Toys. Il mondo dell'artista e' popolato di giocattoli: minuscole creature di pongo e di miele. Il tutto si concretizza in immagini fotografiche ingigantite, dove la magia di questi oggetti si dilata, vive di cromatismi e diviene bellezza formale.
Toys
Il mondo di Massimo Premuda è popolato di giocattoli. Intendiamoci, giocattoli particolari rivisitati dall’artista con la maturità e la sensibilità dell’adulto che vuol far rivivere le emozioni irripetibili dell’infanzia. Sono minuscole creaturine materiate di pongo e a volte anche di miele, ambientate in luoghi speciali, teatrini anch’essi minuziosamente costruiti dall’artista, per ottenere quegli effetti cromatici e di luce che gli servono per straniarle da ogni scontata banalità . Il tutto si conclude e si concreta in immagini fotografiche ingigantite, dove la magia, che Massimo Premuda riesce ad infondere a questi infantili “oggetti d’affezioneâ€, si dilata, vive di splendore cromatico, di soffusi contrasti chiaro-scurali, diviene bellezza formale. Che non si esaurisce in sé; ma riproduce a piene mani la tenerezza di questo mitico momento della vita di un uomo, l’infanzia, l’alone sognante che lo circonda, la sua innocente freschezza, lo stupore della scoperta nell’abbandono al gioco. L’espressività di Massimo Premuda si concentra nell’esaltazione di un mondo fiabesco, oscillante tra realtà e sogno, proprio del bambino. E’ evocazione, memoria, forse ovattato rifugio contro le avversità che le età successive riservano all’uomo.
La mostra si snoda in una sequenza di splendide immagini fotografiche (senza alcun intervento digitale) esaltate - nella loro morbidezza materica - da straordinari effetti di luce, da calde ondate cromatiche, e quindi trasformati dall’intensa ricerca linguistica.
Un video, “Sleeping clockâ€, corona questo affondo nel mondo infantile. Appropriate sonorizzazioni, immagini sorridenti e delicate, nelle metamorfosi proprie del mezzo a valenza temporale, cullano l’osservatore trasportandolo in quel limbo delle immagini “ipnagogiche†che introducono al sonno ristoratore. Il sonno del bambino - evocativo dei suoi personaggi /figurine/animaletti preferiti, che da decenni allietano il mondo dei piccoli - nella sua stanza dei giochi. La poesia soffusa di questo lavoro anima e sviluppa nel tempo (con rigorosa tecnica artigianale) le peculiarità visive delle immagini fisse, divenendo una sorta di dolce collante che tuttavia riverbera un sofisticato background culturale.
Foto e video a cura di Maria Campitelli
Inaugurazione giovedì 5 maggio alle 18.30
Sala Comunale d’Arte
Piazza Unità d’Italia, 4 - Trieste
Orario tutti i giorni 10-13 e 17-20