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Aghim Muka
dal 21/4/2005 al 11/5/2005
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Aghim Muka



 
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21/4/2005

Aghim Muka

Galleria del Barcon, Milano

L'artista nelle sue tele imposta il lavoro con un romanticismo quasi fanciullesco celebrando la Primavera. Il titolo della mostra, Vasantas in sanscrito, e' un anelito alla rigenerazione spirituale, considerando la bellezza del quotidiano e del rinnovarsi delle stagioni.


comunicato stampa

Vasantas - Siamo Acqua

Nelle tele esposte Muka rifugge dai fatti di cronaca e imposta il suo lavoro con un romanticismo quasi fanciullesco che celebra la Primavera, Vasantas in sanscrito, con un anelito alla rigenerazione spirituale, considerando la bellezza insita nel quotidiano e nel rinnovarsi delle stagioni.

Per Muka l’opera pittorica inizia dall’istante in cui unisce quattro pezzi di legno appena tagliato di abete e sceglie la stoffa con cui rivestire il telaio e, da quel momento, scaturiscono in lui con un fluire spontaneo, come fossero appunto “acqua”, gli elementi, i colori che verranno a materializzarsi e a concludere l’opera stessa.

Nelle sue tele, l’artista dichiara l’amore per la pittura, non cadendo nel dé-jàvù, ma scoprendo dentro di sé una fonte inesauribile di ispirazione che scaturisce dalle sue origini tradizionali legate alla terra e che si sviluppa fino a restituirci in un messaggio universale che abbraccia tutti gli esseri umani considerati nella loro globalità come un bene supremo da narrare, cantare, come una favola che unisce tutte le opere pittoriche di Muka e che non ha mai fine.

Il filo rosso della poetica di Muka è questa narrazione, oserei dire globale, che dal particolare celebra la vita, l’uomo nella sua dignità di essere umano, con le sue debolezze e la sua forza interiore.

Nelle tele in mostra il filo narrativo è costituito dall’acqua, materia prima di cui è costituito l’essere umano e la natura che lo circonda che viene vista da Muka come espressione di energia creativa e distruttiva, di libertà, di movimento primigenio che “eredita” il bene e il male della natura dell’uomo e della terra.

Acqua che viaggia attraverso il pianeta, evapora e ritorna di nuovo alle sue origini e crea una continuità narrativa.

Nato a Fieri (Albania) nel 1965, ha studiato Belle Arti nella scuola d’arte di Valona e ha insegnato per alcuni anni. Nel 1991 si e’ trasferito in Grecia, dal 95 e’ in Italia e vive e lavora a Milano.

E' un 'artista che rompe i canoni tradizionali. In ogni sua opera esprime la sua poetica con forza dirompente, non importa il mezzo espressivo, questo è solo funzionale all'esigenza di narrare che Muka sente impellente, vitale, categorica.

Albanese, ama l'Albania e la descrive con materiali naturali, stoffa, seta, cotone, sabbia, legno, acrilico.

Philippe Daverio scrive di Muka: “Ragionano in altro modo quelli della riva opposta alla nostra sull’Adriatico ….Sono segnali di Bisanzio, del Medio Oriente o tolemaici, ma sono segnali più lontani ancora. Perché chi guarda il mare dalle coste dell’Albania vede come gli etruschi antichi il sole che cala nell’acqua e lo sente sorgere molto lontano dietro alle spalle, laddove è sorta quella stirpe alla quale apparteniamo tutti noi indoeuropei. Ecco perché Aghim Muka dipinge, o meglio realizza, quadri che appaiono vicinissimi alla sensibilità d’Europa ma che raffigurano immagini calate nella psiche complessa dell’India.”

Ermanno Krumm segue il percorso artistico di Muka da anni e ha scritto di lui: " Se ha senso parlare di arte etnica, questa di Muka rappresenta il momento alto di una ricerca sulle proprie origini culturali.

Gli orecchini della madre, i ricordi e gli oggetti di oggi – tessuti, strumenti, cose povere, di recupero – entrano nei lavori di Aghim Muka e scandiscono una narrazione che e’ innanzi tutto pittura, colore, forza. la forza di chi con l’arte ricostruisce un pezzo di mondo."

Scrive di Muka il critico e storico dell’Arte Carmelo Strano: " Intelligente e romantico, sanamente malato della malinconia di chi sta lontano dalla propria madre patria…., Aghim carica di tensioni sentimentali i suoi racconti ad un tempo neofigurativi e postinformali. Nelle sue composizioni asimmetriche, materiche e vorticosamente dinamiche predomina l’allusione iconografica per cui le forme, per natura erratiche, difficilmente si presentano con naturalistica evidenza".

Nell’Ottobre 2004 Muka ha allestito una personale dal titolo “Fuori e Dentro” con catalogo con testi di Philippe Daverio.

Sempre nel 2004 è stato insignito del Primo Premio per il disegno Giovanni Segantini e del 3° Premio per la pittura Vogogna in Arte.

Nel 2003 è stato invitato dallo storico d'arte Giorgio Segato, a esporre alla IV edizione della Fiera di Padova nell'ambito della manifestazione "Giovani artisti dalle Accademie: Tirana, Verona, Venezia - Da Tirana storia dell'educazione artistica in Albania".

Nel 2002 il regista giapponese Takeshi Kitano, ha girato un documentario su l’Arte contemporanea a Milano, intervistando Muka e invitandolo a partecipare ad un programma girato presso la Scuola di Moda Marangoni.

Nel 2002 ha partecipato come artista invitato dallo storico d’arte Krumm, alla VI edizione Premio Nazionale Città di Monza e ha allestito la personale “Anima Ignifuga” a cura di Carmelo Strano presso la Galleria Borderline di Vigevano.

Nel 2001, Muka ha ricevuto la segnalazione per il 41° premio di Suzzara e nel 1999 il Primo Premio di pittura alla XXV rassegna di Pittura Bice Bugatti.

Dal 2001, il Console Generale della Repubblica di Albania, Dott. Prf. Hasan Muçostepa, sostiene e promuove l’Artista, in quanto espressione del fermento culturale albanese in Italia.

Inaugurazione 22 Aprile ore 18.00

Galleria del Barcon
Alzaia Naviglio Grande, 54 - Milano

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