Palazzo Primavera
Terni
via Giordano Bruno, 3
0744 5441227, 0744 4831
WEB
MMV, Mixed Media on Visions
dal 5/5/2005 al 22/7/2005

Segnalato da

Andrea De Angelis




 
calendario eventi  :: 




5/5/2005

MMV, Mixed Media on Visions

Palazzo Primavera, Terni

La sigla MMV indica in cifre romane il corrente anno e costituisce anche l'acronimo di Mixed Media Visions. Alla mostra partecipano molti artisti che utilizzano un'ampia gamma di linguaggi espressivi.Tre le sezioni: paesaggi, ritratti e natura morta. A cura di Andrea De Angelis e Francesco Santaniello


comunicato stampa

Mostra collettiva a cura di Andrea De Angelis e Francesco Santaniello

La sigla MMV ha un duplice livello di lettura: numericamente indica, in cifre romane, il corrente anno, il 2005; mentre dal punto di vista letterale costituisce l’acronimo di Mixed Media Visions. Ovvero un’esposizione che, nella multiforme varietà dei protagonisti, degli accenti e dei linguaggi, intende mostrare alcune tra le molteplici possibilità espressive e formali riguardanti le arti visive contemporanee. Per motivi contingenti non è stato possibile proporre agli artisti invitati un argomento da interpretare; tuttavia, scegliendo le opere da esporre si sono delineati tre differenti nodi tematici, che abbiamo voluto mantenere e proporre nell’allestimento sfruttando i tre livelli del Palazzo di Primavera.

Al piano rialzato, il primo della mostra, abbiamo collocato i “paesaggi”, non di certo intesi secondo i dettami dell’antica divisione in generi, poiché in questa sala non sono esposte le opere dei Vedutisti, ma quelle in cui è dominante la rappresentazione, o meglio la sensazione dell’ambiente e dello spazio dove l’uomo si trova a vivere. Accanto ai cieli densi, solcati dagli improvvisi bagliori degli ufo di Negro, il paesaggio metafisico della Foresta impossibile di Ariela Böhm si accorda con le distorsioni ottiche di Alessandro Gozzuti: anamorfosi pittoriche che, come la Foresta impossibile, suggeriscono una dimensione al di là del visibile-tangibile. Alessandro Vignali, mediante una pittura “urlata” propone scorci urbani con prospettive impossibili: visioni di caotiche e spaventevoli città popolate da ominidi belligeranti senza volto. Inoltre, Paolo Angelosanto, con 3 mq. di prato, sembra suggerire l’adattamento del suo Ego all’ambiente naturale concettualmente circoscritto.

Al secondo livello dell’edificio trovano posto i “ritratti”, ovvero le opere dedicate alla rappresentazione sia del volto sia della figura umana, come ben simboleggia la piramide di Franco Profili: una sorta di totemico ex-voto con figurazioni e simboli di sapiente gusto arcaico. Nella stessa sala Giampiero Nucciarelli espone una serie di dipinti in cui ha descritto la testa di un uomo visto di spalle: un individuo che non mostra mai il proprio viso, metafora, forse, di una perdita d’identità, di un’alienazione esistenziale bloccata in uno spazio senza dimensioni, raggelata in un’atmosfera atemporale. Al tratto essenziale e nitido del pittore ternano si contrappongono l’aggressività cromatica delle effigi tracciate da Mauro Bellucci e l’esuberante decorativismo, prezioso e baroccheggiante, delle figurazioni di Daniele Contavalli. Quest’ultimo propone anche un’installazione di forte impatto emotivo, tesa a denunciare, senza retorica, gli orrori della guerra, come fa del resto, anche Rossella Canuti, che nelle sue elaborazioni fotografiche presenta una sequenza d’immagini scelte per scuotere la coscienza collettiva.

Continuando questa ipotetica classificazione per antichi generi, anche la “natura morta” dovrebbe trovare spazio all’interno della mostra. In un certo senso è stato rispettato questo proposito, in quanto al terzo piano di Palazzo di Primavera abbiamo presentato la pittura “oggettuale”, cioè quella caratterizzata da inserti materici, come se fosse una sorta di natura morta composta da cose reali, utensili o relitti della quotidianità di varia natura, che mediante l’intervento artistico (ready made, tra New-Dada e Nouveau Réalisme) abbandonano la loro mera funzione utilitaria e assurgono al rango di elementi estetici. E’ questo il caso dellle grattugie di Massimo Antonelli, che vengono disposte in ritmiche successioni paratattiche o incastrate in modo da formare luminosi skyline metropolitani. Patrizia Anedda, invece, crea le gigantografie di alcuni oggetti comuni, trasformandoli in icone Pop di una rischiosa, omologata post-modernità. Nello stesso ambiente Temistocle Astorri espone le sue composizioni giocate sulla ripetizione di un elemento-forma dal forte valore simbolico-apotropaico. Volendo proporre una miscellanea di codici, strumenti e linguaggi della comunicazione artistica attuale, in MMV è ben rappresentata anche l’arte non figurativa attraverso i lavori di Franco Profili e Luigi Del Greco. Le figurazioni di Profili sembrano originate dalle reazioni chimiche dei pigmenti. Grazie ad un mirabile magistero tecnico l’artista indaga le reazioni dei materiali pittorici e facendo le sue sperimentazioni in vitro sfrutta le qualità ottiche di riflessione, trasparenza e lucentezza del supporto vetroso. Nei quadri di Luigi Del Greco le campiture cromatiche costituiscono un discorso fatto di soli aggettivi: un componimento elegiaco in cui le sfumature e gli improvvisi colpi di colore si accordano armoniosamente, come le rime, in un mirabile equilibrio metrico. Il medesimo senso poetico è riscontrabile nella scultura di Ariela Böhm, plasmata nella luce con colori e segni grafici che sono i simboli sapienziali di un’atavica cultura.
Francesco Santaniello

Immagine: Paolo Angelosanto. 3 mq. di prato, Galleria Arte Contemporanea Catania, 2003

Centro Espositivo Palazzo di Primavera
Via Giordano Bruno - Terni

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