Galleria Lara e Rino Costa
Valenza (AL)
via Ariosto, 6
0131 950777 FAX 0131 950777
WEB
Agostino Ferrari
dal 15/4/2005 al 16/6/2005
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Segnalato da

Galleria Rino Costa




 
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15/4/2005

Agostino Ferrari

Galleria Lara e Rino Costa, Valenza (AL)

Oltre la soglia. In contemporanea una mostra collettiva


comunicato stampa

Oltre la soglia.

In contemporanea sara' presentata una mostra collettiva di: Ennio Bertrand, Tamara Bialecka, Piero Fogliati, Ale Guzzetti, Peter Keene, Marco Lodola, Massimo Lunardon, Maurizio Mochetti, Pietro Mussini, Umberto Postal, Peter Vogel.

Agostino Ferrari nasce a Milano il 9 novembre 1938. Attratto dal mondo dell'arte sin dall'infanzia, nel 1959 inizia l'attività di pittore. Le prime opere dell'artista si riferiscono al paesaggio della periferia industriale milanese degli anni '50 e, pur trattandosi di quadri aniconici che risentono ancora della presenza di un certo Informale, è presente l'influenza naturalistica. Importante è l'incontro con Angelo Verga, Ettore Sordini, Ugo La Pietra, Alberto Lùcia e Arturo Vermi, con il quale ha già un rapporto di amicizia. Questo incontro segna la nascita, nel 1962, del gruppo del "Cenobio". Il gruppo, che ha vita breve, lascia una testimonianza importante nella poliedrica situazione milanese di quel periodo, ed è fondamentale per Ferrari che trova nel segno il mezzo per manifestare la sua arte. Si tratta di un segno primario, lineare, che si muove liberamente nello spazio del quadro quasi fosse una scrittura (di questo periodo è infatti la serie di opere Segno-Scrittura) attraverso la quale l'artista racconta momenti di vita e che trova il proprio valore nella sua stessa funzione visiva e non verbale. Nel biennio 1964-1965 compie due viaggi a New York ed in seguito all'esperienza americana il segno acquista via via un valore più plastico. Nel decennio successivo la ricerca artistica di Ferrari assume una connotazione "concettuale" che caratterizza l'uso del segno in maniera diversa, anche in relazione alle forme ed ai colori. Questo lavoro lo porta a realizzare nel 1975 un'opera di grandi dimensioni: l'Autoritratto, la sua unica installazione. È da sottolineare come costantemente il segno sia restato il protagonista assoluto nella sua opera e come continui ad esserlo, tanto da poter parlare di una vera e propria poetica del segno. Dagli anni Ottanta, attraverso ulteriori trasformazioni, l'artista giunge all'uso di larghe scritture che si intrecciano e si incontrano nello spazio, dando vita a dei palinsesti, a dei frammenti, creando immagini segniche nuove. Grazie all'introduzione della sabbia nera di Otranto, che ancora oggi è un elemento fondamentale nella pittura di Ferrari, l'opera trova quel carattere di teatralità che consente di rendere il racconto più fisico o più plastico. Tra i quadri esposti in questa mostra, sono presenti alcune Maternità, serie realizzata tra il 1999 ed il 2002. Queste opere sono costituite da una parte centrale rettangolare bidimensionale nella quale sono raccolte tutte le informazioni segniche del quadro, mentre, nel resto della tela, i frammenti si dispongono in una prospettiva tridimensionale. In particolare nella parte centrale il segno è rappresentato in negativo, rispetto al resto dell'opera, questo per aggiungere al quadro, contemporaneamente, una lettura di evento esterno-interno. I dipinti appaiono attraversati da segni nervosi, la scrittura segnica risulta irregolare ma ancora lineare nella sua disposizione nello spazio. Nelle Maternità la composizione delle forme ed i giochi chiaro-scuri che nascono dalla contrapposizione della sabbia di Otranto e dei diversi colori che l'artista sceglie di usare, trasmettono all'osservatore l'impressione che ogni singolo quadro contenga, pur nella sua finitezza, un rimando esterno, una forza nel movimento che va ben oltre i bordi della tela e che fa parte di un progetto e di un racconto che Ferrari continua a scrivere con le sue opere.

Il titolo Oltre la Soglia scelto per questa mostra è quello dell'ultima serie di opere che l'artista ha iniziato a produrre nel 2002. Guardando questi dipinti, vi è un rimando immediato ai Concetti Spaziali di Lucio Fontana ma Ferrari si discosta dal grande maestro di gioventù. Mentre infatti Fontana introduce emblematicamente un'ulteriorità spaziale(1), forando la superficie, Ferrari non rinuncia all'atto pittorico, creando l'effetto di una ulteriorità spaziale tridimensionale pur restando nella bidimensionalità della tela. A lui interessa il rapporto che si stabilisce tra la superficie "scritta" dove è visibile la narrazione segnica e la lacerazione, lo strappo che mostra da una parte quanto sia sottile lo spessore della superficie stessa e dall'altra la profondità del nero assoluto che simbolicamente assume il valore di inconscio, di ciò che non è conoscibile e quindi non è narrabile. Questa attenzione all'indagine spaziale, presente in Ferrari come in Fontana, si manifesta nella volontà consapevole e cosciente di dare allo spettatore la possibilità di andare con lo sguardo oltre la tela, aprendo uno spazio misterioso, sconosciuto ed infinito. Nella serie Oltre la soglia predomina la componente lirica: il racconto si fa romanzo lineare ma fitto di intrighi segnici, ed appare sulla tela neutra che fa da sfondo al nero protagonista (attraverso la sabbia o attraverso il colore), il rosso, ora come timida presenza ora come elemento carico di patos che aggiunge forza dinamica e positiva alla composizione finale dell'opera. Vi è quindi la manifesta intenzione di Ferrari, giunto alla soglia della maturità, di introdurre nelle sue opere un rimando interiore ed intimista. Una riflessione profonda sulla vita e sulla morte, sull'essere ed il non essere, l'intenzione di indagare nuovi spazi pittorici e non, sempre nella rigorosa coerenza di se stesso e della sua arte. Agostino Ferrari vive e lavora a Milano.

Mariacristina Maccarinelli.

(1) Cfr. E. Crisolti, R. Siligato, Lucio Fontana, Electa Milano, 1998.

GALLERIA RINO COSTA
CORSO GARIBALDI 35 - 15048 VALENZA PO (AL)
ORARI: DAL LUNEDI' AL SABATO: 10.00 - 12.00 / 15.30 - 19.30 DOMENICA: 15.30 - 19.30

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