Studio Forni
Milano
via Fatebenefratelli, 13
02 29060126 FAX 02 63610498
WEB
Alejandro Quincoces
dal 27/4/2005 al 9/7/2005
02 29060126 FAX 02 63610498

Segnalato da

Studio Forni



approfondimenti

Alejandro Quincoces



 
calendario eventi  :: 




27/4/2005

Alejandro Quincoces

Studio Forni, Milano

Metropoli in controluce. Citta' irreali, trasfigurate e malinconiche, attraversate da corsi d'acqua o da linee d'asfalto. La metropoli viene ripresa dall'alto, in ampie panoramiche, o dal basso cosi' come la vive il pedone, che si immerge nel labirinto delle sue vie, attratto dalle innumerevoli luci che la popolano.


comunicato stampa

Metropoli in controluce. Il sublime nella citta'

“Città irreali, sotto la nebbia bruna di un meriggio invernale”, città trasfigurate e malinconiche “nell'ora violetta”, attraversate da corsi d’acqua che “trasudano olio e catrame” o da infinite linee d’asfalto: autostrade, tunnel e cavalcavia che rendono ogni luogo uguale ad un altro, confondendo ed annullando le identità cittadine. La metropoli si impone così, nelle opere di Alejandro Quincoces (Bilbao, 1951), o ripresa dall’alto, in ampie panoramiche o dal basso così come la vive il pedone, che si immerge nel labirinto delle sue vie, attratto dalle innumerevoli luci che la popolano: semafori, lampioni e fari delle automobili, che senza sosta si spostano, dotando la città di un movimento eterno, che l’artista tenta di arrestare immortalandolo sulla tavola. Nonostante l’anonimato di queste vedute urbane si riconoscono, tra gli altri, scorci della natale Bilbao e di New York, la metropoli per eccellenza, scelta come simbolo della vita moderna, inesauribile ed inarrestabile. Tra i soggetti prescelti le vie centrali di Manhattan, con i caratteristici grattacieli, che riflettono e creano suggestivi giochi di luce, ed edifici ancora in costruzione, che sottolineano ancora una volta il ritmo vorticoso di questa “contemporanea città che sale”.

In questo scenario l’uomo è completamente assente, rinchiuso o schiacciato dall’imponenza di ciò che lo circonda. È una ripresa dell’idea romantica della natura, applicata però alle creazioni dell’uomo: sono le città, le fabbriche, i viadotti ad imporsi sull’individuo.

Ma anche in questo ambiente aspro ed ostile Alejandro Quincoces sente la necessità di identificarsi con ciò che lo circonda, e trasferire le proprie sensazioni al paesaggio, del quale smorza le tensioni costruendo una perfetta armonia di luci, ombre e colori. Riesce così a riscattare l’anonimo grigiore della città e donarci una visione “sublime”, di radice inconfondibilmente romantica.

Alejandro Quincoces (Bilbao, 1951) si dedica esclusivamente alla pittura soltanto agli inizi degli anni ’90, dopo essere stato per molto tempo un pubblicitario, conciliando i suoi impegni lavorativi con la passione del disegno. Lo stile pittorico attuale inizia a delinearsi a partire dall’87, quando approda alla pittura “realista”; anche se i paesaggi urbani che lo hanno reso noto compaiono solo alla metà degli anni ’90. I soggetti ai quali si dedica in questi ultimi anni sono essenzialmente vedute urbane o paesaggistiche dalle quali l’uomo è completamente assente, schiacciato dall’imponenza di ciò che lo circonda. È una ripresa dell’idea romantica della natura, applicata però alle creazioni dell’uomo: sono le città, le fabbriche, i viadotti ad imporsi sull’individuo. Ecco allora le vie di New York riprese dall’alto dei grattacieli, il fiume di Bilbao racchiuso attorno alle fabbriche, le automobili che sfrecciano in enormi autostrade. L’intento di Quincoces è quello di fissare sulla tela un istante della realtà quotidiana, eternizzarlo, sottraendolo così all’inarrestabile flusso del tempo.

Questo il motivo dell’interesse nei confronti delle strade, simbolo della fugacità del momento: i veicoli provengono da un passato, vivono un presente e si dirigono verso il futuro. Anche il metodo con il quale Quincoces sceglie i soggetti per i dipinti, rispecchia quest’ideologia: si apposta, infatti, nei pressi dell’autostrada e filma per ore il traffico sottostante. Poi nello studio visiona la pellicola e da alcuni fotogrammi estrae l’idea per un quadro. Anche nella realizzazione si appropria di alcuni elementi cari alla fotografia, dall’impaginazione, al controluce e alla resa del movimento. Non bisogna dimenticare la grande importanza che riveste il lato “materiale” del quadro: ciò che si vede è frutto di sapienti tecniche, e solo mediante queste si riesce a comunicare il messaggio desiderato. Il lavoro di Quincoces procede in due parti, la preparazione della tela o tavola di supporto e poi la pittura diretta. Come afferma lui stesso “l’importante nella pittura è coniugare materiali che arricchiscano il supporto”: questo conferisce l’aspetto fisico, materiale, che contraddistingue la sua opera.

La base su cui lavora è formata da colla e carta, sulla quale si aggiungono vernici, candeggina e olio, in un continuo processo di arricchimento e dissoluzione. In un secondo momento si procede all’esecuzione della rappresentazione vera e propria che attenua e nasconde la presenza della materia. Procede sempre per velature rilevando gli effetti della luce, spesso quella del ”l’ora violetta”, in un gioco di equilibrio di toni, il più delle volte mantenuti nelle scale dei grigi, che fa riflettere l’osservatore sulla veridicità quotidiana della scena rappresentata.

Inaugurazione: Giovedì 28 Aprile, ore 18.30

Studio Forni
Via Fatebenefratelli 13 - Milano
Orari: 10/13 – 16/19.30
Chiuso domenica e lunedi’

IN ARCHIVIO [56]
Giovanni Sesia
dal 13/1/2010 al 26/2/2010

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede