caricato su carri bestiame, stivato in vagoni piombati e spedito nell’inferno dei lager nazisti.

Fu questo il destino di Spagnoli, che si trovò nel campo di concentramento di Wietzendorf insieme al concittadino Giovannino Guareschi, all’altro pittore (umorista) Novello, al filosofo Enzo Paci, a Gianrico Tedeschi e ad Alessandro Natta.

Un’esperienza allucinante che segnò per sempre chi ebbe la fortuna di sopravvivere. Nel caso di Spagnoli, anche dal punto di vista artistico: pittore già riconosciuto a livello nazionale, la sua arte subì un vero stravolgimento dopo la tragedia della guerra, passando dalla limpidezza estetica classica ad un più immediato e comunicativo senso del colore, e da ritrattista impeccabile a sensibile paesaggista.

La mostra coglie l’esatto momento della trasformazione, dal momento che con l’unica scatola di acquerelli che nel trambusto della deportazione era riuscito a portare con sé nel lager dipinse diversi ritratti di ufficiali nazisti e alcuni dei primi paesaggi della sua nuova fase pittorica.
L’esposizione, curata con particolare commozione dal figlio Stefano, anche lui esponente di una vera e propria dinastia di pittori e intellettuali (una tradizione genuinamente parmigiana, se si considera ad esempio la famiglia dei Barilli), sarà aperta al pubblico dal 16 al 30 aprile 2005 tutti i giorni tranne il martedì dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19, con ingresso libero.

Arnaldo Spagnoli
Arnaldo Spagnoli è nato a Parma nel 1906. Si diploma nel 1924 presso l’Istituto d’Arte di Parma. Numerose sono le mostre collettive, nazionali e regionali alle quali ha partecipato: Esposizione interprovinciale e sindacale dell’Emilia Romagna, i Littorali dell’arte a Firenze, la Mostra sulla Resistenza a Bologna e Parma; è stato invitato al Premio Suzzara; ha conseguito menzione onorevole al Concorso Triennale di Parma ed è stato premiato nel concorso dell’Ente Provinciale del Turismo di Parma. Ha tenuto due mostre personali a Parma e alla “Parete” di Milano. Il nome di Arnaldo Spagnoli figura nell’Annuario della Pittura Italiana (1964); nella rivista “Emporium” del 1930 e del 1962; nei periodici “D’Ars” e “Agency” del 1962; nelle edizioni del Quadrato del 1970. E’ scomparso alla fine degli anni ’80.

Hanno scritto di lui: Giovanni Copertini, Gianni Cavazzini, Mario Lepore, Gabriele Mandel, Mario Monteverdi, Tiziano Marcheselli, Ugo Ojetti.

<. Lui si diverte e noi possiamo anche commuoverci davanti ad un così schietto esempio d’amore>>.
Mario Monteverdi 1961

La deportazione
UNA STORIA - Il sottoscritto allora S. Tenente inviato in Francia col contingente di truppe di occupazione fu a Grenoble , dove gli alleati tedeschi avevano creato un clima di diffidenza. Poi all’improvviso la notizia dell’armistizio: per noi una stangata. Chi optò per i tedeschi e chi si dichiarò prigioniero di guerra. Nottetempo fra urla e spari ci imbarcarono in maleodoranti carri bestiami. Dopo 18 giorni di treno ed alcuni giorni in autocarro, arrivammo nel campo di Wietzendorf immerso in una lugubre coltre di nebbia. La fame era incommensurabile e la cattura di un topo era un sogno di poche volte. Drasticamente i tedeschi ci vietarono questa colazione: pena la morte.

In giro per il campo c’erano due personaggi: Giovannino Guareschi e il pittore umorista Novello. Gli incontri con questi erano pochi.

Eravamo tutti in attesa di giorni migliori e la guerra alla paura aggiungeva la nostra tristezza, mentre il nostro spirito si ribellava a tutte le forme avvilenti imposte dal 3° Reich.
Arnaldo Spagnoli, 1985

La mostra
(…) L’onestà e la qualità morale e artistica di questi documenti sono tali da non aver bisogno di persuasori.
Inoltre non sono merce. Sono delle testimonianze. Che cosa testimoniano?

Testimoniano della caparbia volontà di vivere e amare nella più mortificante e odiosa delle situazioni tra quelle che coinvolgono la nostra specie: quella della persecuzione e dell’internamento, quella della guerra e della fame.
Mio padre in questa orribile situazione è riuscito a dipingere e a esorcizzare l’odio e la morte. Una scatola di acquarelli salvata dalla bagarre dell’armistizio e della brutale deportazione diventata la sua macchina di libertà. Nella cappa di morte, odio e paura, mio padre scrive la sua piccola cronaca. E’ una cronaca clandestina fatta di distaccato dissenso, fatalistico; e nella cronaca la pittura è il piacere, l’amore. E nel piacere la sopravvivenza, la vita.

Una mostra-paradosso. Nel nostro euforico lager consumistico dal dubbio destino, questo rapporto dal 1943 diventa quasi un ironico ammonimento. La violenza e la sopraffazione sono una costante della nostra cultura.

Questo rapporto aspetta un lettore. Sarebbe stupefacente se questo lettore provenisse, per uno strano gioco del caso, dal compatto esercito di ragazzini dalle divise milionarie che sembra debbano conquistare, nelle sere di festa, impossibili bastiglie, invece di paninoteche e di magazzini di costosissimi stracci.

Questo inerme guerriero potrà sentire su di sé l’occhio attento e amaro del Reduce accovacciato nell’ombra di questa strana piega del tempo?
Stefano Spagnoli, 1986

A cura di:Stefano Spagnoli

Inaugurazione: Sabato 16 Aprile 2005

Barbara Pecchini
Ufficio Stampa Palazzo Pigorini (Comune di Parma)
tel. 0521/218914 - fax 0521/231142

Galleria del Teatro
Via Mameli 4 - Parma
Orario:h. 10-13 e 16-19 tutti i giorni escluso il martedì
Ingresso gratuito

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Gianluca Bronzoni
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