Ugc Cine' Cite' Parco Leonardo
Fiumicino (RM)
via Portuense, 2000
06 97611002 FAX 06 45448009
WEB
Luca Rovero
dal 1/5/2005 al 31/5/2005
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Luca Ravero



 
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1/5/2005

Luca Rovero

Ugc Cine' Cite' Parco Leonardo, Fiumicino (RM)

Parigi in scena. Uno sguardo sul mondo: scenografie urbane


comunicato stampa

Parigi in scena. Uno sguardo sul mondo: scenografie urbane

Drammatica, dotta, scanzonata, avveniristica, comunque affascinante, Parigi è una creatura, teatro delle più grandi ambizioni decorative di architetti e scultori, che nel tempo inseguendosi hanno dato vita a un crescendo di soluzioni geometriche spettacolari, astratte ed anche giocose.

Un viaggio attraverso la Ville lumière.
Un vagare composto che pulsa al ritmo dei versi dei “Tableaux parisiens” di Baudelaire e che affronta con disinvoltura il confronto con la città più cantata e rappresentata.

La scelta stilistica di Rovero coincide con il rifiuto di Baudelaire per “l’irregolare mondo vegetale” che non può albergare lo spirito degli Dei. Come il poeta assapora “la monotonia inebriante dell’acqua, del marmo e del metallo” (“Sogno parigino”) così Rovero elude l’animato e riduce al massimo l’animazione.

La sua fotografia, infatti, non si rivolge alla realtà fenomenica, agli umori umidi e caotici dei boulevards o ai fumi dei bistrots ma a quella simbolica. Alla “babele d’archi e di scalinate”, alla Parigi di pietra e di ferro, ai suoi simboli immutabili e rassicuranti. Solo in questi riescono a convivere l’antico e un moderno senza boria, in una metropoli che con tutte le altre ha pur sempre in comune la dispersione. Tutto vi converge ma si dissipa inesorabilmente e viene risucchiato all’interno del fluire inarrestabile dei giorni. L’unico superstite di questa piena è l’algido creato, l’universo perfetto e quasi autosufficiente dei simboli: piazze, fontane, palazzi, sculture e quanto altro l’ingegno umano ha saputo concepire.
Di chi si muove in questi simulacri, non restano che labili tracce: piccioni sfamati da ombre sfuggenti, qualcuno che cammina di fretta piegato dal vento, nulla di più. Sono i luoghi a parlare, a raccontare di soli e di lacrime, del cammino imperituro delle stagioni e dell’inesattezza umana.

La cifra di Rovero è, oltre alla sfida aperta sul campo dei “luoghi comuni”, una spiccata verticalità delle inquadrature. L’obiettivo viene costretto a visioni ardite ed accuratissime con il risultato di un’esasperazione suggestiva del moto ascensionale.
I luoghi della memoria collettiva sono tutti presenti all’appello: Tour Eiffel, Les Invalides, la statua di Luigi XIII a Place des Vosges, l’Operà Garneier, il Louvre naturalmente, Notre Dame e La Défense, senza scordare una Place Vendôme irreale, ove non si scorge nessun movimento e l’unico retaggio di vita vissuta è un enorme cartellone pubblicitario su cui campeggia una pacifica mucca.
Il vuoto umano di queste ricercate visioni valorizza le strutture, le lascia respirare, ne regala un’altra visione. Prende così corpo un nuovo–struggente- racconto su ciò che resta del breve passaggio dell’uomo.

“…
Le sommeil est plein de miracles!
Par un caprice singulier,
J’avais banni de ce spectacles
Le végétail irrégulier,

Et, peintre fier de mon génie,
Je savourais dans mon tableau
L’enivrante monotonie
Du métal, du marbre et de l’eau.

Babel d’escaliers et d’arcades
C’était un palais infini,
Plein de bassins et de cascades
Tombant dans l’or mat ou bruni,

Et de cataractes pesantes,
Comme des rideaux de cristal,
Se suspendaient, éblouissantes,
À des murailles de métal.

Non d’arbres, mais de colonnades
Les étangs dormants s’entouraient,
Où de gigantesques naïades,
Comme des femmes, se miraient.
…”

“…
Quanti miracoli nel sonno!
Per un capriccio singolare
Avevo escluso dal quadro
l’anomalia vegetale

e, fiero del mio talento,
avevo messo in rilievo
la monotona ebbrezza
di marmi, acque e metalli.

Babele d’archi e di scale,
era un palazzo infinito,
pieno di vasche e cascate
su oro opaco o brunito,

e cateratte pesanti
come cortine di cristallo
scendevano, abbaglianti,
lungo pareti di metallo.

Non alberi ma colonne
Cingevano stagni silenti,
con naiadi gigantesche
a specchiarsi come donne.
…”
Charles Baudelaire, (Quadri di Parigi: “un sogno di Parigi”)

BIOGRAFIA
Nato a Genova.
Studia Architettura all’Università degli Studi di Genova e successivamente si specializza prima in architettura degli interni presso un laboratorio d’interni a Nizza - Francia e poi in allestimenti e scenografia con un Master di Architettura per lo Spettacolo a Genova.

L’incontro con la Fotografia avviene per la prima volta nel 1999 a Parigi durante un soggiorno di studio, catturato dalla magia della città e dagli scatti di un fotografo conosciuto durante quel periodo che gli dispensa numerosi consigli ed insegnamenti, comincia a muovere i primi passi.
Dopo alcuni anni di ricerca, che lo porteranno a sviluppare una particolare attrazione alla fotografia verticale, riesce nel 2004 ad esporre alcuni scatti in due mostre collettive a Genova ed a RIPARTE2004 a Roma.
Impegnato nella realizzazione di un proprio progetto fotografico, che lo porterà nuovamente a Parigi nel luglio di quello stesso anno, si presenta ora con una sua prima mostra personale che partirà da Genova il 20 gennaio 2005 per poi continuare a Torino, Milano e successivamente in altre città.
Di recente ha cominciato a lavorare ad un secondo progetto personale che lo porterà nel giugno di questo anno a Barcellona.

UGC CINE’ CITE’ PARCO LEONARDO
Via Portuense 2000
00054 – Fiumicino (Roma)
Orario: tutti i giorni dalle 16.00, sabato e domenica dalle 17.00

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Alessandra De Berardis
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