Agostino Ferrari
Ennio Bertrand
Tamara Bialecka
Piero Fogliati
Ale Guzzetti
Peter Keene
Marco Lodola
Massimo Lunardon
Maurizio Mochetti
Pietro Mussini
Umberto Postal
Peter Vogel
Oltre la soglia. In contemporanea una mostra collettiva
Oltre la soglia.
In contemporanea sara' presentata una mostra collettiva di:
Ennio Bertrand, Tamara Bialecka, Piero Fogliati, Ale Guzzetti,
Peter Keene, Marco Lodola, Massimo Lunardon, Maurizio Mochetti,
Pietro Mussini, Umberto Postal, Peter Vogel.
Agostino Ferrari nasce a Milano il 9 novembre 1938. Attratto dal mondo dell'arte
sin dall'infanzia, nel 1959 inizia l'attività di pittore. Le prime opere
dell'artista si riferiscono al paesaggio della periferia industriale milanese
degli anni '50 e, pur trattandosi di quadri aniconici che risentono ancora della
presenza di un certo Informale, è presente l'influenza naturalistica. Importante
è l'incontro con Angelo Verga, Ettore Sordini, Ugo La Pietra, Alberto Lùcia e
Arturo Vermi, con il quale ha già un rapporto di amicizia. Questo incontro segna
la nascita, nel 1962, del gruppo del "Cenobio". Il gruppo, che ha vita breve,
lascia una testimonianza importante nella poliedrica situazione milanese di quel
periodo, ed è fondamentale per Ferrari che trova nel segno il mezzo per
manifestare la sua arte. Si tratta di un segno primario, lineare, che si muove
liberamente nello spazio del quadro quasi fosse una scrittura (di questo periodo
è infatti la serie di opere Segno-Scrittura) attraverso la quale l'artista
racconta momenti di vita e che trova il proprio valore nella sua stessa funzione
visiva e non verbale. Nel biennio 1964-1965 compie due viaggi a New York ed in
seguito all'esperienza americana il segno acquista via via un valore più
plastico. Nel decennio successivo la ricerca artistica di Ferrari assume una
connotazione "concettuale" che caratterizza l'uso del segno in maniera diversa,
anche in relazione alle forme ed ai colori. Questo lavoro lo porta a realizzare
nel 1975 un'opera di grandi dimensioni: l'Autoritratto, la sua unica
installazione. È da sottolineare come costantemente il segno sia restato il
protagonista assoluto nella sua opera e come continui ad esserlo, tanto da poter
parlare di una vera e propria poetica del segno. Dagli anni Ottanta, attraverso
ulteriori trasformazioni, l'artista giunge all'uso di larghe scritture che si
intrecciano e si incontrano nello spazio, dando vita a dei palinsesti, a dei
frammenti, creando immagini segniche nuove. Grazie all'introduzione della sabbia
nera di Otranto, che ancora oggi è un elemento fondamentale nella pittura di
Ferrari, l'opera trova quel carattere di teatralità che consente di rendere il racconto più fisico o più plastico. Tra i quadri esposti in questa mostra, sono
presenti alcune Maternità , serie realizzata tra il 1999 ed il 2002. Queste opere
sono costituite da una parte centrale rettangolare bidimensionale nella quale
sono raccolte tutte le informazioni segniche del quadro, mentre, nel resto della
tela, i frammenti si dispongono in una prospettiva tridimensionale. In
particolare nella parte centrale il segno è rappresentato in negativo, rispetto
al resto dell'opera, questo per aggiungere al quadro, contemporaneamente, una
lettura di evento esterno-interno. I dipinti appaiono attraversati da segni
nervosi, la scrittura segnica risulta irregolare ma ancora lineare nella sua
disposizione nello spazio. Nelle Maternità la composizione delle forme ed i
giochi chiaro-scuri che nascono dalla contrapposizione della sabbia di Otranto e
dei diversi colori che l'artista sceglie di usare, trasmettono all'osservatore
l'impressione che ogni singolo quadro contenga, pur nella sua finitezza, un
rimando esterno, una forza nel movimento che va ben oltre i bordi della tela e
che fa parte di un progetto e di un racconto che Ferrari continua a scrivere con
le sue opere.
Il titolo Oltre la Soglia scelto per questa mostra è quello
dell'ultima serie di opere che l'artista ha iniziato a produrre nel 2002.
Guardando questi dipinti, vi è un rimando immediato ai Concetti Spaziali di
Lucio Fontana ma Ferrari si discosta dal grande maestro di gioventù. Mentre
infatti Fontana introduce emblematicamente un'ulteriorità spaziale(1), forando
la superficie, Ferrari non rinuncia all'atto pittorico, creando l'effetto di una
ulteriorità spaziale tridimensionale pur restando nella bidimensionalità della
tela. A lui interessa il rapporto che si stabilisce tra la superficie "scritta"
dove è visibile la narrazione segnica e la lacerazione, lo strappo che mostra da
una parte quanto sia sottile lo spessore della superficie stessa e dall'altra la
profondità del nero assoluto che simbolicamente assume il valore di inconscio,
di ciò che non è conoscibile e quindi non è narrabile. Questa attenzione
all'indagine spaziale, presente in Ferrari come in Fontana, si manifesta nella
volontà consapevole e cosciente di dare allo spettatore la possibilità di andare
con lo sguardo oltre la tela, aprendo uno spazio misterioso, sconosciuto ed
infinito. Nella serie Oltre la soglia predomina la componente lirica: il
racconto si fa romanzo lineare ma fitto di intrighi segnici, ed appare sulla
tela neutra che fa da sfondo al nero protagonista (attraverso la sabbia o
attraverso il colore), il rosso, ora come timida presenza ora come elemento
carico di patos che aggiunge forza dinamica e positiva alla composizione finale
dell'opera. Vi è quindi la manifesta intenzione di Ferrari, giunto alla soglia
della maturità , di introdurre nelle sue opere un rimando interiore ed intimista.
Una riflessione profonda sulla vita e sulla morte, sull'essere ed il non essere,
l'intenzione di indagare nuovi spazi pittorici e non, sempre nella rigorosa
coerenza di se stesso e della sua arte. Agostino Ferrari vive e lavora a Milano.
Mariacristina Maccarinelli.
(1) Cfr. E. Crisolti, R. Siligato, Lucio Fontana, Electa Milano, 1998.
GALLERIA RINO COSTA
CORSO GARIBALDI 35 - 15048 VALENZA PO (AL)
ORARI: DAL LUNEDI' AL SABATO: 10.00 - 12.00 / 15.30 - 19.30 DOMENICA: 15.30 - 19.30