Teatro del Lido
Roma
via delle Sirene, 22 - Fraz. Ostia
06 56339753
WEB
Emilio D'Itri
dal 16/4/2005 al 3/5/2005
06 56339753

Segnalato da

Paolo Ruffini



 
calendario eventi  :: 




16/4/2005

Emilio D'Itri

Teatro del Lido, Roma

I paesaggi dell'anima. Luce e tenebre che si mescolano in una lenta penombra. E' il tratto con cui l'artista ha scelto di catturare la trasparenza di figure in cerca di forma. Nella sua ricerca D'Itri si e' avvicinato al buto, una forma di danza nata nata in Giappone alla fine degli anni '50, in cui i danzatori portano alla luce pure visioni del subcosciente.


comunicato stampa

I paesaggi dell'anima

a cura di Maria Pia D'Orazi

Luce e tenebre che si mescolano in una lenta penombra. E' il tratto con cui Emilio D'Itri ha scelto di catturare la trasparenza di figure in cerca di forma per dare un nome all'invisibile. L'obiettivo è uno sguardo che il danzatore butô sembra rivolgere a se stesso, per cogliere il mistero della rosa che prodiga colore e non lo vede. Il testimone di una presenza che diventa consapevole solo per raccontare la sua assenza. I muscoli si tendono, l'equilibrio diventa instabile, le braccia si aprono, il volto s'abbandona alle smorfie d'estasi o di terrore perché questi corpi allenati a trasformarsi in docile materia si lasciano abitare da un altrove che vomita fantasmi. A loro Emilio D'Itri s'è avvicinato con l'ingenuità del neofita che osserva muto il manifestarsi di un evento, e l'abilità di restituirlo poi in immagine proteggendo l'intimità della sua rivelazione. Le immagini indugiano sulla soglia tra l'essere e il nulla inseguendo il ritmo incessante della metamorfosi, quando i contorni sfumano o si fissano nell'immobilità di una maschera. Un movimento che è insieme scoperta e denudamento, curiosità del mistero e sacro rispetto del suo disvelamento.

Maria Pia D'Orazi

Emilio D'Itri , nato a Roma nel 1960, vive e lavora a Roma, dove dirige le attività di Officine Fotografiche. Ha iniziato a lavorare nella fotografia dal 1990, ha al suo attivo numerose esposizioni e pubblicazioni, ha legato il suo nome al mondo del Jazz realizzando diversi servizi per artisti. Da sempre affianca il suo lavoro su committenza a una ricerca costante sulla ritrattistica e la figura in genere,con percorsi definiti. La sua ricerca lo ha portato a fotografare i danzatori butô.

Maria Pia D'Orazi si occupa di danza butô da circa vent'anni, ha organizzato festival spettacoli laboratori e ha scritto due libri sull'argomento (Butô. La nuova danza giapponese, Editori Associati, 1997; Kazuo Ôno, L'Epos, 2001).

Il butô è nato in Giappone alla fine degli anni Cinquanta intorno alla figura di Tatsumi Hijikata, Porta in scena l'intensità del desiderio, le smorfie del dolore e della paura, la fragilità della vecchiaia, il disorientamento e la naturalezza della nudità. I danzatori, lontani dall'ideale armonioso di bellezza del balletto, per nulla orgogliosi della potenza di muscoli ben allenati e altrettanto distanti dalle incursioni drammatiche della danza moderna, portano alla luce pure visioni del subcosciente.

La comparsa del butô ha modificato il concetto di danza, ampliandone le possibilità fino a comprendere la stessa immobilità: nel butô non sempre i movimenti sono espliciti ma possono essere interiori o mentali. La danza non è una sequenza di movimenti fisici, quanto l'alternarsi di cambiamenti psicofisici che possono avere sul corpo riflessi visibili o invisibili.

Inaugurazione: domenica 17 aprile ore 16:00

Foyer del Teatro del Lido
via delle Sirene, 22 Ostia - Roma
ingresso libero
orario: 17 - 19
nei giorni 17, 20, 22, 23, 24, 29, 30 aprile e 3 maggio: dalle 18:00 alle 22:00
lunedì chiuso

IN ARCHIVIO [4]
Francesco Galli
dal 9/3/2006 al 8/4/2006

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede